2020-08-21
Ricciardi la butta lì: «Le Regionali potrebbero saltare»
Il consigliere di Roberto Speranza ventila la possibilità di annullarle. Travolto dalle critiche, tenta la sterzata: «Parlavo di altri Paesi».Grandi e piccole nazioni nel mondo non si sono fermate. L'unica è la Nuova Zelanda.Lo speciale contiene due articoli. «Le prossime elezioni e anche la riapertura delle scuole possono essere a rischio se la circolazione del virus riaumenta». Walter Ricciardi, professore di Igiene dell'Università Cattolica e consulente del ministero della Salute, ha sganciato la bomba ieri mattina durante la trasmissione Agorà Estate, su Rai3. Rimandando a due scadenze importanti: il 14 settembre, giorno fissato per la riapertura in presenza delle scuole, e il 20 e 21 settembre, giorni per il voto sul referendum e per il rinnovo di alcuni governi regionali ed anche di diversi enti comunali.Ricciardi l'ha presa larga: «Dobbiamo mettere sotto controllo questa curva epidemica che si è rialzata. Da noi si è rialzata poco. Ma in altri Paesi come la Spagna o la Croazia si è rialzata moltissimo. In quei Paesi oggi non si potrebbe votare. In Italia ancora sì, e a maggior ragione si potrà votare se tutte le fasce di età, soprattutto quella tra i 20 e i 40 anni, modificheranno positivamente i propri comportamenti». Se questo viene fatto, ha poi aggiunto il professore, «sicuramente si potrà andare a votare e sicuramente si potrà riprendere la scuola. Se invece questo non succede, ci troveremo nelle condizioni, come in altri Paesi, in cui queste attività sono messe a rischio».Chi era davanti alla tv è balzato dalla sedia. I politici in vacanza si sono attaccati al telefono. Ed è subito partita una valanga di reazioni: «Il governo smentisca immediatamente quanto ha dichiarato il consigliere del ministro della Salute o è lecito pensare che sia già volontà dell'esecutivo rimandare l'apertura delle scuole e le elezioni regionali», hanno commentato i deputati di Cambiamo con Giovanni Toti, Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli definendo quello di Riccardi «terrorismo psicologico» e chiedendo l'intervento del Quirinale «per porre un freno a questo uso strumentale dell'emergenza da parte di Conte e dei suoi ministri». Ancor più duro il governatore ligure e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Toti, che sui suoi profili social trova «eversivo» che «un signore non eletto da nessuno possa anche semplicemente ipotizzare» il rinvio del voto, «sarebbe la dimostrazione che il comitato tecnico scientifico del governo è un'accolita di inetti pericolosi». Al coro si sono poi aggiunti Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia viva («Ogni giorno si alza uno e spara. Decide il parlamento, basta improvvisazione») e Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia («Il governo smentisca» perché «anche solo accennare a questo rischio costituisce infatti una minaccia inaccettabile alle basi stesse della democrazia»). Il leader della Lega, Matteo Salvini, dice che è «irresponsabile ipotizzare rinvio delle elezioni e chiusura delle scuole, questo terrorismo danneggia l'Italia. Invece di aprire la bocca, chiudano i porti», mentre per Maurizio Lupi, deputato centrista e presidente dell'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, è «vergognoso che ancora una volta si dica non sappiamo se le scuole riapriranno». Tuoni e fulmini nel giro di pochi minuti, insomma. Tanto che all'ora di pranzo il professore consulente di Speranza è costretto a fare una goffa retromarcia. «Non ho mai detto che riapertura delle scuole ed elezioni sono a rischio in Italia. Le scuole riapriranno e si sta facendo di tutto per riaprirle in sicurezza, parlavo di altri Paesi dove la curva dei contagi si è rialzata in modo preoccupante. In Italia, fortunatamente, non è ancora così e dobbiamo fare di tutto per tenere la situazione sotto controllo». Nel tentativo di smorzare le polemiche, però, la pezza di Ricciardi diventa peggio del buco perché non chiarisce a quali elezioni avesse fatto riferimento davanti alla telecamere della Rai. Quelle del Mali? La sfida Trump-Biden? Chissà. Attore (ha recitato pure con Mario Merola nel film L'ultimo guappo), medico e aspirante politico (nel 2013, infatti, tentò di entrare in politica candidandosi con i montiani di Scelta civica in quota Italia futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo), Ricciardi si era già fatto notare nei mesi scorsi per aver detto che «le mascherine alla persona sana non servono a niente» e anche per aver sentenziato che «chi ha dato l'indicazione di fare i tamponi anche agli asintomatici, ha sbagliato». Per un tweet - poi cancellato - su Donald Trump il professore ha pure costretto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a diramare una nota per invitare i giornalisti a «evitare espressioni che suggeriscano che il professore lavori per l'Oms o che la rappresenti». Il consulente del governo Conte ha dovuto, quindi, specificare meglio il suo ruolo: «Io sono il rappresentante italiano nel comitato esecutivo dell'Oms, designato dal governo per il periodo 2017-2020. Quello stesso governo che ieri non ha proferito parola sulla versione pre retromarcia di Walter. Nessuno ha smentito le sue dichiarazioni sulle elezioni. Né il premier Conte, né il ministro della Salute, Roberto Speranza, né tantomeno il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, incaricata da Palazzo Chigi (anche per competenza) a trattare sulla delicatissima partita elettorale. Silenzio di tomba. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ricciardi-la-butta-li-le-regionali-potrebbero-saltare-2647043625.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-piena-pandemia-urne-aperte-in-polonia-israele-e-francia" data-post-id="2647043625" data-published-at="1597959592" data-use-pagination="False"> In piena pandemia urne aperte in Polonia, Israele e Francia Se puoi farlo a Parigi, Varsavia, Tel Aviv e Zagabria, puoi farlo anche a Roma. Senza chiedere permesso a Walter Ricciardi, il quale, evocando il rinvio delle elezioni, parlava «di altri Paesi», gli altri Paesi hanno già votato. Alcuni, in piena pandemia; altri, si apprestano a farlo. Tra i casi più rilevanti, bisogna di sicuro menzionare le amministrative francesi, che hanno coinvolto, oltre alla capitale, importanti centri urbani come Lione, Marsiglia e Bordeaux. Il primo turno era stato confermato per il 15 marzo dal governo, nonostante il lockdown. Il ballottaggio - certo, non un trionfo di partecipazione - si è svolto a fine giugno. Pare che questo consunto rito democratico non abbia causato alcuna strage. Attesissime, in quanto considerate un referendum sull'ultraconservatore Andrzej Duda (riconfermato), sempre con doppio turno, il 28 giugno e il 12 luglio, le elezioni polacche. Rinviate di un mese e mezzo per la pandemia, sì; ma in quel caso, la prima chiamata alle urne era prevista per il 6 maggio. Mica, come alle regionali italiane, per il 20 settembre. Anche stavolta, comunque, nessuna ecatombe. Il 2 marzo, pochi giorni prima che Giuseppe Conte ci chiudesse in casa a tre mandate, gli israeliani hanno rinnovato la Knesset. In questa occasione, affluenza in lieve aumento rispetto alla precedente tornata, quella del settembre 2019. Il Covid non ha falcidiato gli elettori. Più di recente, hanno votato i serbi (21 giugno, vittoria del Partito progressista), i croati (5 luglio, successo del centrodestra) e i macedoni del Nord (15 luglio, anche se la tornata era prevista durante il picco dei contagi, il 12 aprile). La piccola Islanda ha votato a fine giugno, il Montenegro voterà il 30 agosto, anche se qualcuno temeva che la maggioranza facente capo al Partito democratico dei socialisti, approfittasse dell'emergenza sanitaria per rimandare le elezioni. Invece, persino in una democrazia declassata a «regime ibrido», tra nove giorno si andrà ai seggi. La Romania dovrebbe chiudere le danze a fine anno: se le previsioni dei catastrofisti del virus sono corrette, le elezioni si svolgeranno nel clou della seconda ondata, in un Paese in cui i contagi erano già fuori controllo. Vedremo se si verificherà il temuto eccidio. Quasi presaga del monito di Ricciardi, la premier laburista neozelandese, Jacinda Ardern, ha invece posticipato le consultazioni parlamentari dal 19 settembre al 17 ottobre. Sarà a questo Paese che si riferiva l'attore de L'ultimo guappo, nel suo controverso intervento di ieri mattina ad Agorà, su Rai 3. Naturalmente, nella lista dei Paesi che oseranno sfidare il Covid, vanno aggiunti gli Stati Uniti. Lì, da settimane, repubblicani e democratici si scannano sul voto per corrispondenza, uno dei sistemi che dovrebbe evitare gli assembramenti ai seggi. Chissà se, pur tenere in vita la democrazia, con il virus faranno fuori gli elettori americani...