2025-10-01
Ricci incolpa l’inchiesta per il suo ko. Poi torna allo stipendificio Bruxelles
L’eurodeputato sembra dimenticare che cosa hanno fatto i «suoi» a Giovanni Toti.È stato un fedelissimo di Matteo Renzi, che lo fece vicepresidente nazionale del Pd. Dal «Bomba» di Rignano - il soprannome del capo di Italia Viva - qualcosa deve aver pur preso. Così Matteo Ricci, il marchigiano sconfitto, va alla ricerca di un capro espiatorio e si attacca ai suoi guai giudiziari strumentalizzati dalla stampa di destra cinica e bara per farlo perdere. Concedendo un’intervista a Repubblica, ha fatto però una gaffe. Gli chiede Gabriella Cerami: «Le Marche sono una battuta d’arresto nella corsa verso le politiche?». Risponde: «Le Marche sono una Regione piccola, i dati politici veri li vedremo con altre Regioni». È tornato quello dei tempi del «Bomba». Matteo Ricci nel 2014 appoggiò senza riserva l’idea di Renzi di ridurre le Regioni e, come gli ricorda l’onorevole Antonio Baldelli (Fdi), disse: «Il numero delle Regioni è eccessivo, dobbiamo riformarle e ridurle. Partiamo da Marche e Umbria, che sono piccole e perciò vanno unite». Hai visto mai che ai marchigiani è tornato a mente? Ricci ha un’altra «bomba»: «Il mio avversario non era Acquaroli, ma Giorgia Meloni, lo hanno capito tutti». Il governo si è impegnato allo spasimo: «Per ogni manifesto nostro ce n’erano dieci degli altri». Occhio alle dichiarazioni iperboliche perché forse fra qualche giorno la Procura di Pesaro si rifarà viva e allora bisogna misurare le parole. Lui - spiega - non ha nulla da temere: «Bisogna sempre avere rispetto per il lavoro che fa la magistratura, un po’ meno per coloro che l’hanno strumentalizzata». Eccolo il capro espiatorio. Lui non ha perso perché i marchigiani non l’hanno votato, ma perché la gogna mediatica lo ha stritolato. Tra quelli che non l’hanno votato probabilmente ci sono molti pentastellati, anche se Ricci sostiene: «Il M5s si è impegnato tantissimo e ha ottenuto un risultato dignitoso. Conte ha letto le carte e ha capito subito che non c’erano elementi per chiedere un mio passo indietro». Altro che Cassazione: Qui c’è la sentenza del supremo giudice di Volturara Appula! Però Matteo Ricci proclama: «C’è amarezza per quello che mi è successo: ricevere un avviso di garanzia in piena campagna elettorale mi ha colpito profondamente, soprattutto la strumentalizzazione che c’è stata per almeno un mese e mezzo sui media, in particolar modo dall’altra parte politica. Purtroppo qualche effetto l’ha avuto». Viene però da ricordare al candidato trombato cosa il Pd ha fatto a Giovanni Toti. Francesco Acquaroli, peraltro, mai ha tirato in ballo l’accusa di concorso in corruzione che grava sul suo avversario. Semmai lo ha fatto lui. Alla cena elettorale a Pesaro ha cercato di passarci da vittima: ha detto che non conosceva Stefano Esposto, l’amministratore di Opera Maestra che ha avuto incarichi per oltre mezzo milione senza alcun controllo - sostiene l’accusa -, eppure ci andava a cena e a correre in bicicletta insieme. Si è dichiarato essere parte lesa, ma il mezzo milione è dei contribuenti e forse sono loro gli «offesi». A Pesaro - dove è stato Sindaco per dieci anni e presidente della Provincia per cinque - se ne sono accorti e lì, nella presunta roccaforte, Matteo Ricci ha perso 10.000 voti. Pare che il Pm - che ha tenuto l’inchiesta «in sonno» fino all’esito del voto - voglia chiedergli qualcosa anche sull’associazione Ungranbelpo’, il suo comitato elettorale per le Europee aperto e chiuso in gran fretta. Lui a scanso d’equivoci il biglietto per Strasburgo ce l’ha pronto. Ha detto che organizza l’opposizione poi deciderà se stare ad Ancona o in Ue. Però tra consigliere regionale ed eurodeputato ballano circa 12.000 euro al mese e soprattutto l’immunità. In campagna elettorale qualcuno gli ha chiesto: vuoi i voti ma se perdi che fai? Non ha risposto. Forse Matteo Ricci sarà il primo politico che invece di difendersi nei processi si difende dagli elettori.
Donald Trump (Getty Images)
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi, a margine dell'evento al Parlamento europeo «Cacciatori e pescatori contro il divieto di piombo in Europa: i pericoli dietro l'ideologia».
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