fecondazione in vitro

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L’Oms chiede assistenza sanitaria per le coppie Lgbt «non fertili»
Fecondazione in vitro (iStock)
Nelle linee guida l’organizzazione sponsorizza la fecondazione in vitro, non menzionando sistemi più efficaci (ma che fanno girare meno denaro). E precisa: gli aiuti vanno estesi ai gay che non riescono ad avere bambini.

Che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) possa mettere fra parentesi la scienza e l’etica in favore di altri interessi, ideologici ma non solo, non è certo una novità. Tuttavia, le nuove linee guida globali sull’infertilità da poco - e per la prima volta - pubblicate appunto dall’Oms contengono passaggi che non possono non colpire, per quanto accompagnati anche da considerazioni di buon senso. Anzitutto, va detto che non si può che salutare positivamente il fatto che l’Oms si occupi dell’infertilità - ossia il mancato raggiungimento di una gravidanza clinica dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali regolari non protetti -, dato che essa costituisce a tutti gli effetti una questione sanitaria mondiale.

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La svolta inglese: bimbi nati con tre Dna
(iStock)
Per scongiurare una malattia ereditaria, una tecnica di fecondazione in vitro ha usato il materiale genetico di una donatrice, oltre a quelli della mamma e del papà. Il procedimento, però, ha comportato la formazione e poi lo scarto di un embrione sano.
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Nasce l’app che sceglie con una foto la donatrice di ovuli più simile a noi
iStock
Il portale di una banca del seme spagnola chiede alle aspiranti madri di fornire dati come peso e colore di occhi e capelli. Con 299 euro si può inviare pure un selfie. Il pacchetto «premium» costa 3.799 euro.

L'articolo contiene le schermate dell'app Ovomatch da noi testata

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