Il concetto di multiproprietà, che era crollato molto fino ai tempi della pandemia, sembra tornato in auge, complici i prezzi folli del mattone nelle località turistiche più gettonate e i tassi dei mutui alle stelle.
Il concetto di multiproprietà, che era crollato molto fino ai tempi della pandemia, sembra tornato in auge, complici i prezzi folli del mattone nelle località turistiche più gettonate e i tassi dei mutui alle stelle. Certo, sebbene nel 2022 l’interesse per questa forma di comunione immobiliare abbia visto un incremento del 35% rispetto al pre-pandemia (2019), va evidenziato però come gli immobili offerti in multiproprietà sul mercato siano aumentati del 340% nello stesso periodo, più che quadruplicati. In parole povere, l’offerta è molto più alta del solito. Il motivo? Più facile vendere una fetta di un immobile, piuttosto che una intera abitazione che oggi viene proposta a prezzi altissimi.Certo, dando uno sguardo ai dati, bisogna ricordare che non esiste una correlazione diretta tra domanda e offerta, come avviene nell’immobiliare tradizionale. Come mai? Ogni immobile viene venduto a settimana, per cui in un anno può offrire una sistemazione a un massimo di 52 proprietari, uno ogni sette giorni. Così si capisce perché l’offerta sia tanto alta (superiore al 300%) e la domanda sia «solo» tra il 35 e il 40%. Vista l’offerta frazionata, insomma, la richiesta è alta. In particolare, spiega una indagine di Immobilire.it Insights, nel 2020, anno del Covid, lo stock di immobili in multiproprietà è aumentato dell’83% rispetto all’anno precedente con un calo della domanda pari al 4%. Nello stesso periodo il «time to sell», inteso come tempo medio che impiega un annuncio di questo tipo a uscire dal mercato, è passato da 8,3 mesi a 13,4, un numero significativo se si pensa che quello del mercato tradizionale si attestava sui 5,5 mesi.«La pandemia, e le conseguenti restrizioni, hanno sicuramente aumentato la nostra sensibilità nei confronti di spazi condivisi con estranei», commenta Carlo Giordano, membro del cda di Immobiliare.it. «Se prima la multiproprietà era vista come un modo per godere di una casa per le vacanze senza sobbarcarsi per intero l’onere dell’acquisto, la paura del Covid ha portato molti a riconsiderare l’opportunità usufruire di ambienti così intensamente vissuti da altri».A partire dal 2021, poi, la domanda è tornata a crescere, segnando un +40% rispetto al 2019, e i tempi medi di vendita hanno cominciato a ridursi (11,4 mesi), anche se l’offerta ha continuato ad aumentare esponenzialmente, +329% sul pre-pandemia.«Nell’immediato post-pandemia, il desiderio di evasione e la possibilità per molti di lavorare in spazi diversi dall’ufficio, combinato alla necessità di trovare una soluzione facilmente raggiungibile, ha comportato una rivalutazione dell’idea di seconda casa», continua Giordano. «Questo ha portato a guardare anche le proposte in multiproprietà, ma l’utilizzo dell’immobile per un periodo limitato nel tempo è stato giudicato insufficiente rispetto alle mutate esigenze di vita, portando al conseguente incremento degli stock offerti sul mercato».Dove c’è più richiesta di multiproprietà? Olbia è la città con più offerta di multiproprietà: a fine 2022 vantava una quota di mercato nazionale pari all’8,3%. Guardando ai prezzi, a Porto Rotondo, nota e ambitissima meta vacanziera, per usufruire di un immobile di 50/60 metri quadri per due settimane in estate, le cifre si aggirano attorno ai 30.000 euro.Segue Sestriere (5,9%) dove piccole soluzioni in multiproprietà hanno una cifra compresa tra i 5.000 e i 14.000 euro a seconda della dimensione dell’immobile e dell’appetibilità delle settimane proposte. Al terzo posto troviamo un’altra celebre località sciistica: Valtournenche (5,7%). Tra le prime posizioni, appena fuori dal podio, troviamo invece una città: Venezia ha una quota di mercato per la multiproprietà che supera di poco il 5%. Se invece si guarda alle località più guardate da chi è alla ricerca di una multiproprietà, il primo gradino del podio è occupato da Padenghe sul Garda, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, a seguire Porto Cervo e Cavalese, in Val di Fiemme.
(Totaleu)
Lo ha detto il Presidente di Unipol Carlo Cimbri in occasione del convegno «Il contributo delle assicurazioni alla competitività europea», che si è svolto al Parlamento Ue.
Immigrati (Ansa). Nel riquadro, la copertina del libro di Fausto Biloslavo
I confini aperti non hanno a che fare solo con gli sbarchi di irregolari nel nostro Paese e con le prediche buoniste della Cei. Dietro a essa si nasconde un sistema in cui tanti si arricchiscono: perfino gli Stati.
Ci hanno sempre fatto osservare il fenomeno con gli occhiali sbagliati. Ci hanno raccontato per anni e anni che l’accoglienza è soltanto una questione umanitaria, una faccenda che riguarda il buon cuore degli italiani e non altro. Ci hanno detto che aprire le frontiere e fare entrare i migranti, non prima di averli recuperati nelle acque del Mediterraneo, è un gesto di solidarietà, di carità cristiana.
(Arma dei Carabinieri)
Le immagini di un sistema avanzato di videosorveglianza hanno mostrato ai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale e della stazione di Caivano un uomo incendiare 25 sacchi di scarti tessili. Quintali di rifiuti, la cui combustione ha alimentato una nube di fumo che ha avvolto anche alcune abitazioni vicine.
L’arresto in flagranza differita di un 57enne di Acerra eseguito a Caivano è frutto del lavoro coordinato dei Carabinieri della Regione Forestale Campania e del Comando Provinciale partenopeo. Un’attività che muove i suoi passi dal decreto recentemente entrato in vigore in materia di illeciti ambientali e dagli schermi collegati ad una moderna «control room», una struttura che accentra segnalazioni, flussi informativi e richieste di intervento nelle province napoletana e casertana con un comune denominatore: la lotta all’inquinamento.
L’integrazione della nuova normativa a questo sistema di coordinamento consente di individuare e monitorare situazioni a rischio, consentendo una mobilitazione immediata delle pattuglie sul territorio.
Le immagini di un sistema di videosorveglianza dedicato hanno mostrato ai militari del NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale) e della stazione di Caivano un soggetto intento ad incendiare 25 sacchi di scarti tessili. Quintali di rifiuti, la cui combustione ha generato una nube di fumo che ha avvolto anche alcune abitazioni vicine.
Secondo quanto documentato in poche ore, il 57enne avrebbe alimentato le fiamme e poi si sarebbe allontanato a bordo del suo suv. Le pattuglie intervenute, collegate con la «control room», hanno ricostruito il tragitto del veicolo e ne hanno identificato il proprietario. L’uomo è stato rintracciato qualche ora dopo la registrazione delle immagini e arrestato in flagranza differita nella sua abitazione. E’ ora ai domiciliari, in attesa di giudizio.
L’intera operazione costituisce un esempio concreto dell’efficacia della nuova normativa - che supera i limiti della tradizionale flagranza - e del lavoro sinergico e strutturato dell’Arma dei Carabinieri.
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Hotel Convitto della Calza
A Firenze un imprenditore, sponsor del sindaco, ha trasformato un antico immobile della Diocesi in hotel, benché la destinazione d’uso lo vietasse. Il Comune, che non ha vigilato per mesi, ora dice: «Verificheremo».
Può un’attività abusiva nascere impunemente sotto gli occhi di chi dovrebbe controllare che le norme pubbliche siano rispettate? A Firenze si può. Questo e altro. Tutti fanno quello che vogliono nonostante i divieti, costruiscono dove gli pare e come gli pare, salvo che il Comune si svegli quando tutto è già successo, solo perché sollecitato dall’opinione pubblica, e risponda candidamente «verificheremo… puniremo chi non è in regola». O, come è accaduto in qualche caso, «non sapevo». Oppure, addirittura : «L’ho visto passando…».






