2025-06-16
Finalmente s’indaga sugli «stupri pakistani»
Prima ha minimizzato il problema delle «grooming gangs», bande di pakistani che commettono violenze su ragazzine bianche. Ora il premier inglese è costretto dai nuovi sviluppi a dare il via a un’inchiesta su scala nazionale. Evitata per quasi sei mesi. Alla fine, di fronte all'evidenza dei fatti, Keir Starmer ha dovuto fare marcia indietro e rassegnarsi ad accettare una inchiesta di livello nazionale sulle cosiddette grooming gangs, ovvero le gang dello stupro pakistane che per anni hanno imperversato nel Regno Unito. La storia ormai è piuttosto nota: probabilmente già dalla fine degli anni Novanta, gruppi di pakistani hanno adescato e violentato e abusato migliaia e migliaia di ragazzine per lo più minorenni e bianche. Polizia e politica hanno di fatto occultato la questione per ragioni decisamente squallide: temevano di creare tensioni etniche e di mettere in discussione il radioso modello multiculturalista britannico. Il risultato è che, nonostante i primi arresti e le prime condanne si siano avute già nel 2011, ancora non è stata effettuata una seria ricognizione sul fenomeno. Il bubbone è definitivamente esploso qualche mese fa, grazie a una inchiesta del sito Gb News, a una serie di post di Elon Musk e soprattutto grazie alla battaglia condotta da politici locali (anche laburisti) e gruppi di cittadini. Sulle prime, il governo di sinistra inglese ha ottusamente rifiutato di condurre una inchiesta nazionale sulle gang dello stupro. Quando il pressing dell’opinione pubblica e della opposizione conservatrice si è fatto asfissiante, i laburisti hanno cercato di mettere una pezza annunciando l’apertura di alcune inchieste locali, chiaramente inadeguate. Ora, finalmente, il cambio di marcia. Sia chiaro: l’inversione di tendenza non è certo dovuta a una conversione sulla via di Damasco. Starmer è stato semplicemente costretto a cambiare atteggiamento dalle circostanze non più trascurabili. Come scrive il Daily Telegraph, «venerdì sette uomini asiatici sono stati condannati per aver sfruttato sessualmente due studentesse adolescenti bianche a Rochdale. Gli uomini hanno abusato di vittime provenienti da “situazioni familiari profondamente travagliate” per trasformarle in “schiave del sesso” a partire dall’età di 13 anni tra il 2001 e il 2006, secondo quanto appreso dalla Manchester Minshull Street Crown Court. Gli uomini, di età compresa tra 41 e 67 anni, hanno somministrato droghe e alcol alle loro vittime». Nel frattempo, è giunta a conclusione l’indagine sommaria affidata dal governo a lady Louise Casey, la quale ha prodotto una relazione che sarà resa pubblica questa settimana. Alcune indiscrezioni a riguardo sono trapelate sulla stampa britannica, e si è capito che la Casey avrebbe non soltanto puntato il dito contro i pakistani presenti nel Regno Unito, ma avrebbe pure suggerito di organizzare una ricognizione nazionale.Così Starmer, per non rimediare un’altra brutta figura ed essere platealmente smentito dalla sua stessa esperta, ha deciso di anticipare i tempi e annunciare l’apertura di una inchiesta seria. «Non ho mai detto che non dovremmo più riesaminare nessuna questione», ha cercato di giustificarsi il primo ministro. «Ecco perché ho chiesto a Louise Casey, che rispetto enormemente, di effettuare una verifica. La sua posizione quando ha avviato la verifica era che non ci fosse una reale necessità di un’inchiesta nazionale al di là di quanto stava accadendo. Ha esaminato il materiale ed è giunta alla conclusione che un’inchiesta nazionale dovrebbe essere avviata. Ho letto ogni singola parola del suo rapporto e accetterò la sua raccomandazione. È la cosa giusta da fare, sulla base di quanto ha esposto nella sua verifica». Ovviamente il dietrofront repentino ha suscitato l’ironia degli oppositori. Kemi Badenoch, leader del partito conservatore, ci è andata pesante: «Keir Starmer non sa cosa pensare a meno che non glielo dica un rapporto ufficiale. Da gennaio chiedo ripetutamente un’inchiesta nazionale completa. È ora che riconosca di aver commesso un errore e si scusi per sei mesi sprecati», ha detto. A rincarare la dose ci ha pensato Chris Philp, ministro ombra degli Interni: «A gennaio, Keir Starmer ha vergognosamente diffamato persone come me che chiedevano un’inchiesta sulla copertura offerta alle bande di stupratori, definendole di estrema destra. Ora, di fronte al voto che abbiamo programmato la prossima settimana in Parlamento e a una relazione esterna, Starmer ha finalmente capitolato. Non perché voglia fare la cosa giusta, ma perché è stato costretto a farlo. Ora Starmer deve scusarsi per aver fatto aspettare inutilmente le vittime per altri sei mesi e per aver diffamato e insultato gli attivisti». Il fatto è che Starmer non solo ha perso tempo, ma ha pure esasperato la situazione. Secondo il tabloid The Sun la relazione di lady Casey collegherebbe direttamente l’immigrazione clandestina allo sfruttamento delle ragazze bianche e povere, e la reazione della popolazione britannica di fronte a tale evidenza potrebbe non essere affatto piacevole.Giova ricordare, a tale proposito, che lo scorso agosto sono esplose in diverse città inglesi rivolte contro l’immigrazione di massa, che il governo ha deciso di reprimere brutalmente, anche arrestando e incarcerando cittadini che si erano limitati a pubblicare post sui social, e che per questo sono stati accusati di fomentare odio. Che cosa accadrà quando un documento ufficiale dimostrerà che esistevano in tutta la nazione gruppi di stranieri che stupravano ragazzine bianche e sono stati coperti dalle autorità e dalla polizia che voleva evitare accuse di razzismo? Il fatto è che il problema si sarebbe potuto risolvere molti anni fa, ma per obbedire ai dettami del politicamente corretto e dell’ideologia progressista le istituzioni hanno lasciato correre. Hanno continuato a celebrare le virtù dell’immigrazione nascondendone gli aspetti deleteri e brutali. Ora i nodi sono venuti al pettine, e se anche giungerà un po’ di giustizia per le vittime, la vergogna dell’occultamento non si potrà più cancellare.
Niccolò Celesti (Instagram)