2021-03-24
Renzi «nasconde» gli imprenditori. Il tour pagato dal «re» dei trasporti
Blindati i nomi degli altri partecipanti alla trasferta africana. Ad attendere l'ex premier c'era pure Tony Blair. Dopo la figuraccia col principe saudita, il leader di Iv pubblica su Fb una foto con le missionarie in SenegalÈ partito per l'Africa per incontrare il presidente del Senegal Macky Sall e l'ex premier britannico Tony Blair. Con lui un seguito di imprenditori lombardi. Il tutto da senatore semplice di Scandicci e da leader di Italia viva, azionista di ultraminoranza del governo di Mario Draghi. Ma lunedì sera, quando era atterrato a Dakar da circa sette ore, ha pubblicato un post in cui appariva circondato da alcune suore missionarie (dove erano finiti gli imprenditori? E Blair?). Una foto perfetta per far dimenticare altre infelici trasferte, in cui era stato immortalato con principi sospettati di essere mandanti di omicidi come Mohammed bin Salman. Sotto la foto questa lunga didascalia di spiegazione: «Cinque anni fa sono stato il primo premier a visitare alcuni paesi africani subsahariani, tra cui il Senegal. Credevo e credo che l'Italia debba investire molto in Africa: inutile dire che dobbiamo aiutarli a casa loro se poi tagliamo su cooperazione allo sviluppo e lasciamo le infrastrutture ai cinesi. Oggi sono tornato a Dakar dove domattina vedrò il presidente Macky Sall. È stato bello incontrare grazie alla nostra Ambasciata alcune realtà della cooperazione internazionale». La foto opportunity con le suorine è stata preferita a quella con Blair. Anche se Renzi ha scritto: «Ho avuto la possibilità di scambiare qualche opinione con quello che per me è un leader straordinario quale Tony Blair, anche lui a Dakar».In Italia in diversi sapevano che avrebbe incontrato l'ex leader laburista (si fa per dire), ma quasi nessuno del suo inner circle era al corrente che partisse con uno stuolo di imprenditori. Un jet privato gestito dalla Italfly di Trento (l'operatore con licenza, ma non il proprietario) è decollato da Brescia lunedì mattina con a bordo sette persone e a Malaga ha fatto scalo per imbarcare Renzi. Sulla lista degli ospiti dell'elegante Cessna e su chi abbia pagato il volo c'è la consegna del più assoluto riserbo.Ricordiamo che la fondazione Open, la vecchia cassaforte del renzismo, ha pagato 134.900 euro per il noleggio di un Falcon 900 da 12 posti per una trasferta a Washington durata poco più di 24 ore, tra il 5 e il 6 giugno 2018. Il motivo del viaggio? Un discorso di 143 secondi alla commemorazione di Robert Kennedy al cimitero di Arlington. Adesso il viaggio mordi e fuggi in Senegal. Secondo il sito specializzato Prijet.com un Cessna Citation 680 ha costi operativi che oscillano da 3.191 dollari a 6.583 l'ora di volo effettivo, che in questo caso, con lo scalo a Malaga, ammontano a circa 12 ore. Cioè la trasvolata di Renzi potrebbe aver avuto un prezzo tra i 32.000 e i 65.000 euro. La fattura è stata pagata da Italia viva o da chi altro? Il senatore semplice si è autofinanziato o è stato «sponsorizzato»?A quanto risulta alla Verità a pagare è stata la Germani Spa di San Zeno Naviglio, in provincia di Brescia. L'azienda è attiva nel settore del trasporto su strada tra gli altri, di i rifiuti, prodotti chimici, carburanti, azienda leader del trasporto su gomma di sostanze chimiche e rifiuti industriali. Fondata nel 1965, è controllata al 100% dalla Megrani Srl della famiglia Ferrari. Nel 2019 ha fatturato 83 milioni di euro. Sembra anche che a bordo del jet biturbo ci fosse pure Mauro Ferrari, amministratore delegato, nonché titolare del 60 per cento delle quote della Megrani Srl. Ma ieri dal quartier generale dell'azienda nessuno ha voluto confermare o commentare la cosa e anzi le segretarie hanno iniziato ad attaccare il telefono in faccia al cronista. E anche un presunto «consigliere» ha chiuso la chiamata dopo pochi secondi senza più ricontattarci. Non ci è andata meglio alla Italfly di Trento. Su Internet due società si vantano di possedere il jet, immatricolato I-taos: la Elimarca Srl di Istrana (Treviso) (che evidenzia «i lussuosi sedili in pelle») e la bulgara Premium jet services Ltd. Ma dal Trentino ammettono che la proprietà è italiana. La Elimarca appartiene alla Pro-gest, attiva nel settore della produzione di carta, cartone e imballaggi, società che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 429,8 milioni di euro. Il Cessna 680 è ritornato in Italia ieri sera, dove è atterrato a Ciampino (Roma) alle 19,43 (4149 chilometri percorsi in 4 ore e 58 minuti), per far scendere Renzi, il quale nel suo post aveva annunciato il rapido ritorno: «A tutti quelli che polemizzano perché sono all'estero un semplice messaggio: ci vediamo mercoledì in Senato, dove interverrò dopo il Presidente Draghi». Fonti ben informate ci confermano che a breve il leader di Italia viva ripartirà per l'Africa, questa volta con destinazione Kenya.Ma torniamo alla velocissima trasferta senegalese. Macky Sall non viene considerato un dittatore, ma, stando alle denunce dell'opposizione, sulla sua politica sta iniziando a calare l'ombra di una deriva autoritaria. Secondo quanto riportato da quotidiano online Sicurezza internazionale (edito dall'Osservatorio sulla sicurezza internazionale dell'università Luiss), «il 3 marzo, il principale leader dell'opposizione del Senegal (Ousmane Sonko, ndr), accusato di stupro, è stato arrestato. La società civile sospetta che si tratti di una mossa strategica del presidente in vista delle elezioni del 2024». Sonko ha negato le accuse, incolpando il governo senegalese. E anche tra i commenti al post di Renzi spuntano denunce sull'argomento. Un certo Lamine ha ricordato che «le prigioni sono piene di attivisti» scesi in piazza per difendere la democrazia e Soigne consiglia a Renzi di evitare di usare «un aggettivo qualificativo» per Sall. Renzi si è vantato anche dell'incontro con Blair, quasi a voler evidenziare che lui non è l'unico politico dedito a certe trasferte. Ma a differenza di Renzi che è un parlamentare in carica, l'ex primo ministro britannico ha lasciato la politica attiva nel 2007, 14 anni fa, peraltro non senza strascichi polemici, legati (pur non ricoprendo più cariche pubbliche) proprio alle sue attività da conferenziere e all'ingente patrimonio che ha messo da parte, stimato in almeno 80 milioni di sterline oltre a numerosi immobili. Un traguardo che Renzi è ben lontano da eguagliare nonostante i redditi a sei zeri.
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