Per il gruppo nel 2020 rosso da 8 miliardi. Nel cda entra il fondatore di Blablacar. Segno che la nuova strategia potrebbe spostarsi dal tradizionale mercato delle vetture (sceso del 21,3%) alla fornitura di servizi di mobilità
Per il gruppo nel 2020 rosso da 8 miliardi. Nel cda entra il fondatore di Blablacar. Segno che la nuova strategia potrebbe spostarsi dal tradizionale mercato delle vetture (sceso del 21,3%) alla fornitura di servizi di mobilitàRenault tenta di lasciarsi alle spalle le perdite record del 2020 (pari a 8 miliardi) e cerca di scommettere sull’innovazione e le nuove forme di mobilità. Il tutto con un occhio rivolto al futuro. Per questo, il gruppo automobilistico francese ha annunciato l’ingresso nel proprio consiglio d’amministrazione di Frédéric Mazzella, fondatore di Blablacar, società leader nei servizi di carpooling (ovvero di auto e viaggi in condivisione). Insieme a lui, è stato nominato amministratore indipendente anche Bernard Delpit, direttore generale aggiunto di Safran, gigante francese attivo nei settori aeronautica, spazio, difesa e tecnologia. L’ingresso di Mazzella nel cda di Renault è un segnale da leggere, forse, come l’intenzione della casa automobilistica d’Oltralpe di cambiare registro. Questo per rivolgersi non più solo ai proprietari (e acquirenti) di automobili, ma anche ai fruitori di servizi di mobilità. Tra questi figurano i giovani che tra l’altro sono particolarmente sensibili alle tematiche ambientali che si intrecciano con i nuovi modi di viaggiare. D’altra parte sono proprio i giovani che in questi anni, hanno permesso a Blablacar e ai suoi concorrenti di arrivare al successo. La ventata di freschezza che dovrebbe giungere nel cda di Renault con la nomina del nuovo amministratore è stata evidenziata da Jean-Dominique Senard, il presidente del consiglio di amministrazione del gruppo francese. Senard, in un comunicato, ha definito Mazzella come «un imprenditore innovativo di primo piano» nonché «creatore di una delle imprese più emblematiche del mondo delle nuove mobilità». In effetti quella di Blablacar è una storia di successo. La società è nata nel 2006, con il nome di Covoiturage.fr, si è sviluppata in Francia e poi è riuscita ad arrivare in 22 Paesi.Scorrendo i risultati 2020 di alcuni player del settore nuove mobilità e di quello dell’autonoleggio, si scopre che i numeri di questi mercati hanno globalmente tenuto nonostante la pandemia di Covid-19, che li aveva colpiti soprattutto durante il primo lockdown. Ad esempio, l’anno scorso la società di noleggio auto a lungo termine Arval - presente in 30 Paesi e controllata dal gruppo Bnp paribas - ha registrato una crescita della propria flotta pari al 6,4%, a livello mondiale. In aumento del 6% anche i contratti di noleggio a medio termine. Anche la società di noleggio auto Alphabet France ha chiuso il 2020 con una crescita della propria flotta pari al 2%. Per Ald - società di locazione controllata da Société Générale - le cose sono andate meno bene perché il numero di contratti di noleggio auto è sceso a 1,76 milioni (-0,4% rispetto al 2019) a livello mondiale. Tuttavia Ald punta a raggiungere la soglia dei 2,3 milioni entro il 2025. La stessa Blablacar aveva registrato, in Francia, una ripresa più rapida del previsto durante la scorsa estate. La piattaforma di carpooling aveva infatti visto crescere il numero di prenotazioni del 15% rispetto al 2019. Qualche giorno fa, su Bfm Tv, Philippe-Edouard Leclerc - proprietario dell’omonima catena di supermercati - ha annunciato una nuova offerta per il noleggio di Dacia spring nei propri punti vendita. Questo per favorire la democratizzazione del noleggio a basso costo di auto elettriche. Segno di un interesse per questo segmento del mercato dell’autonoleggio. Saranno state dunque le prospettive offerte dalle nuove forme di mobilità a far decidere a Renault di avvalersi dell’esperienza di un outsider dell’innovazione come Frédéric Mazzella? La risposta arriverà nei prossimi mesi e anni. Intanto però la casa automobilistica si è detta «ovviamente aperta a tutte le collaborazioni» come ha confermato il suo ad, Luca de Meo, durante la presentazione dei risultati. Il numero uno di Renault ha anche ricordato l’esistenza di un partenariato tra il suo gruppo e Waymo (Google). Questo per rispondere agli analisti che gli chiedevano se Apple avesse preso contatto con Renault. Nel frattempo il gruppo automobilistico transalpino dovrà migliorare i propri conti. Magari partendo dal recupero registrato nel secondo semestre del 2020. Un miglioramento che, tuttavia, non è bastato a evitare una perdita annuale di 8 miliardi di euro. L’anno scorso le vendite del costruttore d’Oltralpe sono scese del 21,3%, i ricavi del 21,7%. Il margine operativo è diminuito di 377 milioni di euro.Oltre a Renault, anche il nuovo gigante automobilistico francoitaliano Stellantis, nato dalla fusione Fca-Psa, attira l’attenzione a Sud delle Alpi. In questo caso però si tratta di cattive notizie visto che la componente italiana dell’unione sembra essere destinata a subire. Lo stesso Romano Prodi ha detto su La7 di essere «molto preoccupato» perché il nuovo gruppo «è totalmente in mani francesi». L’ex premier ha poi detto: «La maggioranza del consigliere d’amministrazione e il consigliere delegato sono francesi, il potere decisionale non è più in Italia e spero che il governo Draghi faccia presente la questione».
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






