2025-02-14
Le Regioni possono proporre le leggi ma il Pd ha deciso di forzare la mano
Eugenio Giani, presidente della Toscana (Imagoeconomica)
All’iniziativa legislativa da sottoporre al Parlamento si è preferito calpestare la Carta.La Toscana mette una bandierina politica sul fine vita. La data dell’11 febbraio a molti fa venire in mente la stipula dei Patti Lateranensi, con i quali un grande passo storico politico-sociale-laico e religioso ha permesso un importante riconoscimento sotto vari profili. Ad altri, la giornata del malato, nella quale si vuole ricordare una fragilità, quella del malato che non definisce l’individuo, ma che può diventare l’occasione per scoprire la bellezza e il valore di ciascuno, anche mentre si sperimentano le difficoltà. Altri invece ricorderanno questa data per l’approvazione della legge regionale sul suicidio assistito o, meglio, eutanasia, perché è questa la realtà della proposta di legge Cappato. Sotto mentite spoglie, per un mero servilismo politico burocratico, i consiglieri della sinistra toscana, pur battendosi il petto in Chiesa, hanno «dovuto» procedere, vista l’inerzia del Parlamento su tale questione, secondo loro, semplicemente obbligando al cambio del titolo della proposta di legge sostituendola a mero passo amministrativo, quasi lavandosene le mani, nel consentire procedure, modi e tempi di quanto già esplicitato dalle sentenze della Corte Costituzionale. Forse, però, non si sono resi conto che, non volendo, sono caduti nella loro stessa trappola, a causa della prevalenza di un interesse di partito che hanno privilegiato, in vista delle prossime elezioni elettorali, e non certo la finalità di salvaguardare la cura e la dignità della persona. Infatti il problema è il cosiddetto problema della fallacia naturalistica. Giovanni Paolo II ha più volte specificato il senso della vita e il suo valore non negoziabile da parte di nessuno ordinamento. La vita cristiana è una vita umana e a volte ci sono vari inciampi e gravi cadute. Il cristiano sa che non serve indugiare nelle cadute, ma rialzarsi e risollevarsi. Solo attraverso questo costante lavoro si può veramente formare una persona completa, padrona delle sue scelte. Ci sarà la possibilità di risollevarsi per quei consiglieri regionali che si dichiarano prontamente cattolici? Mi chiedo come sia possibile non riconoscere le chiare incertezze che la «presunta vittoria del Pd» abbia scatenato sull’intera penisola italiana e le gravi conseguenze che scatenerà. In primis, la mera derubricazione del titolo proposto da Cappato non ha eliminato la sua incompetenza costituzionale visto che trattasi sempre di materie, quelle del fine vita, di competenza esclusiva del Parlamento.Secondo elemento, alcun principio di eguaglianza viene garantito a tutela del cittadino malato, anzi verrà alimentato un macabro turismo della morte, che andrà a discapito della tutela della vita, come valore non negoziabile. Come ha osservato argutamente un noto docente di diritto costituzionale toscano, Leonardo Bianchi, «la Toscana poteva attivarsi in conferenza Stato Regioni e, per stimolo e impulso, esercitare insieme ad altre l’iniziativa legislativa di ogni Consiglio regionale verso le Camere; perché non l’ha fatto?». Me lo chiedo anche io. Forse non ne erano a conoscenza? Altro capitolo da sviluppare e veramente implementare, riguarda le cure palliative, la sedazione palliativa e tutte le altre cure di accompagnamento a un fine vita dignitoso. Non si parla di «dolce morte», che definisco un assurdo ossimoro, ma ciò che veramente rende dignitoso, non sofferto e rispettoso della persona umana, come previsto dalla Carta costituzionale e dal valore cristiano della sacralità della vita.
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