2025-07-03
Record storico per l’occupazione. E più persone cercano il lavoro
Calano gli inattivi e salgono i contratti a tempo indeterminato. Bene gli over 50, giovani più in difficoltà. Resta il nodo salari.Il presidente di Max Mara blocca il progetto del nuovo Polo della moda a Reggio Emilia: «Clima politico divisivo. Il sindaco del Pd si è schierato con la Cgil senza confrontarsi».Lo speciale contiene due articoliSecondo gli ultimi dati Istat, a maggio il mercato del lavoro italiano ha mostrato una dinamica positiva, segnata da una crescita degli occupati accompagnata da un deciso calo degli inattivi. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni scende infatti dell’1,4% rispetto al mese precedente, pari a 172.000 persone in meno. Il tasso di inattività arriva così al 32,6% (-0,5%) e il calo coinvolge sia uomini sia donne, toccando tutte le fasce d’età. Anche nel confronto tra marzo-maggio 2025 e il trimestre precedente (dicembre 2024-febbraio 2025), si registra una diminuzione degli inattivi dello 0,8%. Rispetto a maggio 2024, la riduzione degli inattivi è ancora più marcata: si contano infatti 320.000 inattivi in meno (-2,6%).«Ancora buone notizie sul fronte occupazione. I dati confermano una crescita costante del numero di persone al lavoro - e dei contratti stabili - che ci porta ai livelli più alti da quando esistono le rilevazioni. Un segnale chiaro: l’Italia sta cambiando passo», ha scritto su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commentando i dati Istat. «Sappiamo che la strada è ancora lunga, ma continueremo a investire con determinazione su lavoro, impresa e crescita. Per costruire una nazione sempre più solida, produttiva e giusta», ha aggiunto. Certo è che la vera sfida per l’esecutivo resta quella di alzare i salari, il grande ostacolo che nessun governo recente è mai riuscito a superare. I numeri positivi spiegano anche il perché del flop dei referendum della Cgil, che per l’appunto non affrontavano il tema stipendi. Soddisfatto pure il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami: «Per sostenere l’occupazione non servono il salario minimo di Schlein e compagni o i referendum e gli scioperi selvaggi di Landini, ma piuttosto il buon governo di Giorgia Meloni».Il numero degli occupati cresce su base mensile dello 0,3%, pari a 80.000 unità in più, portando il totale a 24,3 milioni. L’aumento coinvolge uomini, donne, lavoratori con contratto a tempo indeterminato, autonomi e persone con almeno 50 anni, mentre si osserva una diminuzione tra i dipendenti a termine e nelle fasce d’età più giovani. Il tasso di occupazione sale al 62,9%, con un incremento di 0,2 punti rispetto ad aprile. Nel confronto trimestrale, gli occupati aumentano di 93.000 unità (+0,4%). Su base annua, rispetto a maggio 2024, il numero degli occupati è superiore dell’1,7%, +408.000 unità. L’aumento è concentrato tra uomini, donne, fascia 25-34 anni e over 50, mentre si registra una diminuzione nelle fasce 15-24 anni e 35-49 anni. In un anno il tasso di occupazione è salito dello 0,8%.Dal punto di vista delle differenze di genere, rispetto ad aprile 2025 il tasso di occupazione è aumentato di 0,1 punti tra gli uomini e di 0,2 tra le donne. Il tasso di disoccupazione è salito di 0,5 punti tra gli uomini e di 0,3 punti tra le donne, mentre il tasso di inattività è sceso di 0,5 e 0,4 punti. Anche su base annua, per entrambi i generi si registrano segnali positivi: il tasso di occupazione cresce di 0,9 punti per gli uomini e di 0,7 punti per le donne, mentre il tasso di inattività cala di 1,1 punti tra gli uomini e di 0,5 punti tra le donne. Il tasso di disoccupazione cresce tra gli uomini e cala tra le donne.Il numero di persone in cerca di lavoro aumenta del 7,1% su base mensile, pari a 113.000 unità in più, con un incremento che interessa entrambi i generi e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione sale così al 6,5%, con un aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente. Significativo l’aumento del tasso di disoccupazione giovanile, relativo alla fascia 15-24 anni, al 21,6%, con un incremento di 1,7 punti. Nel confronto trimestrale, le persone in cerca di lavoro aumentano dello 0,8%, pari a 13.000 unità. Su base annua, rispetto a maggio 2024, il numero dei disoccupati cresce dello 0,9% (+15.000 persone).Dal punto di vista delle tipologie contrattuali, la crescita del numero degli occupati è trainata soprattutto dai dipendenti permanenti, in aumento dello 0,4%, e dai lavoratori autonomi, in crescita dello 0,3%. Questi incrementi compensano ampiamente la contrazione dei contratti a termine, in calo dello 0,2%. Su base annua, l’occupazione cresce del 2,4% tra i dipendenti permanenti, con un aumento di 388.000 unità, e del 3,5% tra gli autonomi, pari a 175.000 unità in più, mentre i lavoratori a termine diminuiscono del 5,5% con una perdita di 155.000 unità.Per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro per fasce d’età, tra aprile e maggio si rileva una dinamica differenziata. Nella fascia 15-34 anni diminuiscono sia il tasso di occupazione sia quello di inattività, mentre aumenta il tasso di disoccupazione. Per le altre classi di età, il tasso di inattività è in calo, mentre crescono i livelli occupazionali. Il tasso di disoccupazione aumenta tra 35 e 49 anni e resta stabile tra 50 e 64 anni. Su base annua, il tasso di occupazione diminuisce nella fascia 15-24 anni, è stabile nella fascia 25-34 anni e cresce per le restanti classi di età. Il tasso di disoccupazione aumenta tra coloro che hanno meno di 50 anni e cala invece tra 50 e 64 anni. Il tasso di inattività sale tra i più giovani (15-24 anni) e scende nelle altre fasce.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/record-storico-occupazione-lavoro-italia-2672559424.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-dem-minano-il-piano-da-100-milioni" data-post-id="2672559424" data-published-at="1751496250" data-use-pagination="False"> I dem minano il piano da 100 milioni Max Mara era pronta a investire 100 milioni per un Polo della moda a Reggio Emilia: un maxi progetto che avrebbe portato lavoro con la riqualificazione dell’area ex Fiere. Ma il cantiere è saltato a causa del sindaco, il dem Marco Massari, e della Cgil. Il progetto era stato approvato dal Consiglio comunale, ma settimana scorsa c’è stato il colpo di scena perché il primo cittadino ha creato secondo Luigi Maramotti, presidente del gruppo tessile, un «clima politico divisivo». Il dibattito del 23 giugno in Consiglio comunale infatti si è incentrato sulle relazioni industriali interne all’azienda dopo uno sciopero proclamato dalla Cgil alle Manifatture di San Maurizio, controllate da Max Mara: il primo in 40 anni.Il sindaco non ha mancato di salire sul carro della protesta scrivendo su Facebook: «Abbiamo confermato alle lavoratrici l’auspicio che il confronto in atto porti a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle dipendenti dell’azienda ribadendo che sarebbe importante l’applicazione del contratto nazionale di lavoro e lo sviluppo di relazioni sindacali avanzate. Nella piena consapevolezza che esistono confini all’interno dei quali l’amministrazione comunale può muoversi, riteniamo che le segnalazioni di tutte le dipendenti meritino attenzione. Esistono organi competenti a dirimere ogni questione dal punto di vista giuridico e sindacale ma, con la finalità di trovare soluzioni efficaci, auspichiamo che maturi un dialogo tra l’azienda, i rappresentanti sindacali e le lavoratrici».Parole che hanno scatenato la reazione di Maramotti, che ha annunciato il ritiro definitivo dal Polo della moda spiegando che il progetto «immaginato fin da novembre 2023, si è scontrato con un contesto politico che ne ha minato le fondamenta» perché la politica locale si è concentrata «non sui meriti urbanistici ed economici del progetto, ma sulle relazioni industriali interne al gruppo». Il voto favorevole del Consiglio «è stato in realtà condizionato a future verifiche sul comportamento del nostro gruppo come se avessimo bisogno di stimoli esterni per rispettare la legalità». Non solo: «Ci è assolutamente incomprensibile», ha detto il presidente di Max Mara, «perché il sindaco non abbia in nessun modo cercato di approfondire la fondatezza dei fatti riportati prima di esprimersi pubblicamente, allineandosi con le affermazioni unilaterali di una singola componente sindacale». Poi la pietra tombale: «Non posso permettere che durante questo percorso residuo siano ulteriormente danneggiati la reputazione dell’azienda e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che la fanno vivere. Non possiamo esporci ad attacchi diffamatori che minino ingiustamente il marchio Max Mara alla vigilia del 75° anniversario dalla fondazione». E ancora: «Si augura che il lavoro di analisi svolto sull’area possa comunque essere utile in futuro per individuare un soggetto attuatore in grado di realizzare un progetto alternativo».Mentre Massari finisce sotto il fuoco dell’opposizione, che chiede le sue dimissioni, la Cgil non scende dalle barricate. E intanto la città perde un’occasione di sviluppo che avrebbe portato al raddoppio del campus Max Mara.Una situazione paradossale anche perché la scelta di incrociare le braccia è stata sconfessata da parte delle dipendenti che hanno scritto una lettera: «Pur riconoscendo l’importanza del diritto allo sciopero esercitato da alcune nostre colleghe, che evidentemente percepiscono un disagio nel proprio ambiente di lavoro, riteniamo doveroso prendere le distanze da alcune affermazioni e modalità che sono emerse durante la protesta», hanno detto, «Riteniamo inaccettabili i toni aggressivi, le accuse personali e alcune espressioni utilizzate durante la protesta, come “schiave”, “obese” o “mucche da mungere”, che non rispecchiano in alcun modo il clima all’interno dello stabilimento né il vissuto della maggioranza di noi».