2025-01-13
Le proteste per Ramy sono una scusa. Dai centri sociali è caccia ai poliziotti
Cartelli, sedie, petardi, molotov, sassi: addosso alle forze dell’ordine è piovuto di tutto. La Schlein condanna ma accusa la destra di strumentalizzare, il Colle tace. Per Piantedosi c’è una strategia che cerca l’incidente.La morte di Ramy Elgaml, dopo il lunghissimo inseguimento dei carabinieri nel cuore del quartiere Corvetto a Milano, per i movimenti antagonisti e dell’ultrasinistra si è trasformata nel pretesto per scagliarsi contro chiunque indossi una divisa.Da Bologna a Roma, passando per Milano, sabato le strade sono diventate l’arena di scontri accesi, con assalti ai cordoni di sicurezza delle forze dell’ordine e ordigni artigianali sempre più potenti. Il bilancio è pesante: a Bologna dieci agenti feriti e due manifestanti denunciati; a Roma otto poliziotti feriti con dei petardi e decine di perquisizioni eseguite in diversi quartieri con attività investigative anche per reati legati a estremismo politico e contro l’ordine e la sicurezza; a Milano danni alle infrastrutture e provocazioni da arruffapopoli.Il comune denominatore delle tre manifestazioni di sabato è la caccia alla sbirro. A Bologna bottiglie, petardi e sassi sono stati lanciati contro gli agenti in presidio. Un cantiere è stato sfondato, i tavolini dei bar sono stati scaraventati in strada. Lungo via del Pratello, petardi e bombe carta hanno trasformato la strada in un campo di battaglia. La polizia, dotata di maschere antigas, ha risposto lanciando lacrimogeni. Quando tutto sembrava placarsi, il caos si è spostato altrove: piazza Cavour, galleria Cavour, piazza Minghetti. Cassonetti in fiamme, arredi urbani distrutti, vetrine dei negozi devastate. Vandalizzata anche la sinagoga.A Roma è il quartiere San Lorenzo a trasformarsi nel teatro degli scontri. Circa 300 giovani, appartenenti ai centri sociali e ai movimenti studenteschi, hanno dato vita a un corteo non autorizzato. Le bombe carta e i fumogeni hanno colpito un supermercato, poi le camionette della polizia. Il bilancio è di otto poliziotti feriti e tre persone arrestate. Anche qui la protesta si è trasformata in una forma di vendetta contro chi indossa una divisa. A Milano il corteo è partito pacificamente da piazza San Babila. Ma, strada facendo, si è tramutato in un flashmob di provocazione: vernice rossa sull’asfalto, striscioni che riconducono la morte di Ramy al «razzismo di Stato». Sebbene non ci siano stati feriti tra le forze dell’ordine, i danni agli arredi urbani e i numerosi atti vandalici hanno prodotto diverse identificazioni. «Non sono manifestazioni di dissenso ma proditori attacchi alle forze dell’ordine», denuncia il segretario generale del sindacato di polizia Consap, Patrizio Del Bon, «La dinamica degli scontri e i ripetuti attacchi ai presidi di polizia innescano l’idea che gli episodi possano appartenere a un unico disegno criminale». «Non possiamo limitarci a parlare di scontri o tensioni, si tratta di veri e propri atti criminali che non solo mettono a rischio l’incolumità dei nostri colleghi, ma rappresentano un chiaro attacco alle istituzioni democratiche del nostro Paese», valuta il segretario generale del Coisp, Domenico Pianese.Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha subito condannato le violenze: «Il diritto a manifestare non può mai giustificare atti di intimidazione o violenza». Secondo l’Agi, Piantedosi riterrebbe che dietro la crescente aggressività di gruppi antagonistici, che sfruttano «il paravento di confuse ed episodiche rivendicazioni legate ai fatti di cronaca», ci sia una strategia di ricerca dell’incidente per creare elementi di destabilizzazione del quadro politico. «Da qui il richiamo del titolare del Viminale alla condivisione, da parte di tutti, del rifiuto dell’utilizzo della violenza come strumento della lotta politica, condivisione fin qui», scrive l’Agi, «spesso negata da prolungati silenzi o da argomentazioni talvolta incomprensibili tese in alcuni casi più a stigmatizzare il comportamento delle forze dell’ordine invece che i comportamenti dei delinquenti. Il ministro su questo punto, sempre secondo quanto si apprende, intende mantenere estrema chiarezza su una posizione di assoluta vicinanza al personale delle forze di polizia». Dal governo il coro è unanime. E Giorgia Meloni sbotta: «Abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos a opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo». Poi ha aggiunto: «Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte». «Criminali rossi assaltano le forze dell’ordine a Roma e vandalizzano la sinagoga di Bologna. Scene indegne e vergognose. Sempre dalla parte di donne e uomini in divisa», ha commentato sui social il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.«Chiediamo di chiudere i centri sociali violenti», ha affermato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi, che purtroppo continuano a ripetersi con preoccupante regolarità», ha dichiarato il presidente del Senato ,Ignazio La Russa. «Dopo gli attacchi di Roma, quanto accaduto nella notte a Bologna suscita ulteriore indignazione per i metodi violenti di chi sfrutta le manifestazioni per legittimare azioni aggressive», è la valutazione del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.A sinistra, invece, eccezion fatta per Pierfrancesco Majorino, che ha condannato le violenze sostenendo che «sono il modo peggiore per reagire ai fatti che hanno portato alla morte di Ramy», si sono tutti concentrati sulla sinagoga, ponendo in secondo piano le aggressioni agli uomini in divisa. Da Elly Schlein, che ha offerto «supporto al sindaco di Bologna e ai cittadini bolognesi» per «la devastazione e le violenze della scorsa notte che hanno colpito anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine, oltreché la sinagoga», e che ha accusato la destra che governa «di fare politica sulle violenze», a Stefano Bonaccini: «Indegno l’attacco alla sinagoga di Bologna, da condannare duramente assieme alle violenze ai danni delle forze dell’ordine e gli atti vandalici nel centro storico cittadino».Ma ad alimentare il clima di odio (come da denuncia sui canali social ufficiali di Fratelli d’Italia) ci sono addirittura associazioni come l’Arci. In uno dei circoli due militanti, sulle note di Sere nere di Tiziano Ferro, cantano «con la Meloni e Salvini il Ventennio è già qua, vi famo neri perché i fasci devono morire a testa in giù». E mentre gli appelli della famiglia di Ramy restano inascoltati («La memoria di Ramy deve essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione»), il Colle resta clamorosamente in silenzio.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi