2023-05-23
«Ma le tasse vanno cancellate tutto l’anno»
Gabriele Ragazzini, frutticoltore colpito dall’alluvione: «Rinviare le gabelle serve a poco, prima o poi andranno pagate, e si parla di centinaia di migliaia di euro. Invece ora abbiamo bisogno di liquidità per riparare i danni subiti ed evitare di licenziare il personale».Gli agricoltori colpiti dall’alluvione degli ultimi giorni in Emilia-Romagna sono critici verso il provvedimento di emergenza ipotizzato dal governo Meloni a favore degli alluvionati che stabilisce la sospensione di tutti gli adempimenti tributari per le zone colpite. Quello che chiedono, più di ogni altra cosa, è non pagare le imposte quest’anno. Solo così avranno la possibilità di utilizzare quei soldi per riparare i danni e ripartire con l’attività. La Verità ne ha parlato con Gabriele Ragazzini, frutticoltore di Faenza impegnato anche in Coldiretti e a capo della Società Agricola Ragazzini Gabriele&C.Quanti danni avete avuto con l’ultima alluvione?«È ancora difficile quantificare i danni. Quello che è certo è che noi agricoltori colpiti dall’alluvione abbiamo bisogno di liquidità per far fronte ai problemi che stiamo avendo. Una sospensione del pagamento delle imposte ci servirebbe a poco perché prima o poi si deve pagare. Ci sarebbe molto più utile uno stop al pagamento delle tasse per quest’anno. Noi abbiamo avuto dei danni piuttosto ingenti e la mia società non è nemmeno quella messa peggio. Ci sono aziende che sono andate completamente sott’acqua e hanno perso anche l’attrezzatura, le abitazioni, le automobili. Non so quanti soldi serviranno per tornare come prima. Una volta pulito tutto c’è da asciugare e non è chiaro che le attrezzature rovinato potranno essere riparate. A volte aggiustare un trattore non conviene, può essere meglio comprarlo nuovo. Solo quello sono circa 30.000 euro. Tutto questo, senza calcolare quello che salterà fuori alle piante perché queste rispondono in almeno due o tre settimane. Una pianta che rimane a mollo per quattro giorni potrebbe non riprendersi mai e andrebbe sostituita».Nel suo caso, quanto l’aiuterebbe non dover pensare alle imposte?«Noi abbiamo 70 ettari di frutteto e 35 dipendenti. I costi che abbiamo sono importanti e un abbattimento del pagamento delle tasse mi darebbe ossigeno per diverse centinaia di migliaia di euro. Sarebbe pesante se non ci fosse un’azione forte da parte del governo. Ritardare i pagamenti serve a poco, inoltre quest’anno non so quanto riuscire a incassare con le nostre produzioni». In anni normali quanto fatturate all’incirca?«Di norma abbiamo un giro che passa il milione di euro con costi annuali per oltre 700.000 euro tra manodopera e imposte. Difficile dire al momento quanto faremo quest’anno. Oggi, ad esempio, i kiwi sembrano in buone condizioni, ma magari poi il frutto non cresce per la botta e io non posso vendere nulla».In percentuale quanto pagate di imposte all’anno?«In linea di massima, comprese le spese dei dipendenti, siamo intorno al 25% del fatturato annuale».Questo significa che senza il pagamento delle imposte avreste il 25% di liquidità in più per far fronte ai danni?«Esattamente».E se questo non avvenisse?«Molto dipende anche dalla produzione. Se va tutto avanti, il personale resta lo stesso. Se invece dovesse calare, saremmo costretti a fare tagli al personale e, se ancora non basterà, si andrà in banca a chiedere dei finanziamenti. Tanti agricoltori sono nella nostra situazione. La mia paura è che, dopo il Covid, molte aziende finiranno per chiudere perché non ce la fanno». Voi agricoltori cosa chiedete al governo?«Noi chiediamo liquidità subito, soldi subito. Io opero anche all’interno di Coldiretti e noi stiamo chiedendo al governo l’annullamento delle imposte per aiutare tutti gli agricoltori. Veniamo da tre annate dove tra gelate e pandemia la situazione non è stata certo facile. Veniamo da anni difficili dove abbiamo avuto metà della produzione e ora che sembrava tutto tornato alla normalità questa alluvione ci ha messo in ginocchio di nuovo. Qui in zona ci sono aziende che non hanno raccolto niente per due anni. La situazione è drammatica. Io ero riuscito a salvare tutto dalle gelate e ora dobbiamo affrontare i danni dell’alluvione. Tante aziende chiuderanno, spero che non accada, ma dopo queste annate difficile è inevitabile. Se le aziende del settore chiudono, ci andiamo di mezzo tutti perché poi i costi diventano insostenibili a livello di filiera». Voi che tipo di frutta producete e quali prodotti saranno i più colpiti?«Già ho visto che le ciliegie sono crepate e parte della produzione non sarà commerciabile. Poi abbiamo albicocche, pesche, mele, kiwi giallo e verde. La mia paura maggiore riguarda il kiwi giallo e il pesco. Sono piante che hanno bisogno di non avere stress idrici». Di quanto raccolto si parla nel vostro caso?«Noi facciamo 3.000 quintali di kiwi giallo e altrettanti di kiwi versi. Per le pesche siamo sui 4.000 quintali e le ciliege circa 300 quintali, non molto. Alcuni danni si vedono già, ma bisogno attendere per avere un resoconto dettagliato. Se non ci saranno grosse piogge tra una ventina di giorni avremo più notizie». Le assicurazioni non vi aiutano?«Noi siamo assicurati contro la grandine e c’è chi è assicurato contro la brina. Non so quanti siano assicurati contro una alluvione come quella che abbiamo avuto».
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Elly Schlein (Imagoeconomica)