2023-03-31
«Ragazze elettriche», la serie tv che tratta l'uguaglianza di genere senza scadere nella retorica
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«The power» (Amazon Prime Video)
Naomi Alderman, vincitrice nel 2017 del Baileys Women’s Prize, in Ragazze Elettriche (The Power), al debutto oggi su Amazon Prime Video, ha dimostrato, e senza inciampare nelle proprie bandiere, che non c’è differenza fra l’uomo e la donna, ma un’uguaglianza destinata a inchiodare entrambi al ruolo di carnefici.Anche le donne sono brutte e cattive, e non c’è retorica di genere, non c’è stereotipo che possa sostanziare l’affermazione. Naomi Alderman, vincitrice nel 2017 del Baileys Women’s Prize, avrebbe potuto abusare di una narrativa ormai nota: «vendicare» le donne, liberarle delle sovrastrutture che il partriarcato ha imposto loro, rompere il giogo attraverso la banalità. Invece, in Ragazze Elettriche (The Power), ha fatto altro, l’opposto. Ha dimostrato, e senza inciampare nelle proprie bandiere, che non c’è differenza fra l’uomo e la donna, ma un’uguaglianza destinata a inchiodare entrambi al ruolo di carnefici.Ragazze Elettriche (The Power), romanzo del quale Amazon Prime Video s’è assicurata i diritti di adattamento, è l’analisi di una distopia. Cosa succederebbe se, in un bel giorno del futuro prossimo, le donne sviluppassero una forza in grado di sovvertire l’ordine sociale? Cosa accadrebbe allora se fossero le donne, non più gli uomini, a tenere le redini del mondo? Saremmo forse migliori? Avrebbe il pianeta una forma diversa? Regnerebbe la pace sulla Terra, il placido incedere di un matriarcato buono e gentile? Naomi Alderman, che il proprio libro ha scritto a braccia, giurando di non aver saputo fino alla fine dove sarebbe andata a parare la sua storia, ha risposto di no. Nessun idillio, nessun paradiso in Terra. L’avvento del matriarcato, la stessa che in altre produzioni (letterarie e televisive) è sempre veicolo di un’estenuante frenesia ideologica, non sarebbe né più né meno di quel che è stato il patriarcato. «Ho sperato, quantomeno all’inizio, che potesse essere bello per una donna provare a sentire e immaginare come sarebbe ritrovarsi in una posizione dominante. È sempre bello poter sbirciare altri mondi e chiedersi come sarebbe la società se fosse il contrario di quel che è. Alla fine, però, è doveroso chiedersi “Sono le donne migliori degli uomini?”. Non lo sono», ha spiegato la scrittrice al New York Times, «Le persone sono solo persone. Non è necessario pensare che tutti gli uomini siano orribili per sapere che ci sono uomini che abusano della propria forza. Perché allora la stessa consapevolezza non dovrebbe essere vera per le donne? C’è una piccola percentuale di sadici nel mondo, che rovina la vita al resto di noi», ha detto.E prima lo ha scritto, in un romanzo, Ragazze Elettriche, che Amazon Prime Video ha trasposto in una serie tv, al debutto online venerdì 31 marzo.Ragazze Elettriche (The Power), i cui diritti sono stati contesi fra undici studi, è la storia di una metamorfosi inspiegabile, fulminea, irreversibile. È successo d’improvviso, prima le ragazze, poi l’intero genere femminile. Ogni donna sulla faccia della Terra si è scoperta capace di produrre scosse elettriche. Di dare la morte e torturare e folgorare chiunque altro. È stato un attimo, e l’ordine mondiale è stato sovvertito. Le donne hanno preso il potere e destituito gli uomini. Ma la Terra non ne ha tratto giovamento. Non c’è stata pace, non sono finite le guerre. Le donne, una volta al potere, hanno fatto esattamente quel che nei secoli hanno rimproverato agli uomini: hanno stuprato e ucciso e ridotto in schiavitù la controparte. «Se vivessimo nel mondo che ho immaginato, non credo che potrei essere magicamente esclusa dalle sue dinamiche. Non credo di poter dire che in quel mondo sarei la persona illuminata. Con o senza quel potere, sarei portata a comportarmi così come il sistema mi insegna», ha detto, portando oltre la sua logica, applicandola alle pagine più brutte della storia recente. «Pensi», ha chiesto la Alderman, ebrea di nascita, al giornalista del New York Times, «Pensi che se fossi vissuto nella Germania del 1930 avresti capito immediatamente che Lebensraum era una bugia? Che avresti cercato di assassinare Hitler? Credi davvero che la tua etica sarebbe stata tanto eccezionale da spingerti a ribellarti subito?». La domanda non ha avuto bisogno di una risposta esplicita. Naomi Alderman ha lasciato aleggiasse nell’aria, e quel che doveva dire l’ha messo nel libro prima, nella serie poi. Ragazze Elettriche non è un’apologia del patriarcato o degli errori maschili, e non è una vendetta attuata per riscattare il genere femminile. È, piuttosto, un’analisi imparziale dell’animo umano, senza qualificazioni di genere. Siamo lupi, creature fragili ed egoiste. Siamo uguali davanti al potere. E la serie, con Toni Collette fra i protagonisti, riesce a ribadirlo senza cadere (e scadere) nelle trappole di una retorica fin troppo nota.
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