2019-08-12
Nicolò Zanon, ex presidente della Corte costituzionale (Imagoeconomica)
La rivelazione di Nicolò Zanon, ex presidente della Corte costituzionale: «Il potere delle correnti arriva anche sull’assegnazione dei tavoli in terrazza. I posti più belli erano di Magistratura democratica e Area».
All’esame di diritto pubblico, una delle domande che possono capitare è la funzione del Consiglio superiore della magistratura. E un bravo studente ripeterebbe a pappagallo che «il Csm è un organo di governo autonomo, presieduto dal presidente della Repubblica, con lo scopo di garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato». Almeno questo è quello che ci hanno insegnato a scuola. Ma la realtà è ben diversa.
Nicolò Zanon, noto costituzionalista, oggi professore di diritto costituzionale alla Statale di Milano, con un passato da giudice e poi vicepresidente della Corte costituzionale, dal luglio 2010 al settembre 2014 è stato membro del Csm, su indicazione dell’allora Popolo della libertà. E in quegli anni ne ha viste e sentite di cotte e di crude. Ospite di Atreju, il professor Zanon ha raccontato alcuni aneddoti, risaputi, ma allo stesso tempo sconcertanti. Allora come oggi, al Csm era tutto lottizzato dalle correnti. I 20 giudici togati di Magistratura indipendente, Area, UniCost e Magistratura democratica si spartivano tutto. E per tutto si intende tutto, dagli autisti alle donne delle pulizie, fino ai tavoli della buvette dove pranzavano. I dieci membri laici eletti dal Parlamento dovevano solo rassegnarsi. «Il potere delle correnti era talmente forte da coinvolgere non solo i componenti togati, ma addirittura tutto l’ambiente di funzionari che lavoravano intorno a loro», spiega Zanon alla Verità.
Ad esempio, gli autisti che portavano i consiglieri da casa al Csm erano selezionati correntiziamente, ovvero, se tu eri l’autista di Magistratura democratica o di Area, quando cambiava la consiliatura, venivi assegnato ai nuovi componenti togati delle stesse correnti. «Era poi una prassi sedersi in plenum come se fosse un parlamentino», svela Zanon: «C’erano tutti quelli delle correnti da una parte e tutti i laici dall’altra. Su pressione del capo dello Stato e di un togato eletto come indipendente, Paolo Corder, si volle cercare di spezzare questa consuetudine e iniziammo a sederci in ordine decrescente per età. Quando non c’era Napolitano, al posto del presidente sedeva il più anziano e poi, a scorrere, i più giovani. Quando c’erano delle discussioni non previste che non avevano potuto concertare prima, diventava una baraonda, si telefonavano e si consultavano con il capogruppo. Un plenum disfunzionale e disordinato».
Zanon, che si occupava di ordinamento giudiziario, ammette che «in un ambiente così non era facile lavorare. Era complicato operare in maniera indipendente, bisognava volerlo fare e per riuscirci si doveva sgomitare. Il laico era sempre in minoranza, per contare di più dovevamo essere tutti insieme ma raramente accadeva ed è chiaro che con due terzi contro un terzo la partita era difficile in partenza, vincevano sempre loro. Ogni magistrato dovrebbe essere indipendente dagli altri e ragionare con la propria testa, avere una propria autonomia; invece, lì si sentiva forte il peso delle decisioni di gruppo. All’epoca l’alleanza era tra Area e UniCost».
In particolare, Zanon riferisce di un episodio del 2011 che lo scosse particolarmente «tanto che la pressione mi salì a 190 e da allora iniziai a soffrirne». Un caso emblematico. «Ci venne assegnata la pratica per un fuori ruolo. Era una magistrata che doveva essere assegnata alla Corte internazionale ma non era gradita alle correnti. Scrissi di mio pugno una relazione favorevole. Uno dei magistrati segretari scrisse a sua volta una relazione contraria. Cosa che di solito non succedeva mai. Mi sembrò una pratica scorretta e protestai in plenum. Ci fu una specie di rivolta dei magistrati segretari. Anziché valutare individualmente i casi, i magistrati seguivano gli input della corrente del proprio gruppo. Adesso c’è un concorso, ma allora i magistrati segretari venivano scelti dalle correnti ed erano alle loro dipendenze. E i laici erano nelle mani di questi magistrati».
Nemmeno per pranzare si era indipendenti. «In cima a Palazzo dei Marescialli c’è una terrazza molto bella», racconta Zanon, «dove è stata ricavata una buvette. Lì le correnti andavano a pranzo. Ne avevano diritto solo i togati, non noi laici che invece andavamo al ristorante, pagandocelo». E anche i tavoli della buvette erano lottizzati. «I tavoli più belli, che davano sulla piazza, erano quelli di Magistratura democratica e di Area, quello di UniCost era meno prestigioso. Quello di Magistratura indipendente, in minoranza, non aveva vista sull’esterno. Il clima era questo». Persino le donne delle pulizie erano divise in correnti. «Venivano assoldate dalle correnti per fare la spesa ai magistrati», rivela divertito Zanon, «e portavano il cibo in buvette per i togati così non avevano bisogno di andare al ristorante». Anche se guadagnavano 12.000 euro al mese.
Ecco perché il referendum sulla separazione delle carriere è così importante. «Questo è il Csm che questa riforma cerca di svellere», chiosa Zanon, «con la scelta del sorteggio dei togati molto contestata e temuta dalle correnti perché così perderebbero il loro potere».
Alla faccia della indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato.
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2025-12-16
Narcotraffico, Inselvini: «È il momento di dire basta. Pugno di ferro contro chi semina degrado»
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(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia riguardo il traffico di stupefacenti durante la sessione plenaria di Strasburgo.
La sede della Bce a Francoforte (IStock)
Francoforte, dopo l’ingerenza sulle riserve auree, ora critica la manovra per i prelievi extra sugli istituti: «Pregiudicano l’erogazione del credito». Nuovo emendamento dell’esecutivo: 3,5 miliardi alle imprese.
La Bce torna a gamba tesa contro la legge di bilancio. Dopo il contenzioso con il governo sul tema delle riserve auree della Banca d’Italia, risolto con la riformulazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia, ora nel mirino c’è il prelievo sulle banche.
La Banca centrale europea, nel suo parere «relativo alla tassazione delle istituzioni finanziarie», sottolinea che le misure a carico degli istituti potrebbero avere una serie di effetti negativi in termini, fra gli altri, di erogazione del credito, utili, patrimonio e liquidità. «Sebbene gli enti creditizi presentino ancora una buona solidità finanziaria e una prima valutazione dell’impatto del disegno di legge suggerisca che la situazione non cambierebbe dopo la sua adozione», si legge nel documento, «il previsto aumento della pressione fiscale potrebbe pregiudicare l’erogazione del credito all’economia».
Per la questione delle riserve auree, nel testo riformulato si fa riferimento al Trattato Ue e si precisa che «le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al popolo italiano».
La manovra è entrata nella fase decisiva. Ieri è stato presentato un nuovo pacchetto del governo da 3,5 miliardi a favore delle imprese, che riguarda i temi delle Zes (le Zone economiche speciali), l’iperammortamento sugli investimenti delle imprese (passerà da uno a tre anni), industria 5.0, caro materiali e la riprogrammazione dei fondi destinati al Ponte sullo Stretto, dal 2025 al 2026.
Le coperture previste sono sulla previdenza complementare (obbligatorietà del silenzio assenso sull’adesione alla pensione integrativa) e le assicurazioni. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha precisato che «i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato». Il quadro della manovra è stato delineato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di una riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio a Palazzo Madama.
L’opposizione ha alzato le barricate accusando il governo di voler «riscrivere la manovra». «Tre miliardi a favore delle imprese sono briciole», ha commentato il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, mentre il M5s parla di «legge di bilancio da buttare».
Un emendamento, riformulato dal governo, interviene sui liberi professionisti (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti) che lavorano per la pubblica amministrazione o devono ricevere compensi comunque finanziati con soldi pubblici, stabilendo che il pagamento delle parcelle venga bloccato se il professionista non è in regola col fisco o con il pagamento dei contributi.
La norma ha scatenato le proteste delle associazioni di settore, ma anche nella maggioranza si sono alzate voci di protesta. Fratelli d’Italia ha chiesto di attenuare la norma mentre la Lega ha presentato in commissione Bilancio del Senato un emendamento soppressivo del «filtro fiscale», sostenendo che la misura rischia di bloccare collaborazioni essenziali. Il governo sta valutando una correzione.
Rimane la tassa di 2 euro sui pacchi fino a 150 euro di valore spediti dai Paesi extra-Ue nonostante il Consiglio europeo abbia deciso, qualche giorno fa, di mettere, dal prossimo luglio, un dazio di 3 euro. Il settore della logistica e le associazioni dei consumatori hanno però sollevato forti critiche perché se entrambe le misure dovessero entrare in vigore senza coordinamento, su una singola spedizione potrebbero gravare due imposte distinte, con effetti sui prezzi finali.
Sarebbero saltati, per mancanza di coperture, la proroga di Opzione donna e un nuovo semestre di silenzio-assenso per dirottare il Tfr verso i fondi pensione. Roma capitale, invece, potrà contare su fondi certi perché un emendamento del governo la esclude dal meccanismo del fondo perequativo. Più soldi in arrivo anche per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano: 200 milioni nel biennio 2026-2027 e 50 milioni nel 2028.
Il pacchetto presentato dal governo contiene anche misure che spaziano dalla giustizia tributaria all’introduzione di un nuovo gioco denominato «Win for Italia Team», dalle misure per le Forze di polizia per Milano-Cortina agli interventi nella città di Matera. Un sub-emendamento di Fratelli d’Italia contiene la proroga per il 2026 del credito d’imposta per design e ideazione estetica, innalzato dal 5 al 10%. Tra gli emendamenti ancora attesi ci sono quelli sugli enti locali e alcune norme sulla sicurezza sul lavoro.
C’è poi un ripensamento sui tagli al settore dell’informazione. Fratelli d’Italia ha chiesto di modificare la proposta del governo che, nella versione attuale della manovra, prevede una riduzione di 10 milioni di euro l’anno al finanziamento della Rai nel triennio 2026-2028. La stessa richiesta riguarda il comma che taglia di 20 milioni di euro annui i contributi a tv e radio locali, una misura che ha incontrato forti resistenze nella maggioranza.
Ora la manovra entra nell’iter dell’esame ad oltranza nella commissione Bilancio. Il calendario stabilito prevede convocazioni anche in seduta notturna fino a sabato 20 dicembre alle 9. Poi il testo dovrà essere approvato nell’aula di palazzo Madama e quindi passare all’esame della Camera che, tra Natale e San Silvestro, dovrà approvarlo senza modifiche, in modo da rispettare il termine del 31 dicembre.
È scontato che il governo farà ricorso al voto di fiducia per tagliare i tempi della discussione.
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(Arma dei Carabinieri)
In occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione di Washington (Cites), l’Arma ha celebrato «Cites: 50 anni di tutela della biodiversità globale», mezzo secolo di impegno nella tutela delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, con la presentazione ufficiale del Calendario Cites 2026.
Presso la Scuola Ufficiali Carabinieri l'evento è stato presentato da Licia Colò, alla presenza del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Gen. C.A. Fabrizio Parrulli, Comandante del Cufaa(Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri). Nel corso dell’evento, anche il Segretario Generale della Convenzione delle Nazioni Unite Cites, Ivonne Higuero, ha rivolto un video-messaggio di saluto alla platea, elogiando l’impegno pluriennale profuso dai Carabinieri e dalle autorità italiane nel contrasto ai traffici di specie selvatiche protette.
La Convenzione Cites, ratificata dall’Italia con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975, rappresenta oggi il più importante strumento internazionale per garantire un commercio sostenibile di oltre 40.000 specie di fauna e flora protette. Adottata dalle Nazioni Unite e ratificata da 185 Paesi, la Convenzione costituisce il pilastro normativo per impedire che mercati illegali, abusi e prelievi eccessivi compromettano la sopravvivenza delle specie più vulnerabili.
Il Calendario Cites 2026, realizzato dal Raggruppamento Carabinieri Cites del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità del Cufaa, ripercorre l’incessante lavoro svolto prima dal Corpo Forestale dello Stato e, dal 2017, dall’Arma dei Carabinieri attraverso i Nuclei Cites, nel contrasto ai traffici illegali e nella salvaguardia della biodiversità globale.
L’opera accompagna il pubblico in un viaggio attraverso 12 storie emblematiche, ognuna dedicata a una specie protetta che, grazie all’azione dei Carabinieri, ha trovato una nuova possibilità di vita. Tra queste, Edy e Bingo, due scimpanzé sottratti a gravi maltrattamenti in circhi e locali notturni; il leopardo rinvenuto in uno zoo privato illegale a Guspini (VS) e trasferito in una struttura idonea; Oscar, una rara tigre bianca recuperata da condizioni incompatibili con il benessere animale.
Il calendario racconta, inoltre, il ritorno alla libertà di centinaia di esemplari di Testudo graeca e Testudo hermanni, reimmessi nei loro habitat naturali dopo essere stati sequestrati ai traffici illegali, così come il delicato rimpatrio di numerose piante del genere Copiapoa nel deserto di Atacama, in Cile.
A chiudere il racconto, l’energia dei tursiopi, nuovamente liberi di nuotare in acque pulite e adeguate, testimonianza del successo delle attività di recupero e trasferimento operate dagli specialisti Cites.
Ogni storia rappresenta un simbolo del trionfo della legalità sulla sofferenza, sull’abuso e sul profitto illecito, e riflette l’impegno quotidiano dei Carabinieri nel difendere ecosistemi, specie rare e patrimoni naturali che appartengono all’intera umanità.
Nel corso dell’evento, sempre all’interno della Scuola Ufficiali Carabinieri, è stata allestita una mostra fotografica a cura del fotografo Marco Lanza, dal titolo: “Vite spezzate: dal contrasto al commercio illegale in Italia, i reperti confiscati del deposito centrale dei Carabinieri Cites”, con scatti realizzati nel Deposito di Magliano dei Marsi (AQ), gestito dal Raggruppamento Carabinieri Cites, dove viene custodita gran parte dei reperti confiscati durante le attività di contrasto al traffico illecito di animali e piante in via d’estinzione. Ogni fotografia riporta animali diventati oggetti tra oggetti, volutamente inseriti dall’autore in un contesto scarno ed essenziale, che quasi fanno percepire incredulità nel trovarsi in un luogo come questo; animali che interrogano l’osservatore mentre sembra vogliano uscire e riconquistare il proprio ruolo in natura.
Il cinquantesimo anniversario della Cites e il nuovo Calendario 2026 sono dunque l’occasione per riaffermare il valore della cooperazione internazionale e il ruolo determinante dell’Italia – e dell’Arma dei Carabinieri – nel contrasto alla criminalità ambientale e nella protezione della biodiversità mondiale.
Sul Calendario è riportata anche una personale dichiarazione del Gen. C.A. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri: «L’anniversario per i 50 anni dell’Atto di ratifica in Italia della Convenzione di Washington rappresenta un’occasione di riflessione sull’importanza della salvaguardia della biodiversità su scala planetaria e sulla necessità di affrontare sempre più efficacemente la criminalità che lucra senza alcuno scrupolo sullo sfruttamento della fauna e flora minacciate di estinzione. Conservazione attiva, educazione alla legalità, prevenzione e contrasto sono le direttrici che vedono l’Arma dei Carabinieri, nel suo insieme e con i propri assetti di specialità del Cufaa, sempre più impegnata per dare piena attuazione ai principi fondamentali della Carta Costituzionale su tutto il territorio nazionale e negli scenari di cooperazione internazionale».
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