2021-03-26
Quel «corridoio» dal Veneto all’Austria che non piace al Pd
Il prolungamento della A27 sarebbe un'autostrada ad altissima innovazione che rilancerebbe il Nord Est. Ma i dem si oppongonoNel 2017 il Veneto, all'interno della macroregione europea alpina Eusalp, ha presentato l'ipotesi di un valico stradale alpino tra Veneto e Austria quale prolungamento dell'Autostrada A27, che attualmente si conclude poco prima di Longarone in provincia di Belluno, punto nel quale da molti anni nei weekend si forma una coda impressionante per poter raggiungere le Dolomiti. Come si è verificato anche in occasione dei mondiali di Cortina 2021.La genesi di detta infrastruttura è lontana nel tempo. Già negli anni Cinquanta l'ingegner Eugenio Miozzi progettò l'autostrada Venezia-Monaco comprendendo perfettamente la necessità di un collegamento diretto tra il porto di Venezia e le economie del Nord Europa. Tale progetto negli anni Sessanta approdò in Parlamento ma, per pochi voti, non ebbe il via libera. Nel frattempo il quadro dei trasporti europeo e mediterraneo è fortemente mutato, anche a causa del raddoppio del Canale di Suez nel 2015 (che ha rafforzato l'importanza geografica del porto di Venezia).Il prolungamento dell'autostrada A27 verso l'Austria trova riferimento nella Ten-T, che raccomanda di realizzare infrastrutture ammaglianti i 9 corridoi europei al fine di superare l'isolamento a volte presente tra gli stessi. Esso, inoltre, è coerente con il protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, che afferma la necessità di «garantire il traffico intralpino e transalpino incrementando l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di trasporto». Così pure con Eusalp, che ha come obiettivo «assicurare l'accessibilità e i collegamenti a tutti gli abitanti della regione alpina».Tale progetto è in linea anche con il documento «Connettere l'Italia …», pubblicato dal Mit (2016), in cui si ritiene che le infrastrutture di trasporto debbano innanzitutto «rilanciare lo sviluppo delle aree marginali del Paese». Sulle modalità di realizzazione delle autostrade, il 16 giugno 2016 la commissione europea per lo Sviluppo regionale (Regi) ha approvato la relazione sulla strategia alpina che contiene un importante emendamento in cui si «… pone l'accento sull'importanza di realizzare “infrastrutture intelligenti" … veri e propri “corridoi tecnologici" all'interno dei quali realizzare tutte le “infrastrutture separate", ovvero le linee elettriche, la telefonia, la banda larga e la banda ultra-larga, le condutture del gas, le reti in fibra ottica, i tubi degli acquedotti, etc». Lo stesso Ptrc del Veneto, inoltre, prevede una connessione a Nord con l'Austria attraverso un'autostrada o una strada a scorrimento veloce.Dal 2017 il progetto del valico alpino Veneto-Austria ha avuto il sostegno dei principali stakeholder veneti (Associazioni industriali e Confcommercio) e nazionali (Cisl), del Comune di Venezia e della Carinzia. Tuttavia ci sono alcuni oppositori (pochi) che albergano nel Pd veneto, che ritengono che un'autostrada sia, a prescindere, insostenibile dal punto di vista ambientale, al contrario delle ferrovie.Un'analisi «illuminata» sul tema è costituita da una recente dichiarazione dell'onorevole Roger De Menech, del Pd, ove afferma che «la viabilità deve essere conseguente, per me principalmente ferroviaria: l'elettrificazione fino a Calalzo e poi con i collegamenti verso nord, con la ferrovia». Questo politico forse non sa che le ferrovie hanno una capacità trasportistica incommensurabilmente inferiore a quella delle strade e non sono flessibili. Immaginare, ad esempio, di usare il treno per portare i turisti a Cortina per le Olimpiadi 2026 è, dal punto di vista trasportistico, una stupidaggine. Va ricordato, infatti, che elettrificando alcune linee nel bellunese i treni andranno più piano di prima, essendo i locomotori troppo pesanti per passare in sicurezza sui ponti e lungo le curve più strette. Sarebbe stato sufficiente, inoltre, informarsi per scoprire che esistono i treni a idrogeno, non inquinanti; e che una ferrovia non può superare la pendenza del 12 per mille (mentre le autostrade possono arrivare anche al 6 per cento); e riflettere, inoltre, sul fatto che le ferrovie non si ripagano mai e che sono a carico del contribuente, per sempre, contrariamente alle strade a pagamento. Il prolungamento dell'autostrada A27 fino in Austria non è una semplice autostrada ma si configura come infrastruttura ad altissima innovazione, con una lunghezza di circa 100 Km (il 50% in galleria) con un costo di circe 6 miliardi di euro (per i primi 21 Km esiste già un progetto preliminare approvato nel 2013 dalla Commissione Via nazionale, ma tenuto nel limbo).Il prolungamento dell'Autostrada A27 è, infatti, un «corridoio tecnologico» in quanto nell'asfalto è inserita la ricarica wireless per i veicoli elettrici in corsa e sotto il manto stradale è previsto il passaggio dell'energia elettrica, del gas, del telefono, della banda larga e ora anche dell'idrogeno (che potrebbe essere trasportato verso il nord Europa grazie alla produzione italiana, come recentemente dichiarato dall'ad di Snam, Marco Alverà). Tale autostrada ridurrebbe i tempi di percorrenza tra Venezia e Monaco di Baviera del 22% e tra Belluno e la stessa città tedesca del 35%. Se fosse realizzata con fondi pubblici europei (la Ten-T nel periodo 2007-2020 ha messo a disposizione per i progetti stradali fondi per circa 78 miliardi di euro) e venisse assegnata in house alla Provincia di Belluno, essa dai pedaggi potrebbe incassare almeno 150 milioni di euro all'anno (stima cautelativa). Da ultimo, il ruolo del valico stradale alpino Veneto-Austria risulta essere indispensabile per il Nord Est italiano poiché l'autostrada A22 del Brennero è oramai satura, pertanto incapace di mantenere un adeguato scambio commerciale.Per concretizzare questa strategia transfrontaliera, ovviamente, c'è bisogno della politica, la quale però deve comprendere l'argomento, avere il coraggio del fare e circondarsi di persone adeguate. Come Diogene, si è alla ricerca di un uomo … «politico».