
Sono i «queer», la «Q» della sigla Lgbtq+. Dicono di non essere né uomini né donne, ma pretendono la nostra approvazione. Se li assecondassimo, come vuole la legge sulla omotransfobia, li chiuderemmo nella gabbia desolata del loro «non amore».Il vocabolo queer rientra nella terminologia Lgbt, a cui se si aggiunge una Q diventa Lgbtq. Anzi, visto che qualcuno potrebbe sentirsi escluso, non sia mai, si aggiunge anche un segno «+» e diventa Lgbtq+.Per spiegare cosa vuol dire queer la cosa migliore è ricorrere alle definizioni che ne danno le persone stesse che vi si identificano, ovvero andare a leggere i blog e i siti della galassia Lgbtq+. Fare copia e incolla è onesto e diminuisce il rischio di denunce. Diminuisce il rischio di guai, non lo annulla, perché la legge sull'omotransfobia colpirebbe anche il copia e incolla con 6 anni di prigione, ma qualcuno qualche rischio deve pur correrlo.Difficile trovare una definizione di queer perché queer per definizione è assenza di definizione. Il queer ci dice cosa non è: non è uomo, non è donna, è un «non», senza etichette, senza schemi, senza definizione. In inglese queer vuol dire «bizzarro», «strano». Il dizionario di Google: «Sessualmente, etnicamente o socialmente eccentrico rispetto alle definizioni di normalità codificate dalla cultura egemone». La definizione non definisce quale dovrebbe essere la cultura egemone. Dopo il Sessantotto la famiglia cattolicona con papà, mamma e x figli, tutti convinti che i maschi sono maschi e le femmine sono femmine, è diventata grandiosamente minoritaria. La cultura egemone è San Remo e San Remo è Achille Lauro con la tutina. In questo momento i trasgressivi sono quelli che vanno alla Messa in latino e infatti Report invita alla gogna. Queer vuol dire strano e si definisce per quello che non è. E questo è il punto fondamentale. Chi ha una crisi di identità totale che è dolore si rifugia nel non essere. Chi non si ama vuole essere strano. Chi non ama se stesso e teme di non poter essere amato, si rende strano di proposito così la mancanza di amore non lo ferirà, perché sarà stato lui a provocarla. Ognuno ha diritto di essere strano. Nessuno ha diritto di pretendere di essere accettato perché nessuno può costringermi ad accettare qualcosa che è al di fuori della mia etica e della mia estetica. La potenza liberticida del queer è che accettare l'altro diventa un dovere anche se l'altro ha fatto tutto quello che poteva per essere ripugnante. I due maggiori intellettuali sono Mario Mieli e la /il filosofa/o ex Beatrice Preciado, attualmente Paul Preciado. Mario Mieli è considerato il paradigma della culture gay, definito da Liberazione il più grande intellettuale queer italiano. È autore del testo Elementi di critica omosessuale, dove parla della sublime bellezza di pedofilia, necrofilia e coprofagia. Mieli faceva spettacoli teatrali dove mangiava gli escrementi suoi e del suo cane, crudi e sconditi. I colibatteri ne saranno stati lieti.Riporto un brano di Paul Preciado, pubblicato il 17 gennaio 2014 su Liberation: «Da questa modesta tribuna, io invito tutti i corpi (delle donne ) allo sciopero dell'utero. Affermiamoci come cittadine intere e non come uteri riproduttivi. Attraverso l'astinenza, attraverso la omosessualità, ma anche attraverso la masturbazione, la sodomia, il feticismo, la coprofagia, la zoofilia (non vuol dire avere il micetto e mettere la foto su Facebook, ma vuol dire avere rapporti erotici con gli animali, nda) e l'aborto. Non lasciamo penetrare nelle nostre vagine una sola goccia di sperma nazionale cattolico».Il pensiero di Beatrix che ora è Paul, ma che continua a d avere il genoma XX in tutte le sue cellule e anche se ha subito la castrazione continua a non possedere testicoli, consiste nello sciopero dell'utero totale e definitivo per tutte le donne, sostituzione della dualità vagina/pene, con la dualità ano/vibratore. Questa persona ha un rapporto alterato col proprio corpo, al punto tale da credere che la sessualità consista nell'avere un corpo estraneo nell'ultima porzione del tubo digerente. Provare piacere a sentire il corpo di un uomo, del nostro uomo, dentro di noi e provare piacere a sentire il nostro bimbetto che se ne sta nove mesi dentro di noi caldo e tiepido è una reazione biologica, non una costruzione sociale, ed è anche la reazione biologica in assoluto più potente insieme al legame col neonato. La coprofagia nella razza umana è biologicamente ripugnante. Non è così per tutti i mammiferi. I conigli la praticano e i cani ci giocherellano, ma per noi sarebbe un grosso rischio sanitario, motivo per cui noi troviamo nauseante la coprofagia. Beatrice /Paul si limita al micio, ma non prova, almeno non denuncia, attrazione erotica per i minori. Mieli parla diffusamente della gaia riscossa della «merda». Dal libro di Mario Mieli Elementi di critica omosessuale: «Del coito anale, gli eterosessuali maschi temono anche l'aureola escrementizia. “Ma l'Amore ha eretto la sua dimora nel luogo degli escrementi" (Yeats): noi gay lo sappiamo bene e la nostra condizione è prossima alla gaia riscossa della merda (quando non lo è già). Anche per quel che concerne la merda, al di là del ribrezzo repressivo sta un ricco godimento. […] E quando qualcuno dice: “Questa merce è di merda, questo paté è merdoso", ignora che la merda non è disgustosa quanto certo scatolame, e che esiste una parte delle feci, un cuore gustoso e prelibato, paragonabile soltanto al più costoso paté de foie gras. [...] Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro».Quanto odio c'è in Mieli per se stesso, per la sua virilità e per quella di suo padre. Nel suo libro Il Risveglio dei Faraoni racconta di aver desiderato di avvelenarlo e alla fine si suicida per saldargli i conti. In tutta la sua vita ha incontrato solo persone che hanno rilanciato la sua follia, nessuno che abbia cercato di ritrovare l'umanità che era in lui , la virilità che era in lui, quella umanità e quella virilità che lui ha oltraggiato annegandole negli escrementi e che invece erano disperato desiderio di purezza. Tornando a queer, su donnamoderna.com troviamo la cinguettosa definizione: «La parola queer racconta di una rivoluzione che è anche estetica. Fatta di sguardi maschili segnati dal mascara o di capezzoli che spuntano da fisici androgini. Questo movimento porta con sé un canone di bellezza nuovo, in cui la linea di confine maschio-femmina diventa una sfumatura». Fosse tutto qui, chi se ne frega. Non vi illudete. Queer non vuol dire fascino androgino, queer è odio di sé, odio di quello che si è, per cui ci si rifugia nel vuoto del non esserlo e si cerca di riempirlo di qualcosa. Qualsiasi cosa. Queer quindi può anche essere coprofagia, zoofilia e attrazione erotica per i minori, secondo le affermazioni di quelli riconosciuti come i maggiori intellettuali queer. Non tutti coloro che si dichiarano queer mangiano escrementi, ma tutti quelli che dichiarano di mangiare escrementi sono accettati nel mondo queer come eroi. Il punto è che accettare tutto questo ci è imposto, noi non abbiamo il diritto di trovarli brutti, per quanto loro si sforzino di essere ripugnanti. Se ce lo lasciamo sfuggire ci sono multe di migliaia di dollari in Canada e quando passerà la legge sulla omotransfobia ci saranno anni di galera in Italia. A Mario Mieli è intitolato un circolo che riceve denaro pubblico per combattere l'intolleranza. Non tollerate chi mangia escrementi? Non amate Mario Mieli? Vi cureranno. Faranno corsi di rieducazione con i soldi dei contribuenti. Con i soldi dei contribuenti è appena stato fatto un film su di lui. La tragedia del queer è la sua incapacità di essere, la sua fuga nel non essere, il suo sforzo di essere il più strano del reame, il nostro obbligo di accettare comportamenti che ci vengono imposti statalmente. E, accettandoli, rinchiudiamo per sempre queste persone nella gabbia desolata del loro non essere.
- Alla vigilia delle elezioni in Cile, la sinistra radicale del presidente Gabriel Boric è in crisi. Osteggiato da Trump, il governo di Santiago ha fatto impennare il debito pubblico negli ultimi anni dopo essere stato per anni la guida del capitalismo sudamericano. E Pechino ha forti mire sulle terre rare che abbondano nel Paese.
- La saga della famiglia Alessandri. Il capostipite Pietro emigrò dalla Toscana dopo i moti del 1820-21, fondando una dinastia che diede al Cile due presidenti e dominò per decenni la politica nazionale.
Lo speciale contiene due articoli.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)
Nella memoria inviata alla Giunta di Montecitorio, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano ricostruiscono gli allarmi dell’intelligence sull’incolumità di 500 nostri concittadini in Libia. Poi accusano il Tribunale: «È un processo alle intenzioni, che prescinde dai fatti».