2023-08-06
Quanta fuffa sul clima. Si surriscaldano soltanto certi cervelli
Il sindaco di Milano ha chiuso parchi e cimiteri per un ciclone che non c’era. E i meteorologi ammettono: «Previsioni difficili».Più che al surriscaldamento climatico sembra di assistere al surriscaldamento di alcuni cervelli, i quali da giorni sono costretti a un supplemento di lavoro per dimostrare che il mondo sta andando in rovina a causa del cambiamento climatico. «Gli oceani soffocano» è il grido d’allarme in prima pagina della Repubblica di ieri, seguito da quello del quotidiano gemello La Stampa sui «coralli sbiancati dal caldo». All’interno, la variazione allarmistica prevede che le acque siano bollenti. Tutto per un centesimo di grado in più. Sette anni fa la temperatura toccò i 20,95 gradi, oggi siamo a 20,96: una catastrofe. «L’acqua ha smesso di sopportarci», spiega in un’intervista Giovanni Soldini, il quale parla di una tragedia quotidiana a testate unificate, tutte di proprietà del medesimo editore, ovvero dell’ex monopolista torinese che i soldi li ha fatti e continua a farli con l’auto.Ma a forza di surriscaldarsi, i cervelli a volte fanno cilecca, come quei computer che vanno in tilt quando si supera una certa temperatura. Dunque, dopo aver annunciato l’arrivo della maga Circe (chissà perché alle perturbazioni danno questi strani nomi?) sopra i tetti di Milano, poi sono costretti a ricredersi perché il malefico incantesimo non si verifica e non accade nulla di quanto previsto. Sull’onda del pericolo annunciato, il sindaco del capoluogo lombardo ha, però, chiuso i giardini e i cimiteri nel timore che un nubifragio si abbattesse sulla popolazione. La grandine avrebbe dovuto colpire in mattinata, poi il D-day è stato spostato al pomeriggio, quindi posticipato alla sera e infine alla notte. Risultato, una chiusura per niente perché, tranne qualche goccia, sulla città non è caduto altro. «Il ciclone ci ha salvato», è il commento del Corriere della Sera che, per tutta la giornata e anche oltre, sul suo sito online aveva rilanciato l’allarme. Disarmante la confessione del climatologo il quale, intervistato dal quotidiano di via Solferino a commento del mancato disastro, ha chiarito che «la perturbazione ha perso potenza e cambiato percorso», concludendo che è difficile fare previsioni. «Conosciamo i fenomeni», ha spiegato Enrico Scoccimarro del Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici, «ma non possiamo analizzarli fino in fondo». Ovviamente, l’obiezione viene spontanea, pensando alla miriade di previsioni negative formulate in questi giorni, con cui si prefigurano conseguenze disastrose qualora, come dice il meteorologo del Colle, Sergio Mattarella, non si provveda a interventi immediati per raffreddare la terra. Ma se a distanza di 24 ore gli esperti sbagliano le previsioni su una perturbazione, com’è possibile che siano in grado di prevedere che cosa accadrà fra un anno o addirittura fra dieci sul fronte del clima? Certo, la meteorologia è diversa dalla climatologia, ma sempre di modelli previsionali si parla e, dunque, qualcuno dovrebbe avere il coraggio di ammettere che non è così facile stimare ciò che accadrà o quanto sta accadendo. Scoccimarro dice che, nonostante i passi da gigante fatti dalla scienza, è difficile prevedere l’estate che ci rimane, perché le previsioni contengono un margine di errore ancora elevato, perciò non si sente di sbilanciarsi. «Ma le tempeste e le grandinate non sono da mettere in connessione con i cambiamenti climatici?», chiede il cronista a caccia di conferme sulle cause delle precipitazioni record. «Tutto è molto più complicato di come sembra, le perturbazioni sono diverse, sarebbe troppo semplicistico fare questa connessione». Dunque, che succede? «Se l’allusione è al cambiamento climatico, è difficile trovare un nesso con questi singoli eventi. Guardando alle statistiche di lungo periodo, si può solo dire che rispetto a un secolo fa i fenomeni sono più intensi e più frequenti». Ah, ecco: la conclusione è che non c’è nulla di definito.Dunque, finora si registra solo un surriscaldamento dei cervelli. In particolare, quelli che devono giustificare ogni cosa con il cambiamento climatico, a cominciare dal sindaco di Milano il quale, per coprire le inefficienze della sua amministrazione in tema di manutenzione del verde cittadino, non ha trovato di meglio da fare che chiudere i parchi e i cimiteri nonostante non sia caduta una goccia. Gli ambientalisti ringraziano. I cittadini un po’ meno. Ultima osservazione: dare la colpa al cambiamento climatico per un’alluvione o per la caduta di decine di alberi a causa del maltempo è un po’ come darla a tutti e dunque a nessuno. Su una cosa siamo d’accordo con gli allarmisti speciali: nei disastri c’è quasi sempre la mano dell’uomo. Ma non perché l’umanità ha contribuito a surriscaldare la Terra, ma perché qualcuno non ha fatto ciò che doveva, come ripulire gli argini e i letti dei fiumi costruendo le casse di compensazione o potare gli alberi, sostituendo quelli malati o quelli a cui, a causa dei lavori della M4, sono state tagliate le radici.