2019-09-30
Iva Zanicchi: «Quando dissi all’Ue: sull’immigrazione ci avete lasciati soli»
La cantante: «Ero eurodeputata prima delle partenze di massa. Nessuno mi ascoltò. Salvini? Mi piace, è un grande lavoratore».Signora Zanicchi, la chiamo Iva o l'Aquila di Ligonchio?«Facciamo Iva».Allora Iva, esce il suo libro…«Il 22 ottobre: Nata di luna buona. Ci tengo molto».Un titolo curioso…«Ero la terza di tre sorelle, mio padre desiderava un maschio anche se non aveva niente da lasciare in eredità. Quando sono nata non mi ha voluto vedere per tre giorni. Mia madre disse che era una disgrazia e che oltretutto ero bruttina. Scoppiò in lacrime. L'unico che mi difese fu mio bisnonno Lorenzo che commentò: “È nata di giovedì e di luna buona, avrà fortuna". E così la mamma smise di piangere».Cos'altro racconta?«Della mia vita, delle persone che ho incontrato famose e non, del dopoguerra, della miseria sull'Appennino toscoemiliano, di mio padre Zeffiro che venne internato in un campo di prigionia a Dresda. Lo sa che sono nata in una stalla e come prima culla ho avuto una mangiatoia?».Sembra un presepe…«Chiedo perdono e mi faccio il segno della croce, ma è la verità».Come mai in una stalla?«Era il 18 gennaio e c'era la neve, tanta che l'ostetrica rifiutò di venire. Mia mamma Elsa non stava bene, aveva le doglie, ma scese nella stalla a mungere la mucca Nerina. E mentre era accucciata sono nata io, mi ha avvolta in un foulard e deposta sulla mangiatoia».E poi di che parla?«Degli inizi della mia carriera, quando da Ligonchio mi spinsi a Reggio Emilia da mio zio Pronto, si chiamava proprio così, per prendere lezioni di canto e musica. Dovevo prepararmi per partecipare a Castrocaro. Quando lasciai il paese il parroco tenne un sermone per difendermi».Difenderla da cosa?«Dalle malelingue, perché dicevano che solo le ragazze poco serie fanno le cantanti. Insomma, che ero una prostituta o poco ci mancava. Il parroco dall'altare prese le mie difese, ordinò alle donne di non mettere in giro false voci e di lasciarmi stare…».A proposito di sesso e spettacolo, è mai stata molestata?«Proprio molestata no, però di avances ne ho ricevute parecchie. Comunque se non vuoi non vuoi. Quando avevo 19 anni a Castrocaro il direttore delle terme mi disse: “Vieni che ti devo dare una cosa nel mio ufficio". Io sono andata tranquilla, ero sprovveduta ma non scema. Lui mi promise che mi avrebbe dato una mano a vincere, ma io ho sbattuto la porta».Quindi cosa pensa del fenomeno Me too?«Se una donna è consapevole del suo valore, come me che avevo una voce strepitosa, deve rifiutare e andarsene. Si parla tanto di questi casi nel mondo dello spettacolo, ma sa quante impiegate vengono molestate negli uffici o infermiere negli ospedali? Ed è ancora più grave, perché per una madre di famiglia è dura rischiare di perdere il lavoro… E vorrei aggiungere una cosa».Siamo qui per ascoltarla.«La colpa è di voi maschietti perché gli uomini di potere ci provano, ma lo fanno anche le donne di potere. Per imitare i maschi e dimostrare che sono “arrivate" diventano peggio di loro».Cambiamo argomento, a parte il libro ha altri progetti?«Torno in televisione con Cristiano Malgioglio e Piero Chiambretti alla Repubblica delle donne. Venti puntate e non vedo l'ora di cominciare».Invece la politica è un'esperienza chiusa?«Chiusa a doppia mandata. Sono una donna curiosa e quella al Parlamento europeo è stata un'avventura, mi sono impegnata con passione e amore: ma non ne voglio più sentire parlare».Fu Silvio Berlusconi a convincerla?«Macché, lui tentò di dissuadermi. Mi diceva: sei popolare, hai un programma di successo come Ok il prezzo è giusto, riceverai solo astio e maldicenza. E aveva ragione, anche se io ci ho provato seriamente: avevo il 95% delle presenze in Aula ma nessuno mi ascoltava».E cosa aveva da dire?«Facevo sempre lo stesso intervento, ed erano tempi non sospetti: dicevo che l'Italia è una mano tesa in mezzo al Mediterraneo e che non si può lasciarla da sola a fronteggiare gli sbarchi dei migranti. Ma se uno viene dal mondo della canzone nessuno ti dà retta».Con lei in Europa c'era Matteo Salvini, dicono che si vedesse di rado…«Guardi che non è vero, Salvini è un gran lavoratore. Non mancava quasi mai, spesso votava e poi correva a Milano per una riunione sul territorio. E poi lui è uno che cerca di attuare quello che ha promesso in campagna elettorale».Invece gli altri no?«Dico solo che spesso in campagna elettorale uno promette mari e monti e poi ti devi accontentare di una collina».Secondo lei ha fatto bene Salvini a mandare all'aria il governo?«Nei suoi panni avrei aspettato ancora un po'. D'accordo che i 5 stelle dicevano di no a tutto, ma doveva intuire che il Pd si sarebbe messo d'accordo con il nemico, anche se Luigi Di Maio lo chiamava il partito di Bibbiano. I grillini sono di sinistra e ora tornano all'ovile».Che pensa del governo giallorosso?«Che preferirei andare a votare, che sarebbe meglio decidesse il popolo e non il Palazzo da chi vuole essere governato».Invece Matteo Renzi ha fatto bene a lasciare il Pd?«Ha fatto benissimo, è un uomo intelligente che vede lontano. Per anni lo hanno trattato come una pezza da piedi, anche se in parte se l'è andata a cercare. Soprattutto all'inizio Renzi mi piaceva molto, per la grinta e l'energia da toscanaccio. Penso che il suo partito rosicchierà parecchi voti al Pd e al M5s. Se lo avesse fondato quando era all'apice del successo, si sarebbe preso un sacco di elettori anche dal centrodestra».Sono confuso: Iva Zanicchi è di destra o di sinistra?«Non sono una che ha un partito, io guardo le persone».Come in passato ha guardato Berlusconi.«Aveva una marcia in più, l'ho sempre stimato innanzitutto come imprenditore. Ha anche insegnato bene a suo figlio Piersilvio, sta dirigendo per il meglio Mediaset e segue le orme del padre».Parliamo del Berlusconi politico.«Poteva essere l'uomo giusto per rimettere in piedi l'Italia, ma doveva essere più cattivo con gli alleati o presunti tali. Umberto Bossi, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini lo hanno stritolato. E poi non ho mai visto una campagna di demonizzazione così devastante come quella messa in atto contro di lui, a noi eurodeputati di Forza Italia i colleghi stranieri ci salutavano dicendoci “bunga bunga". Sono abilissimi a uccidere politicamente chi dà fastidio e anche Salvini deve stare attento». E oggi come vede Forza Italia?«Continuo a stimare Berlusconi e a volergli bene. So anche che non lascerà mai la politica, neppure se Forza Italia scendesse al 3%. Però non mi piacciono certe persone che nel partito gli sono molto vicine. Non dico tutto, ma parte del suo entourage». Non mi ha ancora detto cosa la spinse in politica.«In realtà volevo vendicare mio padre Zeffiro. Ligonchio un tempo era diviso in due: le donne votavano Dc perché avevano paura del prete e dell'inferno, gli uomini invece se ne fregavano e votavano Pci. Mio padre era socialdemocratico, saragattiano: una mosca bianca. Si candidò ma prese un solo voto, il suo. Nemmeno mia mamma lo aveva votato».L'Europa è davvero distante anni luce dai bisogni dei cittadini?«Non che io c'entri, ma da quando sono andata via la Ue mi sembra anche peggiorata. Però ricordiamoci che l'Europa siamo noi, siamo noi italiani che scegliamo chi mandare a rappresentarci a Bruxelles. Ci vogliono politici in gamba che non si facciano mettere sotto da Germania e Francia che sono i Paesi forti. La Ue fa figli e figliastri, non è uguale per tutti».E allora è giusto ribellarsi?«Certo: ribellarsi e lottare per fare sentire la voce dell'Italia».Cosa pensa dell'accordo di Malta sulla redistribuzione dei migranti?«Vedremo se è stato ben congegnato e se funziona. Comunque è indispensabile trovare una soluzione nella quale tutti si facciano carico del problema. Ma ancora prima bisogna aiutarli a casa loro, su questo sono d'accordo con Salvini. Ho viaggiato in Africa e ho visto la situazione con i miei occhi».Cosa ha visto?«La fame, le guerre, bambini morire di sete in Burkina Faso, Congo, Angola... Mi pare logico che le loro mamme vogliano portarli in Europa a ogni costo e con ogni mezzo, io farei lo stesso. Dobbiamo farci carico dei Paesi poveri e aiutarli affinché le persone possano scegliere di rimanere. Non possiamo considerare queste realtà distanti da noi, i tempi ormai non lo permettono».Li facciamo venire in Italia?«Impossibile accogliere come si deve decine di migliaia di persone e guardi che noi italiani non siamo razzisti. Troppo facile per Germania e Francia lasciare a noi il problema e puntare il dito accusandoci di razzismo. L'Europa deve aiutarli là, si può fare. Il razzismo è un'altra cosa: ricordo una tournée in Germania nel 1966 con l'orchestra Rai e il maestro Gorni Kramer, sui bar c'era scritto “vietato l'ingresso ai cani e agli italiani". Sembra incredibile, ma era proprio così».Qualcosa da aggiungere?«Che il sistema dell'accoglienza deve avere alla base la dignità: invece al Sud gli immigrati vengono sfruttati dal caporalato e al Nord li paghiamo per non fare nulla. A Cervarezza Terme ci sono 20 migranti che vivono da tre anni all'hotel Ilton (proprio così, senza “h") e la Regione dà ognuno di loro 30 euro al giorno. Sono persone tranquille, oneste ed educate, ma dobbiamo renderci contro che molti anziani prendono 600 euro di pensione al mese. E un migrante ne incassa 900 con alloggio e senza lavorare. Chiaro che qualcosa non funziona».