2022-11-16
Il Qatar ha comperato pure i tifosi. Tutto pronto per il Mondiale farsa
Pakistani con le maglie della nazionale Argentina a Doha (Ansa)
Domenica parte la rassegna iridata e gli emiri, fiutata la carenza di pubblico, sono corsi ai ripari: strade invase da operai indiani e pakistani, pagati per esibire magliette e bandiere di nazionali a caso. Forse la sostituzione è già avvenuta e non ce n’eravamo accorti. Forse al prossimo Oktoberfest non ci sarà neppure un biondo, ma solo pachistani che ballano con gli occhiali da sole e le bandiere tedesche al vento, come nei video dei tifosi che arrivano dal Mondiale di calcio del Qatar. E a occhio sono messi bene anche gli spagnoli e gli argentini, con uomini dalla testa piumata che suonano tamburi a tracolla che sembrano tanto nepalesi. Anzi, lo sono proprio. Visto che molto probabilmente sono gli operai che hanno tirato su otto stadi in condizioni subumane e che hanno tutta l’aria di essere stati ingaggiati come finti supporter delle varie squadre, a uso di media esteri e social.Basta andare su Instagram e Tiktok, dove i video dei falsi tifosi sono già un tormentone, per potere apprezzare l’ultima trovata del regime qatariota, che deve assolutamente trasformare i Mondiali che partono domenica in un successo planetario. Tra le immagini più surreali ci sono quelle di un centinaio di tizi con incarnato olivastro e maglietta delle Furie rosse che agitano bandiere della Spagna tutte uguali tra loro (ottima organizzazione) e suonano sui tamburi dei ritmi che sembrano usciti dalle danze balinesi. Indimenticabile il quarantenne baffuto con occhialini da intellettuale che suona rapito dei coperchi di pentole. Degni di nota anche gli argentini, tutti maschi (donne non pervenute), che sembrano tanto operai pachistani con addosso la maglietta a strisce biancoazzurre e procedono per un viale a passo di danza. Ovviamente, quanto a balli, nessuno deve battere mai i brasiliani «made in Qatar», che sono perfettamente dotati di palloncini gialli e verdi e schierano anche qualche ragazzino sui 10 anni in pattini a rotelle. Sono invece sfilati con gioia per un centro commerciale i coloratissimi tifosi del Marocco, dotati di trombette arcobaleno tipo carnevale e bandiere rosse e bianche; tutti con i baffi, la riga in mezzo, ampio uso di brillantina. Anche loro, i tifosi itineranti del Marocco, sembrano aver dimenticato le donne a casa in vista di questa bella festa di sport. Tra i vari cortei che spopolano su Instagram, con l’incomprensibile accusa di essere dei falsi clamorosi, quello che sembra più credibile è rappresentato da un manipolo di tifosi del Camerun che hanno tutta l’aria di essere persone del Camerun, o di nazioni vicine. Del resto, oltre alla maggioranza di lavoratori asiatici, nei cantieri dell’emirato ci sono decine di migliaia di centrafricani. Il gruppo dei supporter dei «Leoni d’Africa» era addirittura aperto da due donne festanti e non velate. Molto istruttiva anche l’immagine consegnata ai media di mezzo mondo e ai social in cui si vede un folto gruppo di sedicenti tifosi del Ghana, tutti molto colorati e tutti molto in età da lavoro, che vengono fotografati con il cellulare da due pezzi grossi del regime in tunica e turbante bianco.Al di là della sfacciataggine di questa gigantesca mascherata, tesa a dar l’idea che il Mondiale sarà un grande successo di pubblico internazionale, bisogna ammettere che almeno gli operai coinvolti nell’iniziativa di propaganda avranno passato qualche ora in allegria, dimenticando gli stipendi da fame (250 dollari al mese) e gli slum dove sono stati costretti a vivere per mesi. Le organizzazioni umanitarie internazionali stimano che per costruire gli stadi siano morti 6.500 lavoratori stranieri provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka. Sfilare con le bandierine di una nazione a caso, e con la richiesta di far un po’ di baccano con pentole e tamburi, sarà sembrato uno sprazzo di umanità. Una settimana fa, l’ex presidente della Fifa, Sepp Blatter, ha dichiarato che dare i Mondiali al Qatar «è stata una scelta pessima» e che d’ora in poi si deve tenere conto anche «delle considerazioni sociali e dei diritti umani». In ogni caso, questo primo Mondiale invernale rischia di andare semideserto. S’è capito lo scorso 3 novembre, quanto il Qatar ha deciso di consentire l’accesso anche ai tifosi senza biglietto. Se non saranno sufficienti, avanti con i Carriola Korps già presenti in loco.
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