Domenica 20 novembre alle 17 italiane scatta la ventiduesima edizione del campionato del mondo di calcio, la prima giocata d'inverno, la seconda consecutiva senza l'Italia. Dal match d'esordio tra i padroni di casa e l'Ecuador alla finalissima del 18 dicembre, 64 partite in 28 giorni. Tra le favorite Brasile, Argentina e Francia davanti a Germania, Spagna e Inghilterra. Belgio, Danimarca e Serbia possibili outsiders.
Domenica 20 novembre alle 17 italiane scatta la ventiduesima edizione del campionato del mondo di calcio, la prima giocata d'inverno, la seconda consecutiva senza l'Italia. Dal match d'esordio tra i padroni di casa e l'Ecuador alla finalissima del 18 dicembre, 64 partite in 28 giorni. Tra le favorite Brasile, Argentina e Francia davanti a Germania, Spagna e Inghilterra. Belgio, Danimarca e Serbia possibili outsiders.Ormai ci siamo. La lunga attesa per assistere alla coppa del mondo di calcio durata quattro anni è terminata. Domenica 20 novembre, alle 17 italiane, in Qatar comincia la ventiduesima edizione dei mondiali, una delle più discusse di sempre, per la collocazione temporale in inverno che costringe le federazioni a spaccare in due i campionati nazionali, e per le numerose questioni relative al mancato rispetto dei diritti umani da parte del Paese della penisola araba.Qatar 2022, però, ha tutte le carte in regola per regalare agli appassionati di calcio un bel mondiale, con un tocco di imprevedibilità. Un mondiale che l'Italia guarderà da spettatrice per la seconda volta consecutiva dopo Russia 2018, a causa della mancata qualificazione sancita dalla sconfitta nel playoff di marzo contro la Macedonia del Nord a Palermo. Archiviata la prima parte di Serie A, con il Napoli di Luciano Spalletti che l'ha fatta da padrone scavando un solco tra sé e le inseguitrici, ai tifosi non resta che mettersi comodi sul divano e guardarsi 64 partite in 28 giorni per una vera e propria abbuffata di calcio. Come detto, si parte questa domenica con la gara d'inaugurazione tra i padroni di casa del Qatar e l'Ecuador nella cornice dello stadio Al-Bayt nella città di Al Khor, nel Nord Est del Qatar. Lunedì 21 in programma ci sono tre partite: Inghilterra-Iran alle 14, Senegal-Olanda alle 17 e Stati Uniti Galles alle 20. Poi, da martedì 22 novembre a venerdì 2 dicembre, giorno in cui si conclude la fase a gironi, si viaggia a un ritmo di quattro partite al giorno così spalmate: alle 11, alle 14, alle 17 e alle 20. Sabato 3 dicembre comincia la fase a eliminazione diretta con gli ottavi di finale per i quali si giocheranno due match al giorno, alle 16 e alle 20, fino a martedì 6 dicembre. Tre giorni di riposo ed ecco i quarti di finale, fissati nei giorni di venerdì 9 e sabato 10 dicembre. Martedì 13 e mercoledì 14 saranno i giorni delle semifinali con entrambe le gare alle ore 20. Preludio alla finalissima - preceduta dalla consueta finalina per il terzo e quarto posto del giorno prima - in programma domenica 18 dicembre alle 16 al Lusail Stadium.Finalissima ambita da molti, ma traguardo concreto per pochi. La nazionale campione del mondo, stando ai pronostici, dovrebbe uscire da una rosa ristretta di cinque/sei nomi, ma nel calcio le sorprese sono sempre dietro l'angolo. Anche se l'albo d'oro maturato fin qui ci racconta che dal 1930, anno della prima edizione di un mondiale di calcio, a vincere sono state soltanto in otto: dall'Uruguay campione nel 1930 e 1950 in quella finale vinta contro il Brasile che è passata alla storia come il Maracanazo, alla Francia campione nel 1998 e nel 2018, con in mezzo quattro successi per l'Italia nel 1934, 1938, 1982 e 2006; cinque per il Brasile nel 1958, 1962, 1970, 1994 e 2002; quattro per la Germania nel 1954, 1974, 1990 e 2014; due per l'Argentina nel 1978 e 1986; uno per l'Inghilterra nel 1966 e uno per la Spagna nel 2010. Su chi puntare quindi quest'anno? Quasi scontato dire Brasile: la nazionale verdeoro, a ogni mondiale parte favorita ma non trionfa da vent'anni. Il ct Adenor Leonardo Bacchi, detto Tite, non può contare su fenomeni del calibro di Ronaldo, Ronaldinho e Rivaldo - solo per citare alcuni dei campioni del 2002 - ma si presenta in Qatar con una selezione dove la qualità di certo non manca, dai due madridisti campioni d'Europa con il Real di Carlo Ancelotti, Vinicius Junior e Rodrygo, all'asso del Paris Saint Germain Neymar. L'Argentina e gli argentini non pensano ad altro da almeno un anno a questa parte e stanno preparando questo appuntamento con dovizia di particolari, anche in virtù del fatto che sarà l'ultimissima occasione per Lionel Messi di vincere il titolo iridato con la nazionale, ultimo tassello di un'incredibile carriera che lo accosterebbe a un mostro sacro come Diego Armando Maradona. E poi la Francia. I blues di Didier Deschamps non solo sono i campioni in carica e vorranno difendere il titolo conquistato quattro anni fa in Russia battendo 4-2 la rivelazione Croazia, ma possono contare su una generazione di talenti in continua ascesa e sul calciatore più forte e più costoso al mondo, Kylian Mbappé e sul neo pallone d'oro Karim Benzema. La Francia campione del mondo nel 2018 (Ansa)Appena dietro questo terzetto di favorite, collochiamo un altro tris composto da Germania, Spagna e Inghilterra. I tedeschi dopo l'era targata Joachim Löw che ha vissuto il suo culmine con il successo iridato nel 2014 in Brasile, stanno affrontando un delicato ricambio generazionale affidato alla sapienza tattica e gestionale del ct Hans-Dieter Flick, già vice di Löw nel 2014 e campione di Germania, d'Europa e del mondo con il Bayern Monaco nel 2020, e all'esperienza dell'eterno Thomas Müller, capocannoniere a Sud Africa 2010 con cinque reti. Dalla sua la nazionale tedesca ha però una grande tradizione favorevole ai mondiali: oltre ai quattro titoli vinti, infatti, la Germania si è piazzata altre otto volte tra le prime quattro. Per vincere il proprio girone, il gruppo E, dovrà vedersela però con la Spagna, oltre che con Giappone e Costa Rica che, salvo clamorose sorprese, saluteranno la competizione dopo tre partite. La nazionale guidata da Luis Enrique, così come la Germania, sta vivendo un ricambio importante di calciatori e non è più quella squadra che dominò il calcio europeo e mondiale tra il 2008 e il 2012 facendo incetta di trofei con due Europei e un mondiale. Ma va tenuta sempre in considerazione in chiave vittoria finale. Il tiki taka rimane sempre il marchio di fabbrica, seppur con interpreti diversi da quei Xavi, Iniesta e Xabi Alonso del recente passato. Il presente, e soprattutto il futuro, propone ragazzi di grande qualità come i due talentini del Barcellona Pedri e Gavi, anche se a destare più di ogni legittima preoccupazione è una difesa non del tutto ermetica. L'Inghilterra, invece, proverà a farsi strada nel gruppo B insieme a Stati Uniti, Galles e Iran. Tutto sommato un girone non troppo impegnativo, seppur con qualche insidia nascosta. La nazionale dei Tre leoni cerca un successo che manca da troppo tempo. Non solo a livello mondiale e da quel 1966 che vide gli inventori del calcio trionfare in casa a Wembley contro la Germania Ovest. La delusione della sconfitta, sempre a Wembley di un anno fa nella finale di Euro 2020, contro l'Italia scotta ancora. La voglia di rivalsa e di rivincita può essere un'arma in più, ma in una competizione breve come il mondiale non può bastare. Serve un gruppo unito e giocatori in grado di risolvere le partite con una giocata. Il ct Gareth Southgate ha buonissimi interpreti dalla cintola in su, dal cannoniere del Tottenham di Antonio Conte, Harry Kane, al gioiello del Manchester City Phil Foden, ma così come per la Spagna, i problemi maggiori derivano da una difesa ballerina affidata ancora ai non irresistibili Harry Maguire e John Stones. Romelu Lukaku e Kevin De Bruyne del Belgio (Ansa)Ed eccoci alle sorprese. In ogni mondiale ce n'è sempre almeno una. Magari non solleverà la coppa al cielo di Doha, ma farà un ottimo percorso fino ai quarti o addirittura in semifinale. Tra le più accreditate a ricoprire questo ruolo abbiamo scelto Belgio, Danimarca e Serbia. I Diavoli Rossi del ct spagnolo Roberto Martinez sono da anni ai vertici del ranking mondiale, e la loro speranza è quella di raccogliere qualche frutto concreto. Il terzo posto di Russia 2018 non ha avuto il giusto seguito a Euro 2020, dove il Belgio è stato eliminato ai quarti di finale dall'Italia. In Qatar l'obiettivo è vincere il girone F con Croazia, Canada e Marocco e poi giocarsi il tutto per tutto in un ottavo di finale non fortunato sulla carta, visto che la prima del gruppo F incrocerà la seconda del gruppo E, e quindi con ogni probabilità una tra Germania e Spagna. Se Lukaku e compagni dovessero superare quell'ostacolo, sognare è d'obbligo. Discorso diverso per la Danimarca. La nazionale rivelazione a Euro 2020 si gioca il passaggio alla fase a eliminazione diretta nel gruppo D con la Francia, l'Australia e la Tunisia. Da questo gruppo può arrivare la prima sorpresa in termini di classifica, con i danesi del ct Kasper Hjulmand che possono addirittura ambire a passare come primi davanti alla Francia. Qui l'incrocio è con il girone C, e quindi Argentina, Polonia, Messico e Arabia Saudita. Evitare l'Albiceleste agli ottavi può essere uno spartiacque decisivo. Infine, la Serbia. Inserita nel girone G con Brasile, Svizzera e Camerun, sulla carta si gioca il secondo posto con gli elvetici. Il ct Dragan Stojkovic ha a disposizione una quantità enorme di talento: dal laziale Sergej Milinkovic-Savic allo juventino Dusan Vlahovic le premesse sono più che buone. L'ipotetico incrocio agli ottavi è con la seconda del girone H, che uscirà tra Portogallo, Uruguay, Corea del Sud e Ghana. In ogni caso un ottavo non impossibile. E a proposito del gruppo H, merita una menzione anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo: il campione di Madeira sta attraversando al Manchester United uno dei momenti più complicati di tutta la sua carriera. La nazionale, il profumo di mondiale e il confronto a distanza con l'eterno rivale Messi può rigenerarlo. Dal suo rendimento e da quello del milanista Rafael Leao, a caccia della definitiva consacrazione in un palcoscenico così importante, dipenderà il percorso della selezione scelta dal ct Fernando Santos.
Friedrich Merz (Ansa)
Pechino è diventato il partner commerciale più importante per Merz superando gli Stati Uniti. Intanto Volkswagen ferma la produzione di Golf a causa del mancato arrivo dei chip dell’asiatica Nexperia.
(Totaleu)
«Strumentalizzazione da parte dei giornali». Lo ha dichiarato l'europarlamentare del Carroccio durante un'intervista a margine della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo.
Milena Gabanelli (Ansa)
La giornalista «imparziale» parla di unanimità sul clima, ma non è vero. E riesce a sbagliare pure sul Pil.






