2024-03-17
Putin aspetta l’ennesimo plebiscito
Oggi chiudono i seggi nel Paese. Lo zar punta sull’alta affluenza come segnale al mondo. Vandalismi e proteste in varie città. L’altro autocrate Nicolas Maduro si ricandida in Venezuela. Oggi si chiudono i seggi in Russia. Il presidente Vladimir Putin vincerà e governerà per altri sei anni, ma non gli basta, vuole il plebiscito e punta al 70-80% dell’affluenza così da confermare la sua leadership e silenziare le opposizioni. Ieri la seconda giornata si è conclusa con un’affluenza del 55%. Nell’ultimo giorno di voto l’attenzione è tutta rivolta al mezzogiorno contro Putin. Yulia Navalnaya, la moglie del dissidente russo Aleksei Navalny, ha infatti lanciato un appello a tutti i cittadini russi di recarsi alle urne per le elezioni e votare per qualsiasi candidato che non sia Putin oppure di annullare la scheda oggi a mezzogiorno. Un modo per rendere palese il dissenso senza però infrangere le leggi. Un’iniziativa che già era stata lanciata da Navalny pochi giorni prima della sua misteriosa morte. La procura russa tuttavia ha già minacciato conseguenze per chi parteciperà alla protesta e ieri alcuni cittadini di Mosca, a proposito di questo, hanno ricevuto dei messaggi sui propri telefoni con l’accusa di sostenere «le idee di un’organizzazione estremista» e l’esortazione a «votare in maniera tranquilla, senza file e provocazioni». Il mittente resta sconosciuto ma secondo la rivista online Meduza, c’è chi ipotizza che questi messaggi siano stati inviati a chi ha firmato a favore della candidatura di Boris Nadezhin, l’oppositore contrario alla guerra a cui è stata negata la possibilità di sfidare Putin alle urne, e chi crede che i destinatari siano invece coloro che in passato hanno sostenuto online Aleksej Navalny. Intanto la deputata Yana Lantratova ha annunciato che nei prossimi giorni sarà preparato e presentato alla Duma un progetto di legge, che «prevede pene fino a otto anni di carcere per il tentativo di disturbare le elezioni con incendi dolosi o altri mezzi generalmente pericolosi». Secondo Lantratova «Una responsabilità più grave dovrebbe essere assunta anche da coloro che agiscono su istruzione o nell’interesse di uno Stato straniero che si oppone alla Federazione Russa». Su questo punto insiste anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha accusato i Paesi occidentali di incitare i cittadini russi a compiere «atti di vandalismo». Fino ad oggi almeno 13 persone sono state arrestate per aver causato danni o appiccato incendi nei seggi elettorali. Il presidente della Commissione elettorale, Ella Pamfilova, ha accusate queste persone di aver agito in cambio di denaro promesso da «bastardi venuti dall’estero». Inoltre un numero non precisato di persone sono state arrestate per aver versato inchiostro o altri liquidi nelle urne. A San Pietroburgo un seggio è stato attaccato con una molotov. «Chi danneggia urne sia processato per alto tradimento», il monito del vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo Dmitry Medvedev. Nelle stesse ore nella regione russa di Belgorod che vive da giorni intensi bombardamenti da parte di Kiev, le autorità hanno deciso di tenere chiusi ieri e oggi i centri commerciali, mentre le scuole rimarranno chiuse domani e martedì. Tre i morti negli attacchi di ieri. Intanto i servizi segreti tedeschi prevedono che la Russia potrebbe lanciare un attacco alla Nato a partire dal 2026. Il segnale arriverebbe dalla riorganizzazione dell’esercito russo e dall’aumento della produzione di armi, suggerisce Business Insider. Sul fronte ucraino le armi invece non bastano mai, anche di questo hanno parlato ieri al telefono il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Mentre si concludono le elezioni farsa russe, dall’altro capo del mondo il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, eletto dal 2013 ma la cui legittimità di rielezione nel 2018 è contestata da più di 60 Paesi, dovrebbe candidarsi ufficialmente per un terzo mandato in vista delle elezioni presidenziali del 28 luglio.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)