2024-01-17
Ultimatum degli agricoltori a Scholz: «Vogliamo risposte entro venerdì»
Berlino, la protesta degli agricoltori (Getty Images)
Anche ieri, 330 trattori hanno sfilato sotto la porta di Brandeburgo. Il leader della rivolta, Joachim Rukwied, spinge per i negoziati, ma chiede dei risultati che il governo non pare intenzionato a fornire. E l’inflazione sale.Gli agricoltori tedeschi hanno deciso di portare avanti anche ieri la loro protesta a Berlino contro il taglio dei sussidi per il diesel agricolo. Stando alla polizia, circa 330 trattori e altri mezzi agricoli si sono diretti verso la porta di Brandeburgo. Intanto, il presidente dell’Associazione degli agricoltori, Joachim Rukwied, spinge per negoziati con il governo federale ma vuole risultati prima di venerdì. E quello che emerge chiaro è «l’imbarazzo della Spd» perché «evidentemente un grande partito popolare non è più interessato alle preoccupazioni degli agricoltori», commenta amaro il seguitissimo Agrarheute, uno dei maggiori portali di notizie agricole. Ricordando che «nel 2024 si terranno le elezioni in tre Lander della Germania orientale. Nessuno dovrebbe sorprendersi se il partito di estrema destra, l’Afd, festeggiasse grandi successi». Rukwied valuta la consultazione tra i gruppi parlamentari e l’associazione ma per ora prevale la delusione visto che sul tavolo sono finiti argomenti di cui si discute da trent’anni. L’obiettivo è comunque quello di lasciare aperto il dialogo, tenere calmi gli animi e portare avanti i negoziati per ottenere ulteriore sicurezza nella pianificazione. Di certo, dopo la manifestazione imponente di lunedì lo scontro tra il governo federale e gli agricoltori è arrivato alla resa dei conti. Dopo i tentativi di arrivare a un compromesso fatti dal ministro dell’Economia Robert Habeck e dallo stesso cancelliere Olaf Scholz, è toccato al ministro delle Finanze Christian Lindner salire sul palco tra il rumore assordante dei clacson e i fischi della folla. Ma ha detto chiaramente che l’aumento delle imposte sul gasolio agricolo non verrà cancellato. Prima di lui, secondo Agrarheute, anche il collega Habeck non ha riconosciuto l’esplosività politica dell’abolizione dei sussidi per il diesel agricolo. «In quanto ex ministro dell’Agricoltura, avrebbe dovuto sapere cosa avevano concordato i partner della coalizione nell’accordo sull’austerità. Ha anche cercato di mettere le manifestazioni dei contadini in una luce politicamente di destra» aggiunge il sito. E anche su Scholz piovono critiche: «Invita alla moderazione e allo stesso tempo si permette di costruire una nuova cancelleria per quasi 800 milioni di euro ovvero l’equivalente di quasi due anni di diesel agricolo», chiosa il portale.L’Associazione degli agricoltori e la comunità agricola in generale hanno una grande influenza sulla politica tedesca. E i tedeschi stanno dalla parte dei contadini contro il governo (le fattorie e le imprese agricole sono 256.000, i lavoratori 937.000). La maggioranza è sempre più convinta che i ministri a Berlino non siano all’altezza del loro compito. Il 68% condivide le ragioni degli agricoltori, e appena il 17% dà un voto positivo alla coalizione di verdi, socialdemocratici e liberali, secondo il sondaggio pubblicato ogni domenica. Neanche uno su cinque ritiene che il cancelliere Olaf Scholz sia in grado di guidare la Germania. Il 52% ritiene che non si debbano tagliare le sovvenzioni per l’agricoltura. Solo il 7% condanna i contadini. Senza dimenticate che i prezzi dei generi alimentari sono aumentati in media del 30% negli ultimi due anni. Dopo i dati sul Pil di lunedì (-0,3% nel 2023), ieri sono usciti quelli sul tasso di inflazione che è salito al 3,70% a dicembre su base annua dal 3,20% di novembre. L’ufficio federale di statistica nazionale ha confermato i dati preliminari. Su base mensile, la crescita dei prezzi al consumo è stata dello 0,1% rispetto al -0,4% di novembre come da attese. Nell’intero 2023, caratterizzato dalla stasi dei prezzi dell’energia, l’inflazione è stata in media del 5,9%, dopo il 6,9% del 2022, il valore più basso dalla riunificazione del 1990. L’aumento di dicembre, che arriva dopo cinque mesi di forte rallentamento, si spiega con un effetto base sui prezzi dell’energia (è salito del 4,1% su base annua, dopo un calo del 4,5% a novembre, nonostante l’erogazione di aiuti governativi alle famiglie nel dicembre 2022). Sempre sul fronte dei dati congiunturali, l’indice Zew che misura il sentiment economico tedesco sale a gennaio a 15,20 punti dai 12,80 di dicembre, sopra le attese del mercato di 12 punti. Gli investitori sperano, infatti, nei tagli dei tassi di interesse da parte di Bce e Fed (quindi su entrambe le sponde dell’Atlantico) nella prima metà del 2024. Rientra, intanto, la protesta dei camionisti polacchi che hanno sospeso il blocco stradale al confine con l’Ucraina, in corso da novembre contro la concorrenza sleale di Kiev. «Le proteste si fermeranno fino al 1 marzo», ha dichiarato il ministro polacco delle Infrastrutture, Dariusz Klimczak. Quanto al governo romeno, ha trovato un accordo con gli agricoltori che da sabato scorso bloccavano il confine al valico di Siret per proteste similari. Tra le richieste accolte, c’è l’ok di Bucarest a sovvenzionare completamente tutte le accise agricole fino al 2026 e ad emanare immediatamente norme sui prestiti a interessi agevolati. Il governo ha inoltre accettato di risarcire le perdite causate dalle importazioni ucraine.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».