2023-11-09
Il ministro della Salute: «A breve ci sarà un vertice importante sulle pensioni». Il relatore della manovra Dario Damiani: «Interverremo». In fuga 10.000 sanitari.«Sto lavorando con altri esponenti del governo, in particolare con la ministra Calderone, sul tema delle pensioni dei medici. Cerchiamo di trovare una soluzione a questo problema. A breve ci sarà un vertice importante», anche il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, si impegna a sciogliere il nodo del taglio delle pensioni ai medici, agli infermieri e ad altre categorie di dipendenti pubblici contenuto nella Legge di Bilancio e segnalato già due settimane fa dalla Verità. «L’ultimo dei miei pensieri e delle mie volontà», aggiunge Schillaci, «è che e i medici se ne vadano in pensione prima dei tempi previsti. Soprattutto in un momento come questo dove la gobba pensionistica è al massimo dello stress. Vogliamo trovare una soluzione che sia soddisfacente». Una delle ipotesi allo studio potrebbe essere quella di circoscrivere l’intervento a chi va in pensione anticipatamente, tutelando invece le pensioni di vecchiaia, quindi chi ha raggiunto l’età pensionabile. La fuga dei camici bianchi dal posto di lavoro, per evitare di incorrere nella sforbiciata che, in assenza di correzioni, entrerà in vigore dal primo gennaio 2024, è stata quantificata a La Presse da Pierino De Silverio, segretario nazionale del sindacato Anaao-Assomed: «I medici continuano a fuggire dal servizio sanitario nazionale», dice De Silverio, «solo nel 2022 erano 3.500, 4.000 invece nel 2023, e ora con il taglio alle pensioni si presuppone che se ne aggiungeranno altri 6.000. Quello che è stato deciso sulle pensioni è la goccia che fa traboccare il vaso, in questa finanziaria le risorse sono insufficienti». Rispetto alle affermazioni di Schillaci, al suo invito di aprire un dialogo, De Silverio esprime soddisfazione ma ribadisce che «per revocare lo sciopero serve altro. C’è sempre stato un dialogo proficuo, il problema non è Schillaci. Mi sembra però che quando si va alla resa dei conti con il Mef la musica cambi e che sia il Mef il vero commissario». «Se il ministro ci convocherà», sottolinea all’Adnkronos Salute il presidente di Cimo-Fesmed, Guido Quici, «andremo con idee chiare e decise, ma al momento non si revoca assolutamente lo sciopero. Se dovessero arrivare soluzioni concrete, soprattutto sulle pensioni e sulla questione liste d’attesa-incrementi contrattuali, si può pensare di percorrere una strada diversa. Ma al momento, non si pone proprio il problema. Noi chiediamo che la norma sia cancellata intanto vedremo in che modo il governo ha intenzione di modificarla». Lo sciopero nazionale di medici e dirigenti sanitari è stato proclamato per il 5 dicembre da Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed, i sindacati di categoria, e durerà 24 ore. Scioperano per 24 ore, il prossimo 17 novembre, anche gli infermieri, altra categoria colpita dal taglio: «I buoni propositi a mezzo stampa, seppure di autorevoli membri del governo», spiega Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, «non sono sufficienti. Solo un cambio di passo concreto sui contenuti della manovra può davvero tranquillizzare gli infermieri, una categoria sempre più ridotta all’osso e per di più demoralizzata da promesse di valorizzazione professionale rimaste sulla carta». «Nel ddl Bilancio», aggiunge Bottega, «da un lato la norma sul ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, che finirà col penalizzare il personale più vicino al pensionamento, e dall’altro una mancata chiara definizione del valore dell’indennità di specificità sono i motivi principali che spingono gli infermieri a incrociare le braccia. Abbiamo provato in tutti i modi a spiegare al governo la profonda crisi in cui versa la professione, tra carenza di organico, scarsa attrattività per i giovani, carichi di lavoro elevati e stipendi bassi». «L’auspicio», conclude Bottega, «è che questo sciopero faccia arrivare con nettezza il nostro messaggio e cioè che senza infermieri è a rischio non solo la realizzazione dei progetti del Pnrr, ma la stessa tenuta del sistema sanitario nazionale». «L’iter della Legge di Bilancio è lungo», dice alla Verità il relatore di maggioranza in Commissione Bilancio al Senato, Dario Damiani di Forza Italia, «abbiamo tempo per risolvere il problema. La volontà c’è, l’esame strettamente politico del testo e il confronto tra maggioranza e governo non è ancora iniziato. Sia Forza Italia che altre forze di maggioranza hanno intenzione di sciogliere il nodo delle pensioni dei medici». L’opposizione, inevitabilmente, sparge sale sulla ferita: «In questa manovra», attacca la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone del M5s, «ci sono due miliardi di nuove tasse, si taglia la sanità, si tagliano le pensioni di 700 mila dipendenti pubblici. E non c’è risposta ai lavoratori che hanno stipendi da fame, se non la conferma del taglio del cuneo che c’era già stato l’anno scorso e che non darà un euro in più agli italiani».
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






