2019-02-14
Processo per le tangenti al Festival. Alla sbarra i dirigenti della Rai
David Biancifiori detto «Scarface» avrebbe dato denaro e auto di lusso a vari manager della tv di Stato in cambio di appalti per la kermesse canora e altri show: 17 rinviati a giudizio. Il pm: «Sistema mafioso».È appena calato il sipario sul Festival di Sanremo e l'eco delle polemiche non si è ancora spenta. Quella sul presunto conflitto d'interessi del direttore artistico Claudio Baglioni e l'altra, sul meccanismo di voto «antipopolare» che ha incoronato vincitore Mahmood con Soldi. Proprio di quest'ultimo, venale, argomento dobbiamo parlare: dei soldi che, secondo la Procura avrebbero intascato funzionari Rai e direttori della fotografia per assegnare le forniture più lucrose all'imprenditore delle luci David Biancifiori, soprannominato Scarface, durante il Festival del 2013. Bustarelle con denaro in contanti, automobili, vacanze e buoni benzina.Ebbene il giudice ha mandato a processo 17 persone, tra alti funzionari di viale Mazzini e professionisti esterni, che avrebbero preso tangenti, e imprenditori che li avrebbero corrotti. Le accuse che vanno - a seconda delle posizioni - dalla corruzione alla concussione e turbativa d'asta.L'udienza preliminare è stata fissata dal gup Nicolò Marino per il 6 marzo. Le indagini riguardano soprattutto l'appalto da 400.000 euro per l'illuminazione di Sanremo 2013, vinto da Biancifiori perché tutti gli altri concorrenti si erano, curiosamente, ritirati. Ma si sono riscontrate «irregolarità» anche nelle commesse affidate ad altre ditte che hanno fornito servizi per quel concorso canoro. Inoltre le indagini non si fermano all'edizione 2013, ma comprendono anche 2014 e 2015.Stando al castello accusatorio, Scarface, per ottenere la fornitura per la gara canora, avrebbe corrotto l'allora responsabile del centro di produzione Rai, Domenico Gabriele Olivieri, per 100.000 euro, il responsabile dell'unità organizzativa Grandi eventi, Maurizio Ciarnò, per 40.000, il responsabile della struttura riprese esterne Stefano Montesi, per 120.000, e il capo della struttura Acquisti e appalti, Cesare Quattrociocche, per 40.000. Saranno giudicati anche i direttori della fotografia Marco Lucarelli, Massimo Castrichella e Fausto Carboni: questi avrebbero favorito l'imprenditore comunicandogli i «capitolati tecnici delle gare prima dell'indizione delle stesse».Scendendo nei particolari, a Quattrociocche sarebbe stato anche fatto dono di una Mercedes modello Slk, buoni benzina in quantità nonché l'uso gratuito di una Smart per la figlia Michela Quattrociocche, attrice e moglie dell'ex calciatore (ora dirigente sportivo) Alberto Aquilani. Quest'ultima, secondo la testimonianza di Biancifiori, avrebbe anche collezionato un centinaio di multe entrando nella zona a traffico limitato di Roma senza permesso. Contravvenzioni che sono state saldate dall'imprenditore di service tv. Accuse non da poco anche quelle su Ciarnò: oltre al denaro percepito, suo figlio Marco avrebbe avuto in uso una sportivissima Bmw M6 pagata da Scarface. Ciarnò avrebbe inoltre tentato di ricattare Silvio Berlusconi, dopo aver presentato Noemi Letizia al Cavaliere, ossia la ragazza di Casoria la cui festa dei 18 anni - con la presenza dell'ex premier - è passata alla storia della politica. Il dirigente Rai scrisse due lettere a Berlusconi e Gianni Letta nelle quali - stando all'accusa - in pratica prometteva silenzio sulla liaison in cambio di un avanzamento di carriera. Che non ottenne.Nella missiva a Letta si legge: «Caro Gianni, con il Dottore (Berlusconi, ndr) sono sempre stato leale, sincero, fedele, affidabile, e disponibile e vorrei continuare ad esserlo. A giorni dovrò tornare in tribunale per la vicenda Noemi Letizia e vorrei poterci tornare con addosso quella serenità alla quale danno un importante contributo anche i grandi gesti di amicizia». Inoltre si dice pronto a modificare l'atteggiamento «fedele» se non avesse ottenuto la nomina a «Direttore della direzione produzione della Rai». Stefano Montesi - sempre in base alle accuse - avrebbe favorito l'azienda di Biancifiori non solo negli appalti per il Festival, ma anche per Ballando sotto le stelle e Ballando sul ghiaccio. Per quanto riguarda Olivieri, già responsabile del centro di produzione di Roma, essendo in pensione da quattro anni al momento dello scandalo, è scampato all'onta del licenziamento. Tutti gli altri invece sono stati espulsi dalla Rai.Di quest'ultimo racconta Scarface negli interrogatori: «Ho erogato a Olivieri la somma di circa 300.000 euro, oltre ad avergli regalato una Bmw Z3 che intestò a persona da lui indicata». Che poi sarebbe, dai riscontri investigativi, il genero.Ci sono poi i tre direttori della fotografia Lucarelli, Castrichella e Carboni, sospesi e poi allontanati dalla tv di Stato. Di loro parla Danilo Biancifiori, fratello di David, nel suo interrogatorio del 15 gennaio 2016: «Sino a quando io sono stato presente in azienda, luglio 2011, ho personalmente erogato ai direttori della fotografia della Rai Castrichella, Carboni e Lucarelli buoni carburante. Erano loro stessi che venivano in azienda a via Di Fioranello a ritirare i buoni e in queste occasioni venivano con le loro auto personali e si facevano pure il pieno utilizzando il nostro distributore interno».L'inchiesta sulle tangenti Rai scaturisce da un file segreto. Si chiama «Leste», abbreviazione di «le stecche» ovvero le tangenti, che Biancifiori, avrebbe versato a dirigenti, funzionari e direttori della fotografia della televisione pubblica. Questo file, sul quale venivano annotati i versamenti, è stato consegnato alla Procura di Roma da Orietta Petra, l'ex collaboratrice di Scarface che ha denunciato il sistema corruttivo e che ora è costretta a muoversi sotto scorta perché più volte minacciata con coltelli e pistole. Non a caso i magistrati nelle carte parlano di «sistema mafioso».
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