2024-12-28
Prime scintille sul piano Trump per l’Ucraina
Vladimir Putin punta i piedi e chiede rassicurazioni chiare alla nuova amministrazione: «Kiev mai nella Nato, anche tra 10 o 20 anni». I circoli bellicisti Usa soffiano sul fuoco. La Lega pronta a chiedere al governo italiano di sganciarsi dalla linea dei falchi Ue.Più si avvicina l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, il 20 gennaio 2025, più i sostenitori della guerra infinita in Ucraina cercano di intorbidire le acque. Un esempio: ieri molti media internazionali hanno rilanciato un’analisi del think tank americano Institute for the Study of War (Isw), che ha commentato la risposta di Vladimir Putin a una domanda sulla prospettiva di una adesione dell’Ucraina alla Nato. «Il presidente russo Vladimir Putin», si legge sul sito di Isw, «ha esplicitamente respinto un suggerimento, secondo quanto riferito, preso in considerazione dal team del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump all’inizio di novembre 2024, che avrebbe ritardato l’adesione dell’Ucraina alla Nato di almeno un decennio come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Putin», si legge ancora, «ha affermato che non importa se l’Ucraina si unirà alla Nato “oggi, domani o tra 10 anni”». Questa ipotesi è solo una delle tante, anzi tantissime, circolate in relazione al piano di pace che tutti si aspettano da Trump, e viene rilanciata da un think tank dichiaratamente bellicista, finanziato da industrie della Difesa Usa, fondato e diretto da diretto da Kimberly Kagan, moglie di Frederick Kagan, fratello dello storico Robert Kagan, uno dei teorici del neoconservatorismo americano, che lasciò il Partito repubblicano nel 2016, criticando aspramente Trump. Non solo: lo scorso ottobre Robert Kagan si è dimesso dalla carica di editorialista politico di punta del Washington Post dopo la decisione del proprietario del quotidiano, Jeff Bezos, di impedire la pubblicazione dell’endorsement a favore di Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca. Kagan è pure il marito di Victoria Nuland, diplomatica di lungo corso, di fede democratica, ex numero due di Tony Blinken al dipartimento di Stato durante l’amministrazione Biden e diventata tristemente famosa per un insulto rivolto all’Europa, «Fuck the Eu», pronunciato nel 2014, mentre, da inviata speciale per l’Ucraina di Barack Obama, parlava al telefono con l’ambasciatore Usa a Kiev, Geoffrey Pyatt, in merito alla soluzione della crisi dell’epoca. Comprensibile quindi che l’Isw abbia scelto di commentare proprio l’ipotetica proposta del rinvio di 10 o 20 anni dell’adesione della Ucraina alla Nato, trascurando tanto per fare un esempio quanto rivelato lo scorso 4 dicembre dalla Reuters, secondo cui «le proposte di tre consiglieri chiave, tra cui l’inviato di Trump per la Russia e l’Ucraina, il tenente generale dell’esercito in pensione Keith Kellogg, condividono alcuni elementi, tra cui l’esclusione dell’Ucraina dalla Nato». Le altre due ipotesi di negoziato sarebbero una «del vicepresidente eletto JD Vance», aggiunge la Reuters, «e un’altra avanzata da Richard Grenell, ex capo dell’intelligence ad interim di Trump», e pure prevedono il congelamento dell’adesione dell’Ucraina alla Nato. Siamo sempre e comunque nel campo delle ipotesi: probabilmente neanche Trump ha ancora deciso come muoversi, mentre è ovvio che Putin da parte sua faccia la parte del duro in vista di una trattativa, quella con The Donald, che sarà aspra e complicata. Che un negoziato sia imminente è comunque opinione comune. Non è un caso se si discute sulla sede delle trattative: «Offriamo il territorio slovacco per tali negoziati», ha scritto ieri su Facebook il ministro degli Esteri della Slovacchia, Juraj Blanar. L’amministrazione Biden ormai agli sgoccioli tiene alta la tensione: «I commenti di Vladimir Putin sulle trattative di pace», ha detto ieri il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, «sono vacui. Non è un uomo che va preso seriamente quando si parla di una soluzione». Kirby ha anche annunciato che gli Stati Uniti approveranno un altro pacchetto di aiuti di sicurezza per l’Ucraina e ha sostenuto che le prove suggeriscono che l’aereo dell’Azerbaijan Airlines precipitato il giorno di Natale in Kazakistan sia stato abbattuto dalla Russia. Sospetti su Mosca anche per il danneggiamento di cavi sottomarini i nel Mar Baltico. A proposito di aiuti militari a Kiev: ieri alcune indiscrezioni descrivevano la Lega come pronta a presentare un ordine del giorno per mettere nero su bianco che la prossima fornitura di armi a Kiev sarà l’ultima. «Non è previsto alcun ordine del giorno sul tema dell’Ucraina», ha detto all’Agi il capogruppo del carroccio al Senato, Massimiliano Romeo, «ma serve un segnale di discontinuità. Dobbiamo andare verso la pace, serve un segnale». A quanto apprende La Verità, la Lega è pronta a chiedere al governo di rendersi protagonista di una forte proposta negoziale per avviare un percorso di pace, abbandonando la schiera dei «falchi» che ha visto fino ad ora l’Italia allineata alle leadership europee più bellicose. La Lega vorrebbe che l’Italia si posizionasse in prima linea nella ricerca di una soluzione negoziale al conflitto, anche sfruttando la svolta che arriva dalla elezione di Trump. Svolta minimizzata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari: «Nella sostanza», ha detto a La Presse Fazzolari, «credo che la linea dell’amministrazione americana sull’Ucraina, con l’arrivo di Donald Trump non cambierà molto. Anche l’attuale amministrazione Usa», ha rivelato Fazzolari, «ha optato per non dare all’Ucraina le armi necessarie per riconquistare i territori occupati, pur avendo la possibilità di farlo con relativa facilità. È stata una scelta politica». Intanto, l’imminente scadenza (il 31 dicembre) dell’accordo per il transito attraverso l’Ucraina del gas russo diretto in Europa e le dichiarazioni di Putin che si è detto scettico sulla possibilità di un’intesa in extremis con Kiev, hanno fatto schizzare in alto i future sul gas, che hanno toccato il 5% a 48 euro al megawattora, il più alto in una settimana. A proposito di gas, ieri l’Ucraina ha ricevuto il primo carico di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. Ieri la Tass ha riferito che il nuovo governo siriano e la Russia stanno discutendo sugli accordi che consentono a Mosca di mantenere proprie basi militari nelle province di Latakia e Tartus, un porto di enorme rilevanza strategica.
Jose Mourinho (Getty Images)