2024-04-27
Preso un egiziano irregolare per la caccia all’ebreo. Dopo poche ore è già libero
Manifestazione contro Parenzo fuori dagli studi romani di La7 (Ansa)
Denunciati per «discriminazione» i 9 nordafricani che hanno assaltato i manifestanti con la Stella di David a Milano. Minacce contro David Parenzo fuori dagli studi romani di La7.Nella giornata del 25 aprile l’antifascismo lascia il ruolo da protagonista alla violenza. Ieri un egiziano di 21 anni, risultato irregolare sul territorio italiano, è stato arrestato per aver bastonato uno steward della Brigata ebraica durante la manifestazione a Milano. L’egiziano, che si trovava con altri otto giovani nelle vicinanze di un fast food non lontano da piazza Duomo, si sarebbe scagliato (colpendo con calci, pugni e con un’asta) contro lo schieramento della Brigata ebraica. I componenti del gruppo, quasi tutti nordafricani, sono stati denunciati per «istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Uno di loro aveva una bandiera palestinese, gli altri aste per bandiere. È stato sequestrato anche un coltellino. Mentre l’egiziano è stato arrestato per il possesso del bastone. «Cercavo di mettere fine a un litigio, a un certo punto uno mi ha picchiato, così ho reagito. Io non ero contro nessuno», si è difeso l’egiziano durante la direttissima in tribunale. Il giudice, Amelia Managò, ha convalidato l’arresto e disposto il divieto di dimora a Milano con il nulla osta per l’espulsione amministrativa. «L’aggressione da parte di ragazzi arabi con i conseguenti ematomi e tagli riportati da chi manifestava pacificamente con la Brigata ebraica, sono ferite all’intero 25 aprile», afferma il direttore del Museo milanese della Brigata ebraica, Davide Romano, che ha aggiunto: «La legittimazione di gruppi pro Palestina libera con pulsioni antidemocratiche ha avuto il risultato di riempire piazza Duomo di minoranze di fanatici pro Hamas e pro ayatollah iraniani. E nel contempo noi che ci siamo schierati dalla parte della democrazia, noi che volevamo ricordare la resistenza della Brigata ebraica e degli ucraini in Italia, oltre che portare con noi i dissidenti di oggi iraniani, russi e eritrei, siamo stati aggrediti». E Milano non è l’unico epicentro. Anche a Roma si sono verificati momenti di tensione con il lancio di oggetti, bombe carta e offese tra manifestanti filopalestinesi e la Brigata ebraica. Con i giovani della comunità ebraica e quelli dei movimenti pro Palestina libera divisi dai blindati della polizia a due passi dal palco dell’Associazione nazionale partigiani. Il contatto è stato evitato solo grazie alle strategie per la sicurezza messe in campo dalle forze dell’ordine. Gli investigatori della Digos stanno esaminando i video raccolti dalla polizia scientifica per individuare gli autori delle sassaiole. Anche qui potrebbero scattare delle denunce. Ieri, sempre a Roma, fuori dagli studi di La7, durante un sit in organizzato da studenti delle organizzazioni Cambiare Rotta e Osa per denunciare le violenze che ritengono di aver subito nel corso della manifestazione per il 25 aprile, sono stati gridati slogan di questo tenore: «Mai più genocidi» e «ora e sempre resistenza». «I sionisti», sostengono i manifestanti, «come veri squadristi, sono venuti per picchiare e fra loro con la Brigata ebraica c’era David Parenzo (che negli scorsi giorni è stato contestato all’università La Sapienza), quello che ha criticato noi studenti di essere violenti». A Modena, invece, è scattato un esposto. «Uccidere un fascista non è reato. Israele terrorista. Antifascismo è antisionismo». Sono solo alcune frasi che insieme a «Palestina libera» sono state urlate (saldando l’antifascismo militante alla resistenza palestinese) durante il corteo organizzato nel centro della città. Il tutto a pochi metri dalla sinagoga e con la bandiera di Modena volta pagina, movimento politico con una lista in corsa alle amministrative, a sventolare tra quelle di Sinistra di classe, Rivoluzione e Cobas. Non potevano mancare le associazioni culturali islamiche, tra le quali Assalem Aps. Per Valentina Mazzacurati della segreteria leghista modenese «ce n’è abbastanza per procedere con un esposto per il presunto incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». A Bologna, invece, tra le bandiere rosse e quelle palestinesi, l’imam salafita Zulfiqar Khan, barba lunga e abiti tradizionali, uno che se ne va in tv a dire che «gli ebrei sono ingannatori» e che difende Hamas a spada tratta (beccato in passato dalla Verità mentre convertiva un minorenne durante una diretta Facebook), ha tenuto un comizio in piazza, trasmesso sulla pagina social del centro culturale islamico bolognese denominato Iqraa (che pubblica costantemente i suoi sermoni). Le sue parole: «Questo governo americano e questo governo israeliano e la loro agenda portano il terrorismo e mettono nei cuori il terrorismo». E ancora: «Questa storia nasce 100 anni fa, quando si diceva “vedrete che i palestinesi non saranno sulla terra della Palestina”. Questa è la loro agenda». E per concludere: «Quando eravamo bambini ci hanno insegnato che Satana ha due corni: uno è Joe Biden e uno è Benjamin Netanyahu». Infine il preoccupante appello: «I libri sacri sono l’unica via per radunare tutti quanti». In serata il Pd prova a scaricare sul ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, tutte le colpe della gestione fallimentare della piazza del 25 aprile da parte dell’Anpi. La deputata dem Lia Quartapelle ha annunciato un’interrogazione: «Durante le aggressioni alla Brigata ebraica la polizia dov’era?».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)