2024-04-27
Presa d’assalto anche Sciences Po
Il miliardario ungherese, George Soros (Ansa)
La storica università parigina finisce ostaggio degli studenti filo palestinesi. Scoppia il caos pure negli atenei americani: gruppi pro Gaza finanziati da George Soros.In Francia con gli studenti pro Palestina si ricomincia da capo. Non è bastata la tolleranza zero perché ieri gli studenti della prestigiosa Sciences Po a Parigi hanno bloccato l’ingresso principale dell’edificio storico dell’università di scienze politiche, fondata nel 1872, con bidoni della spazzatura. Secondo la direzione, sarebbero state una sessantina le persone chiuse all’interno dell’edificio principale. Le Figaro racconta di momenti di tensione nel pomeriggio di ieri con faccia a faccia tra attivisti pro Palestina e manifestanti filo-israeliani. Intorno alle 16, il gruppo «We will live», formatosi in seguito ai massacri del 7 ottobre e in reazione ad atti antisemiti, è arrivato in rue Saint Guillaume sventolando cartelli con bandiere palestinesi e israeliane, gridando: «Liberate Gaza da Hamas!». Dietro questo gruppo di una trentina di persone, altri attivisti hanno poi brandito bandiere israeliane e foto di ostaggi detenuti a Gaza. Gli attivisti pro Palestina intanto fischiavano prima di intervenire per separare il gruppo dal resto della manifestazione creando un divisorio formato da bandiere palestinesi in un clima di altissima tensione. Sul posto è intervenuta la polizia. La direzione dell’Università in una nota ha condannato «fermamente queste azioni degli studenti che impediscono il buon funzionamento dell’istituzione e penalizzano gli studenti, gli insegnanti e i dipendenti». Al mattino si era svolto un incontro con i rappresentanti degli studenti durante il quale il Comitato Sciences Po Palestine ha chiesto «la chiara condanna delle azioni di Israele da parte di Sciences Po e la fine delle collaborazioni con tutte le istituzioni o entità ritenute complici dell’oppressione sistemica del popolo palestinese. Chiede anche la fine della repressione delle voci filo-palestinesi nei campus».Le tensioni francesi proseguono in un momento in cui diverse università americane tra cui Harvard, Yale e Princeton vedono la mobilitazione di attivisti e occupanti in protesta contro la guerra a Gaza. Più di duecento manifestanti sono stati arrestati mercoledì e giovedì nelle università di Los Angeles (California), Boston (Massachusetts) e Austin (Texas), dove giovedì si sono radunate nuovamente circa duemila persone. La situazione più tesa, come noto, alla Columbia dove la presidente, Minouche Shafik, ha fatto marcia indietro sulla decisione di porre una scadenza fissata per la mezzanotte di ieri (4 del mattino ora italiana) per far smantellare ai manifestanti l’accampamento filo-palestinese costruito nel campus per protesta. Il Senato accademico della Columbia ha stemperato il testo della risoluzione esprimendo «dispiacere» per una serie di decisioni tra cui quella di chiamare la polizia per arrestare studenti pro-palestinesi sul campus. Il timore dei membri dell’associazione che riunisce professori, studenti e personale dell’università è che la censura di Shafik potesse portare alla sua rimozione dall’incarico assunto solo pochi mesi fa in un momento di grave crisi dell’istituzione. Intanto secondo il New York Post, George Soros starebbe anche se indirettamente pagando gli agitatori impegnati ad alimentare le proteste filo palestinesi nelle università americane. Nei college di Harvard, Yale, Berkeley in California, Ohio State University ed Emory in Georgia sono state costruite delle tendopoli organizzate da rami degli Studenti per la Giustizia in Palestina (SJP).L’organizzazione madre dell’SJP è stata finanziata da una rete di organizzazioni no-profit finanziate, tra gli altri, da Soros. La più grande si chiama Campagna statunitense per i diritti dei palestinesi (USCPR) e avrebbe ricevuto almeno 300.000 dollari dalla Open Society Foundations di Soros dal 2017 e ha anche incassato 355.000 dollari dal Rockefeller Brothers Fund dal 2019.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)