2022-01-20
Il televirologo più estremista di Speranza
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
Neppure il ministro della Salute, che campa di obblighi e divieti, era arrivato a concepire un’assurdità come quella di Fabrizio Pregliasco. Che prova a dribblare le domande e a diffondere smentite, però conferma: per lui, senza richiamo non si viene curati.Fabrizio Pregliasco smentisce Fabrizio Pregliasco. Sì, siamo al paradosso: il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi nega che nel suo ospedale si rifiutino gli interventi chirurgici a chi non si sia sottoposto alla terza dose. Ma la smentita della virostar televisiva non deve essere indirizzata alla Verità, che ieri ha riportato la notizia. E nemmeno alla trasmissione Fuori dal coro che per prima l’ha scoperta. La lettera di rettifica Pregliasco la deve mandare direttamente a sé stesso, possibilmente guardandosi allo specchio. Già, perché nonostante sul sito Affari italiani ieri Pregliasco si sia lamentato di non essere stato interpellato per fornire le sue spiegazioni in merito alla questione, c’è poco da spiegare. Le telecamere del programma di Rete 4 condotto da Mario Giordano hanno interpellato direttamente i pazienti che si sono visti annullare gli interventi programmati e attesi da mesi quando non da anni e, in seguito, hanno sentito la versione degli operatori sanitari dello stesso ospedale. I quali hanno confermato quanto rivelato dai malati, aggiungendo che la disposizione di negare l’accesso alla sala operatoria a chi non fosse munito di super green pass, cioè dunque anche a chi si fosse sottoposto solo a prima e seconda dose, era stata impartita dal direttore sanitario, ovvero proprio da Fabrizio Pregliasco. Dunque, che cosa c’è da spiegare e, soprattutto, da smentire? Pregliasco, come ha confermato anche al nostro Francesco Borgonovo, ha deciso che senza il booster non ci si opera. Punto. In base a quale legge lo ha deciso? A nessuna, perché nessuna norma può negare il diritto alle cure a un italiano, soprattutto nessuno può decidere di interrompere un pubblico servizio perché la mattina si è svegliato con in testa il cappello del plenipotenziario della Salute. Infatti, neanche Roberto Speranza, che ogni mattina vorrebbe introdurre un obbligo e disporre un divieto, è giunto a tanto, rassegnandosi finora a impedire agli italiani non vaccinati di recarsi al ristorante e al bar, negando loro l’utilizzo dei mezzi pubblici e ora l’accesso a barbieri, parrucchieri e estetisti. Prossimamente inibirà anche i tabaccai, probabilmente più per scoraggiare il vizio del fumo che per evitare i contagi, anche perché non è dato sapere quanti positivi siano stati individuati mentre compravano un pacchetto di bionde.Tuttavia, là dove non arriva Speranza, con i suoi editti punitivi, ecco spuntare Pregliasco con le sue circolari, che ovviamente non possono essere smentite da un comunicato stampa né da un’intervista, ma devono essere semplicemente ritirate. Nel tentativo di giustificare l’ingiustificabile, il direttore sanitario del Galeazzi ha raccontato che gli interventi di emergenza traumatologica sono garantiti anche ai non vaccinati e che semplicemente erano stati procrastinati solo quelli non urgenti, come quelli per alluce valgo. In pratica, secondo il virologo da salotto, a essere posticipati erano solo le cure per le unghie incarnite, nulla di più. E tutto ciò sarebbe stato deciso a tutela del paziente e per mantenere operativo e libero l’ospedale. Peccato che a essere rinviati non siano stati solo i pazienti con problemi non urgenti, ma tutti quelli accomunati da un identico fattore, ovvero non avere la terza dose. Le disposizioni impartite al personale e ribadite davanti alle telecamere di Rete 4 non lasciano dubbi: chi non ha fatto il booster resta senza cure. Una misura discriminatoria, che non ha niente a che fare con l’urgenza dell’intervento o con la gravità dei problemi manifestati dal paziente, ma che si riduce solo al numero di iniezioni cui la persona si è sottoposta.Pregliasco, autore della circolare, nell’intervista che pubblichiamo a pagina 2 conferma: «Dobbiamo fare delle scelte. Abbiamo una richiesta pazzesca e facciamo delle valutazioni». Ma la virostar, pur rispondendo alle domande cercando di svicolare, non riesce a smentire il criterio scelto per selezionare i pazienti da sottoporre a intervento: «Chi non ha la terza dose è una persona che rischia di potersi infettare in ospedale. Noi seguiamo tutte le prassi e le procedure». E alla domanda se sia giusto selezionare i pazienti in base alle dosi di vaccino ricevute, dato che la legge non impone l’obbligo, soprattutto se non si hanno 50 anni, la replica del direttore sanitario è che «l’alluce valgo può aspettare». Tutti gli alluci valghi possono aspettare? No, solo quelli di persone senza terza dose. Già, perché a essere respinti non sono soltanto i non vaccinati, ma anche quelli con due dosi che poi, a dirla tutta, rappresentano la metà degli italiani. Risposta di Pregliasco: «Se abbiamo rimandato indietro una signora che aveva fatto due dosi, probabilmente aveva due dosi vecchie». Ecco, i pazienti sono avvisati: se vogliono essere curati dal virologo dei salotti tv, solo booster o dosi giovani. Alla faccia delle discriminazioni.