2022-01-21
Apartheid in ospedale, il governo tace
I colleghi prendono le distanze dal direttore sanitario del Galeazzi che rifiuta gli interventi chirurgici a chi non ha fatto la terza dose. Ma dal ministro Roberto Speranza neppure una parola. Così come dal Guardasigilli, Marta Cartabia, e dai garanti della Costituzione. Non solo Milano: in Calabria stop all’operazione a una malata di cancro. Poi il dietrofront.Oltre al Covid, niente. Siamo precipitati in un delirio sanitario senza precedenti, una specie di gorgo che inghiotte e fa sparire tutto ciò che non riguardi direttamente il virus. Il Covid è il pensiero fisso, l’unico mostro di cui aver paura, il dramma che deve prevalere su tutti gli altri, persino quelli più gravi. Emblematico, in questo senso, un recente caso di cronaca riguardante una donna di Ospedaletto Euganeo (Padova). Tutto ha avuto inizio il 23 aprile del 2020, mentre la donna stava per concludere un periodo di quarantena. All’epoca, per tornare alla vita, servivano due tamponi negativi, la signora aveva effettuato il primo test ed era in attesa di sottoporsi al secondo. Ma ecco che un pomeriggio, mentre se ne stava chiusa in casa da cittadina rispettosa, ha udito un botto fortissimo provenire dalla strada: un povero motociclista si era schiantato contro un cartello stradale ed era volato in un fossato. La signora è corsa fuori dall’abitazione per soccorrerlo, e solo dopo si è resa conto di aver avuto una pessima idea: uscendo di casa ha violato la quarantena, e la svista le è costata una multa di 4.500 euro.La signora si opporrà al decreto di condanna, e la vicenda farà il suo corso. Ma il punto vero è che la piccola storia locale dimostra perfettamente quale sia la visione dominante. Ovvero: conta soltanto il Covid. Il motociclista nel fossato avrebbe potuto morire? Poco male: ciò che importava era evitare l’eventuale contagio. Ritroviamo tratti di questa ossessione nella testimonianza di una delle ragazze tedesche aggredite sessualmente a Milano la notte di Capodanno. A Quarta Repubblica, su Rete 4, una di loro ha rilasciato alcune dichiarazioni sconvolgenti: ha spiegato che, mentre le violenze avvenivano, «c’erano almeno 5 poliziotti che vedevano. Non so perché non sono intervenuti, non so se hanno capito cosa stava succedendo, forse no», ha detto la giovane. Poi ha aggiunto: «Non potevano vederci quando eravamo a terra in mezzo al gruppo, ma poi quando eravamo alle transenne, sì. Chiedevano aiuto, urlavamo stavamo, guardando verso di loro “Aiutateci! Aiutateci!”. La cosa scioccante, quando siamo uscite dalla calca, è che ci hanno detto solo “Mettetevi la mascherina”. Noi stavamo piangendo, loro ci hanno detto solo questo: “Mettetevi la mascherina”». Chiaro, anche questo è un piccolo particolare, ma estremamente rivelatore: prima il covid, tutto il resto viene dopo.A questa mentalità ormai prevalente si deve probabilmente la decisione presa da Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, una struttura d’eccellenza a livello italiano e forse anche europeo. Come ha svelato martedì un servizio di Marco Gaiazzi per Fuori dal coro, la trasmissione di Mario Giordano in onda su Rete 4, il noto centro ortopedico ha respinto alcuni pazienti che da tempo attendevano di sottoporsi a interventi chirurgici. Motivo? Costoro non avevano il super green pass. In poche parole, la struttura guidata milanese ha scelto di non curare i pazienti considerati «no vax», o comunque bivaccinati ma senza la terza dose.Benché abbia maldestramente tentato di smentire e ci abbia accusato di raccontare il falso, Pregliasco ha nei fatti confermato che le cose siano andate esattamente in questo modo. Quando gli abbiamo chiesto ragione della allucinante discriminazione ci ha risposto così: «Abbiamo posticipato sulla base di una serie di criteri di fragilità alcuni interventi come l’alluce valgo. […] Chi non ha la terza dose è una persona che rischia di più di potersi infettare in ospedale». In realtà, gli interventi non sono stati propriamente «posticipati». I pazienti sono stati contattati dall’ospedale perché - in base alle liste di attesa - era giunto il loro turno di farsi operare. Quando però gli interessati hanno spiegato di non essere in possesso di super green pass, sono stati rimbalzati. Ciò significa che non si è trattato di una «riprogrammazione» delle operazioni, ma di una vera e propria selezione all’ingresso.Non pensiamo affatto che Pregliasco sia una persona crudele. Crediamo però che anche lui sia stato trascinato via nel gorgo del Covid. A suo dire, è meglio che una persona continui a tenersi dolori lancinanti ai piedi o alle articolazioni piuttosto che corre il pur vago rischio di contrarre il virus. Giova ripeterlo: non parliamo di pazienti a rischio per via di patologie pregresse, presenza di diabete, obesità, tumori eccetera. E nemmeno di individui particolarmente anziani, ma di persone (alcune anzi piuttosto giovani) con problemi ai polsi, alle anche, ai piedi. Provano dolore, ma si sono sentite dire che questo dolore non conta perché l’unica cosa che importa è «impedire il contagio» (il quale contagio, a prescindere da tutto, procede tetragono).L’aspetto più sconvolgente della faccenda, tuttavia, non è tanto l’atteggiamento di Pregliasco, quanto la reazione delle istituzioni. In pratica, nessuno ha fiatato. Non il ministro della Salute, Roberto Speranza (già noto ai più per il silenzio tombale in cui è solito rinchiudersi al fine di evitare critiche e problemi). Non altri esponenti di spicco del governo. Pure gli illustri garanti della Costituzione hanno taciuto di fronte a una palese violazione del diritto alla salute. Possibile che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, non abbia nulla da dire? Possibile che «l’espulsione dalla società» dei non vaccinati teorizzata da Mario Draghi si possa spingere serenamente fino alla negazione delle cure mediche?Anche la stampa, per lo più, tace. E quando parla lo fa per difendere Pregliasco, per sostenere l’idea che sia giusto mettere l’ossessione per i contagi davanti a tutto, compresi i diritti basilari degli esseri umani, compreso il dolore di uomini e donne che potrebbero essere nostri vicini, amici, parenti. Covid vincit omnia, e pazienza se assieme al virus trionfano pure disumanità e ingiustizia.
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