2023-03-01
Stangata post Covid: aumenta la polizza auto
Le compagnie di assicurazioni, che non vollero ridurre i premi nei mesi di lockdown (pur con le vetture ferme e i sinistri in calo), ora annunciano il ritocco alle tariffe. Il picco in Lombardia: +20%. L’Italia continua a confermarsi il Paese più caro d’Europa.Consumatori cari, può piovere sul bagnato? Ovvio. Anzi: in Italia è quasi una certezza. Dopo pane, pasta, frutta, verdura, gas, elettricità e tutto lo scibile da ivare, anche l’assicurazione auto, notoriamente a buonissimo mercato, viene ritoccata per la galoppante inflazione. Certo, il titolo delle agenzie di stampa, a prima vista, sembra trionfale: «Ivass, dopo nove anni primo rialzo dei premi». Laddove Ivass è l’autorità indipendente che vigila sul mercato assicurativo, «per garantirne la stabilità e tutelare il consumatore». Riguardo al quarto trimestre del 2022, comunque, informa: «Si ferma la discesa della Rc auto per la prima volta dal 2014».Capito? «Si ferma la discesa»: quella mai rilevata dai comuni mortali, in effetti. Traduzione a beneficio dei già tartassati: aumentano i prezzi. Un’altra legnata ci attende. Anche le benefiche compagnie assicuratrici, loro malgrado, sono costrette ad adeguarsi al triste andazzo inflattivo. Così, come un sol uomo, si apprestano a dare il colpo di grazia agli automobilisti italici: santi, poeti e incidentati immaginari. Ce lo meritiamo. Il rialzo ammonterebbe, nell’ultimo trimestre dello scorso anno, allo 0,7 per cento: il totale di una polizza media, giura Ivass, sale dunque a 363 euro. Un buffetto. Tanto che la magnanima autorità, rimembra «l’andamento dell’inflazione nello stesso periodo: più 11,6 per cento». Loro, invece, s’accontentano di un ritocchino. Capito che gentiluomini? E voi sempre lì a lamentarvi con l’assicuratore di fiducia. A smadonnare con quei disgraziati del call center. Insomma: dopo nove anni di generosità, le compagnie hanno dovuto rivedere all’insù i listini. Lo certifica adesso Ivass. La rilevazione, dettaglia, è partita dieci anni fa. Allorquando sarebbe cominciata una straordinaria picchiata dei prezzi, che nessun consumatore ha percepito solo a causa di imperante malafede mescolata a inscalfibile populismo. «Dai 475 euro del premio medio nel quarto trimestre 2014 si è passati ai 360,1 dell’ultimo trimestre del 2021». Un supposto calo che lascia comunque l’Italia in cima al podio europeo: è il Paese con le polizze più onerose del continente. E neanche di poco: 91 euro di soprapprezzo rispetto a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.Adesso arriva lo 0,7 di rincaro. Cosa volete che sia? Comunque: preparatevi. Pare sia solo l’inizio di prodigiosi ritocchi. L’Osservatorio auto di febbraio 2023, elaborato da Segugio.it, società che confronta le assicurazioni, anticipa lo sfacelo: a gennaio 2023 il premio medio è stato di 381,4 euro, in crescita del 3,2 per cento sul mese precedente. In confronto a un anno fa, si registra invece un rialzo del 16,3 per cento, il più alto degli ultimi cinque anni. Il picco è in Lombardia: quasi il 20 per cento. Altro che lo zero virgola qualcosa ufficiale. Intanto, avanzano pure ulteriori rischi legati all’ossessione dell’Unione europea per le auto elettriche, destinate a premi più alti. Bontà loro, i prezzi aumentano sensibilmente anche per chi possiede un’auto vecchia: costa il 20 per cento in più rispetto ai veicoli immatricolati recentemente.Che ci volete fare? È l’inflazione, bellezze. Mica vorrete la rovina delle gloriose compagnie. Le stesse che però, durante il Covid e i lockdown, si sono dimostrate molto meno solerti. Alzi la mano chi ha ricevuto una consolatoria telefonata dall’assicuratore, che annunciava prezzi più convenienti o imminenti ristori. Nessuno, appunto. Ricorderete: correvano i tempi dei dpcm giuseppini. Non si poteva mettere il naso fuori di casa nemmeno per sbaglio, pena inseguimento di droni e multe leggendarie. Figurarsi le macchine: rimaste ferme nei box per mesi a prendere polvere.Lo ammetteva perfino l’allora presidente della pur conservativa Ivass, Daniele Franco, poi ministro dell’Economia nel governo Draghi: nel 2020 i sinistri erano diminuiti del 40 per cento se paragonati allo stesso periodo del 2019, con calo del costo dei sinistri e delle spese di gestione dal 100 all’86 per cento, «vista la minore circolazione di veicoli causata dalla pandemia». Insomma: mentre tutte le attività agonizzavano, loro risparmiavano. Eppure, niente. Il Codacons denunciava «gli enormi vantaggi economici per le compagnie di assicurazioni che hanno incamerato profitti a fronte dell’azzeramento del rischio incidenti». Dunque, esortava: «Se davvero vogliono contribuire al rilancio della nostra economia, inizino dal rimborsare agli utenti quanto pagato per le polizze auto non utilizzate nel periodo del lockdown». Invece, come certificato nel 2021 proprio dall’autorità, dei due miliardi netti di risparmi ne sono stati restituiti ai clienti appena 800 milioni.Ma se allora si poteva sorvolare su un’epocale pandemia, oggi non si transige di fronte alla fiammata inflattiva. Non vi sembra di udire il pernacchione di Alberto Sordi, nelle vesti del vitellone felliniano, agli alacri contadini? «Lavoratoriii… Prrr!».