2022-10-10
Il Pnrr dimentica l'emergenza idrica
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«La scelta di Bureau Veritas Italia – afferma Diego D’Amato, Ceo della multinazionale leader nella certificazione e nel controllo anche di grandi infrastrutture, nonché nella verifica igienico sanitaria delle acque – segna una vera e propria svolta. E ciò accade in concomitanza con l’emergenza siccità, ma anche in virtù di uno studio sullo scandalo silenzioso della dispersione delle risorse idriche del Paese».Forte dell’esperienza maturata nella verifica di alcuni progetti strategici specie al Sud, relativi in particolare all’Acquedotto Pugliese e ad Acqua Campania, ma anche Acquedotto bresciano e altri, Bureau Veritas Italia raccoglie il guanto di sfida della siccità e della gestione delle risorse idriche in Italia. Lo fa da un lato, raccogliendo e razionalizzando le informazioni oggi non omogenee sul problema acqua, dall’altro, proponendosi con procedure standard per ispezionare la rete dei principali acquedotti italiani e quindi per validare progetti di intervento, sia in chiave di nuove costruzioni sia di ristrutturazione di quelle esistenti. Questo con l’obiettivo prioritario di affiancare e sostenere tutte quelle aziende che gestiscono reti, che hanno presentato da tempo piani di intervento scoprendo nel Pnrr risorse ampiamente insufficienti rispetto alle necessità.«La scelta di Bureau Veritas Italia – afferma Diego D’Amato, Ceo della multinazionale leader nella certificazione e nel controllo anche di grandi infrastrutture, nonché nella verifica igienico sanitaria delle acque – segna una vera e propria svolta. E ciò accade in concomitanza con l’emergenza siccità, ma anche in virtù di uno studio sullo scandalo silenzioso della dispersione delle risorse idriche del Paese».Secondo D’Amato i numeri aggregati sono più espliciti di qualsiasi ragionamento e fanno di per sé luce su una situazione tanto grave quanto poco nota, nella magnitudo delle sue dimensioni, all’opinione pubblica. Affiancati l’uno all’altro, questi dati forniti da soggetti di analisi e studio differenti e raccolti da Bureau Veritas Italia, in collaborazione con molte aziende di rete, forniscono uno spaccato devastante sulla gravità della crisi idrica e su un’emergenza che non resterà confinata a una singola stagione di siccità.Ogni giorno la rete di distribuzione dell’acqua perde 41 metri cubi di oro bianco per chilometro. Tra reti inadeguate, impiego nell’agricoltura e nell’industria e consumo domestico, in 1 capoluogo su 3 nel nostro paese le perdite sono superiori al 45%. Il 47,6% dell’acqua viene disperso lungo la rete italiana, in confronto al 23% della media Ue. Ma a fronte di richieste di intervento per 2,1 miliardi il Pnrr, nonostante si tratti di una priorità assoluta, ne prevede meno della metà (circa 900 milioni)Quello delle perdite non è l’unico primato negativo: l’Italia vanta la rete più vecchia d’Europa con circa il 60% delle infrastrutture operative che hanno più di 30 anni, spesso in totale assenza di interventi manutentivi e il 25% più vecchie di mezzo secolo. In alcune provincie come quella di Latina le perdite d’acqua superano il 70%. E ciò accade in un Paese, l’Italia che denuncia i consumi più alti d’Europa di acqua potabile con 160 m3 per persona all’anno. Per altro l’Italia è anche il primo paese al mondo per consumo di acqua minerale in bottiglia (188 litri pro capite annui).«Oggi tiene banco – afferma il Ceo di Bureau Veritas – la crisi energetica. Ma a breve il Paese potrebbe trovarsi ad affrontare una crisi idrica ancor più complessa che richiederà come intervento immediato una trasparenza oggi inesistente sulle tariffe (in Italia l’acqua costa pochissimo), sui sistemi di distribuzione, sui consumi (ogni italiano consuma ogni giorno 245 litri di acqua potabile), la governance, e specialmente la coerenza e validità dei progetti che dovrebbero essere supportati da una ricerca seria sulle perdite e sulle loro cause, incluso un livello di investimenti bassissimo che non raggiunge i 50 euro per abitante/anno contro una media europea di 82».Bureau Veritas Italia, che vanta un know how specifico nel settore idrico, individua in tre filoni le necessità più urgenti di intervento: una mappatura globale delle reti oggi gestite nei comuni capoluogo di provincia da 95 soggetti diversi, un’analisi delle perdite e un esame capillare delle condizioni igienico sanitarie dell’acqua distribuita.«Credo sia urgente – conclude D’Amato – la definizione in tempi brevi di un piano nazionale dell’acqua che affronti il tema della rete di acque potabili, ma anche quello degli invasi, che hanno subito una drastica diminuzione delle risorse, e del riuso delle acque, in particolare piovane, ad esempio nell’agricoltura attraverso forme di stoccaggio. Bureau Veritas ha validato anche i progetti di aziende redatti al fine di trovare forme di finanziamento, si sta attrezzando per giocare la partita».«I segnali che arrivano in particolare dal Mezzogiorno, specie da Calabria e Sicilia e quindi da tutti i principali gestori di reti – sottolinea il Ceo di Bvi – non possono non essere colti, anche nella percezione dei rischi e nel livello di soddisfazione sempre più basso che incombe sul servizio di distribuzione dell’acqua. E il primo passo deve essere una radiografia affidabile e validata dell’intera rete. Con i regolamenti e le circolari si fa poca strada».
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