2023-10-27
Crac Ifil, i pm: condannate De Luca jr. «Scroccava voli per il Lussemburgo»
Piero De Luca (Imagoeconomica)
La richiesta si rifletterà sullo scontro politico nel Pd tra il padre-governatore ed Elly Schlein.A volte le colpe dei figli ricadono sui padri. I fantasmi giudiziari del passato tornano a turbare i sonni del presidente dem della Campania, Vincenzo De Luca. Uscito indenne da alcuni procedimenti penali risalenti a quando era sindaco di Salerno, De Luca si trova adesso a fare i conti, stavolta dal punto di vista politico, con la richiesta di condanna da parte della Procura della città della costiera campana nei confronti del figlio Piero, attualmente deputato del Pd.La pena richiesta dai pm Vincenzo Senatore e Francesco Rotondo per De Luca junior è relativamente bassa, due anni e due mesi, ma il peso politico è molto più alto. Da mesi è, infatti, in corso una lotta senza esclusione di colpi tra il governatore della Campania e il segretario del Pd, Elly Schlein, che vede al centro proprio il presunto sistema di potere di De Luca. Tra i primi atti della Schlein dopo le primarie si possono infatti ricordare il commissariamento del partito in Campania, lo stop alle ipotesi di terzo mandato per i presidenti di Regione e soprattutto la revoca dell’incarico di vicecapogruppo alla Camera proprio per De Luca junior, che aveva commentato la scelta definendola «una vendetta trasversale che non fa onore». Adesso la richiesta di condanna che si va a intrecciare proprio con una delle vicende giudiziarie dell’ex sindaco di Salerno, potrebbe inasprire ulteriormente gli animi già esacerbati, con il governatore campano che ha recentemente definito il Pd «un pollaio».Il processo che vede coinvolto il primogenito dell’ex sindaco di Salerno (che ha sempre respinto le accuse) è quello sul crac della Ifil, società di consulenza immobiliare che, all’epoca dei mandati da sindaco di De Luca, avrebbe dovuto curare la vendita di immobili parte di importanti in operazioni edilizie che avevano cambiato il volto della città: la trasformazione in residence vip dell’ex Pastificio Amato e il controverso Crescent, palazzina di appartamenti di lusso edificato a pochi metri dal mare. E proprio l’avveniristico complesso residenziale costruito «piedi nell’acqua» era costato De Luca senior un processo per abuso d’ufficio, concluso con una doppia assoluzione sia in primo grado che in appello, dopo che la Procura generale aveva chiesto una condanna a 18 mesi. Al figlio, invece, viene contestato di aver usufruito da parte di Ifil del pagamento di biglietti aerei per il Lussemburgo per un costo di circa 23.000 euro.I voli contestati, dei quali avrebbe beneficiato anche la moglie (mai indagata) del parlamentare, risalgono al periodo tra il 2009 e il 2011, anni in cui De Luca junior lavorava proprio in quel Paese. Le accuse, però, vanno oltre. Secondo i pm, il parlamentare dem sarebbe stato di fatto un socio occulto della Ifil. Una contestazione, sfociata nelle richieste di rinvio a giudizio nel 2017, che si basa sulla convinzione che Piero De Luca fosse perfettamente a conoscenza che i pagamenti dei biglietti provenivano dai conti correnti della società, aggravando quindi la distrazione di fondi che ha poi originato l’accusa di bancarotta fraudolenta contestata a vario titolo a tutti gli imputati.Il coinvolgimento di Piero De Luca era emerso nel 2012 nel corso le indagini, dall’interrogatorio di un altro imputato, Giuseppe Amato junior allora coinvolto in un altro crac, appunto quello del Pastificio Amato. Il rappresentante della famiglia di imprenditori mise a verbale di aver saputo da Mario Del Mese (che deteneva il 50% delle quote della Ifil e ha da tempo patteggiato una pena di 7 mesi) del pagamento dei biglietti aerei per il figlio dell’allora primo cittadino di Salerno. Sempre secondo gli inquirenti, gli altri imputati avrebbero impropriamente utilizzato il denaro della società per acquistare arredi e per aver effettuato pagamenti a favore di altre aziende senza che ci fosse alcun rapporto commerciale.
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