2020-08-19
Più lavoro ai giovani, meno bonus inutili. Il manifesto di Draghi per l’ascesa al Colle
Al Meeting di Rimini, l'ex capo della Bce bacchetta governo e vincoli Ue. La politica lo copre di lodi ma non gli dà retta.Un manifesto quirinalizio con i toni da banchiere centrale formato alla scuola dei gesuiti. Il lungo intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini è partito dalla crisi finanziaria che 12 anni fa provocò la «più grande distruzione economica mai vista in periodo di pace» e si è concluso con un appello a essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione, ricordando alle ultime generazioni che «il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro». Nel mezzo, la strada indicata per abbandonare le macerie del coronavirus, e alcune citazioni da appuntare nella memoria. La prima, è quella del teologo protestante Reinhold Niebuhr che nella sua «preghiera della serenità» chiede al Signore: «Dammi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capire la differenza». Frase evocata perché dalla politica economica «ci si aspetta che non aggiunga incertezza a quella provocata dalla pandemia e dal cambiamento. Altrimenti finiremo per essere controllati dall'incertezza invece di esser noi a controllarla. Perderemmo la strada». E poi John Maynard Keynes, vera ispirazione per architetture post belliche come l'accordo di Bretton Woods del 1944 e le riflessioni del 1943 di Alcide De Gasperi sull'Italia democratica. L'economista «più influente del XX secolo» ci ricorda: «When facts change, I change my mind». Quando i fatti cambiano, cambio il mio pensiero.Una lezione utile per un momento come quello che stiamo vivendo in cui molte delle regole che avevano disciplinato le nostre economie fino all'inizio della pandemia sono state sospese per far spazio a un pragmatismo che meglio rispondesse alle mutate condizioni, ha sottolineato Draghi. Insistendo appunto sul pragmatismo - senza ideologie ma non senza valori - necessario per combattere l'incertezza, parola ripetuta più volte nel suo discorso.Davanti alla platea del Meeting Draghi ha anche tirato in ballo il problema del debito. Perché «non sappiamo se torneremo mai a una normalità pre coronavirus. Meglio prepararsi a un mondo in cui bisognerà fare in modo che i colossali debiti accumulati in questa fase restino “buoni" e non si trasformino mai nel veleno che potrebbe distruggere l'ordine costituito - e la grande crisi economica e finanziaria del 2008 ci ha insegnato che ciò può avvenire molto rapidamente». Non sono inoltre mancate le critiche felpate - ma non nascoste - al governo. Impossibile non pensare ai bonus promessi a pioggia da Palazzo Chigi quando Draghi ha parlato dei sussidi che molti Paesi europei, tra cui la Germania, la Francia o l'Italia, hanno garantito a un'economia precipitata in un avvelenato letargo: «Servono a sopravvivere, a ripartire», sottolinea. Ma quando si esauriranno, il rischio è che ai giovani resti «la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e i loro redditi futuri». Il rischio reale è quello di una «distruzione di capitale umano di proporzioni senza precedenti dagli anni del conflitto mondiale».Così come i riferimenti non sono stati certamente casuali nell'appello, accorato, a puntare sul settore essenziale per la crescita: l'istruzione. Proprio nei giorni in cui il governo sprofonda nell'ennesimo caos sulle riaperture delle scuole a settembre. Già nelle sue prime considerazioni finali da governatore della Banca d'Italia, ormai 15 anni fa, Draghi aveva voluto sottolineare il dramma dei quindicenni italiani che rimanevano indietro in matematica rispetto ai loro coetanei europei. Ma al Meeting quello dei giovani è stato il filo rosso dell'intero intervento. Nonché la sua conclusione. E anche le critiche all'Ue per alcune regole sul patto di stabilità, la disciplina del mercato unico, della concorrenza e degli aiuti di Stato. «Regole successivamente sospese o attenuate, a seguito dell'emergenza causata dall'esplosione della pandemia. L'inadeguatezza di alcuni di questi assetti era da tempo evidente. Ma, piuttosto che procedere celermente a una loro correzione, cosa che fu fatta, parzialmente, solo per il settore finanziario, si lasciò, per inerzia, timidezza e interesse, che questa critica precisa e giustificata divenisse, nel messaggio populista, una protesta contro tutto l'ordine esistente. Questa incertezza, caratteristica dei percorsi verso nuovi ordinamenti, è stata poi amplificata dalla pandemia», ha chiosato l'ex presidente della Bce. Per il quale «il riconoscimento del ruolo che un bilancio europeo può avere nello stabilizzare le nostre economie, l'inizio di emissioni di debito comune, sono importanti e possono diventare il principio di un disegno che porterà a un ministero del Tesoro comunitario la cui funzione nel conferire stabilità all'area dell'euro è stata affermata da tempo». Un'idea non nuova, dunque, e in realtà anche un po' terrorizzante considerando i rischi di svuotare governi e parlamenti nazionali.L'intervento ha ricevuto lunghi applausi in platea e un consenso quasi unanime della politica, almeno di facciata (tutti a plaudire, con i vari «bene bravo bis» ma senza la reale intenzione di seguire la strada indicata). Pd allineati sulla carta, grillini idem, mancava solo qualcuno che sui social scrivesse: «Draghi mi ha fatto una buona impressione», parafrasando Luigi Di Maio. Un' obiezione non ha invece avuto timore di muoverla il segretario della Fabi, Landi Sileoni: «L'unico aspetto che lascia perplessi è la mancanza di critica verso la finanza», ha commentato. Tra le reazioni si registra anche il tweet telegrafico di Paolo Gentiloni, ex premier e commissario europeo per l'Economia: «Ascoltare Draghi». Chissà se in Italia e in Europa lo faranno.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)
Il valico di Rafah (Getty Images)