2022-03-14
Più di 600 poltrone da assegnare. Draghi pronto a sfidare i partiti sulle partecipate
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146 organi sociali, di cui 91 consigli di amministrazione e 55 collegi sindacali, in 107 società del Mef, sono scaduti e andranno al rinnovo con le assemblee nei prossimi mesi: sono composti da 639 persone, di cui 399 Consiglieri e 240 Sindaci. E’ l'analisi del centro studi Comar per quella che rappresenta la prossima tornata di nomine del governo. Manca poco alla data di convocazione delle assemblee delle società partecipate italiane. Ci sono da approvare i bilanci, ma per ben 107 società del ministero dell’Economia ci sono anche da rinnovare o cambiare i vertici: in totale si parla di quasi 640 incarichi da riassegnare. Come ogni anno a fare la stima di quanti incarichi dovranno essere assegnati ci ha pensato il centro studi Comar. Sarà con tutta probabilità un'annata diversa di nomine. Il governo analizzerà con dovizia ogni dossier. L'obiettivo è segnare il passo rispetto al passato, lontano dalla politica. Non sono escluse sorprese.Secondo il calcolo si parla di 146 Organi sociali, di cui 91 consigli d’amministrazione e 55 Collegi sindacali, in 107 società del ministero dell'Economia, attualmente composti da 639 persone, di cui 399 Consiglieri e 240 Sindaci. Delle 639 persone totali in scadenza, 72 siedono in 15 Società controllate direttamente dal Mef (22 Consiglieri e 50 Sindaci), mentre 567 sono in 92 controllate indirette (377 Consiglieri e 190 Sindaci), attraverso le sue capogruppo Amco, Banca MPS, Cassa Depositi e Prestiti, Enav, Enel, Eni, Eur, Ferrovie dello Stato, Invitalia, Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, Leonardo, Poste Italiane, Rai, Sace, Sport e Salute, Stmicroelectronics. I riflettori sono puntati soprattutto su Invitalia, dove da più di un decennio resiste Domenico Arcuri, l’ex commissario straordinario per l’emergenza contro la pandemia. Più che mai affermato durante il governo di Giuseppe Conte, Arcuri vive da qualche mese invece in un limbo, senza sapere ancora del suo destino. A palazzo Chigi, pare, vogliano finalmente cambiare, assegnando il posto di amministratore delegato di Invitalia a Bernardo Mattarella (ora in Mediocredito centrale), nipote del presidente della Repubblica. La voce circola da mesi, ma non è detto che nel frattempo sia cambiato qualcosa. In Snam si attende la riconferma di Marco Alverà, mentre c’è attesa anche per i destini di Fincantieri, con l’amministratore delegato Giuseppe Bono in scadenza, dopo vent’anni alla guida della società. A quanto pare per il suo posto la sfida è tra l’attuale direttore generale Fabio Gallia e il direttore della divisione navi militari, Giuseppe Giordo. C’è attesa anche per Sace dopo le dimissioni di Rodolfo Errore. In Sport e Salute è in scadenza Vito Cozzoli, mentre in Simest si attende il cambio di Pasquale Salzano, ex ambasciatore in Qatar. In scadenza anche Italgas e Ansaldo Energia. E’ evidente che il nuovo governo di Mario Draghi, con il ministro dell’Economia Daniele Franco e il numero uno di Cdp Dario Scannapieco, potrebbe dare un impronta di forte cambiamento ai consigli di amministrazione. Con tutta probabilità ci sarà meno politica rispetto all’ultimo governo Conte. Secondo il centro studi Comar le partecipate dal settore pubblico (ministeri, regioni, province, comuni, ecc.) sono in totale 8.510 (Istat, dicembre 2020) e, di queste, sono 6.085 le imprese partecipate dell’industria e dei servizi; le controllate sono 3.585, con 587.890 dipendenti. E’ il Mef ad esercitare il ruolo di gran lunga prevalente, sotto tutti i parametri economici, finanziari, occupazionali, con le sue 49 Società controllate, direttamente o indirettamente, con la Cassa depositi e prestiti (Comar non ha considerato le 11 Società dove Cassa depositi e prestiti non va oltre un controllo congiunto o un potere d’influenza, pur notevole, come Enciclopedia Treccani, Rocco Forte Hotels, Telecom Italia, Webuild, ecc.).Considerando le sole 33 società industriali e di servizi del Mef, l’aggregato mostrava i seguenti dati (ultimi bilanci disponibili, al 31 dicembre 2020): fatturato di 193,5 miliardi di euro (in calo del 19,8% sui 241,4 miliardi del 2019); perdite per 4,2 miliardi di euro (mentre nel 2019 si erano avuti utili per 7,1 miliardi); 461.394 dipendenti (in diminuzione del 2,3% sui 472.344 del 2019); debiti finanziari per 165,1 miliardi (in aumento del 5,1% sui 157 miliardi del 2019); ormai superiori all’85,3% del fatturato (nel 2019 il rapporto era del 65%). Di queste 33 Società industriali e di servizi, 12 sono quotate in Borsa (Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Italgas, Poste Italiane, Rai Way, Saipem, Snam, Stmicroelectronics, Terna), per una capitalizzazione che a fine dicembre 2021 era di 178 miliardi di euro, il 23,16% del valore complessivo; di quasi 10 miliardi superiore sui 168,4 miliardi a fine dicembre 2020. A queste 12, si aggiungono 2 Società che hanno strumenti finanziari quotati (Ferrovie dello Stato e Rai). Come settori di intervento, la presenza dello Stato si esprime soprattutto nell’energia, che assorbe oltre il 72% del fatturato, seguito dalla meccanica (14,3%) e dai trasporti e tlc (10,2%), con quote marginali nell’ict, in editoria-spettacolo-sport, in servizi alla P.A., in ambiente-territorio. La necessità di sopperire a diffuse situazioni di difficoltà economiche o a dissesti non più rimediabili ha determinato, negli ultimi due anni, una rinnovata espansione dello “Stato-imprenditore”. A titolo di esempio, sono nate nuove docietà, come Ita-Italia Trasporto Aereo o Holding Reti Autostradali o Itsart o Dri d’Italia (in Invitalia, per la filiera siderurgica e il risanamento ex Ilva) o, connesse alla transizione ecologica, Green.It (Cdp e Eni) o Renovit (Cdp e Snam); mentre Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 è funzionale ai Giochi Olimpici invernali; e, sempre a proposito di “grandi eventi”, la legge di Bilancio 2022 ha previsto la costituzione di una nuova Società, denominata “Giubileo 2025”, in capo al Mef, aperta alla partecipazione di altre Società dello stesso dicastero. Altre sono state trasferite al Mef a seguito di commissariamenti della Controllante, come accaduto per Anpal Servizi. A fronte, Expo 2015 ha cessato l’attività ed è in liquidazione, mentre Italia Infrastrutture, introdotta con la Legge di Bilancio 2020, finalizzata alla celere cantierizzazione delle opere pubbliche, non è ancora stata costituita.La necessità di implementare il Pnrr ha, poi, determinato la necessità di affidare o sviluppare un ruolo consulenziale ad alcune società del Mef, perché assistano le amministrazioni centrali nella redazione dei bandi o i soggetti attuatori (Regioni, Comuni e altri Enti locali) nella presentazione dei progetti; un compito che vede Cdp, al di là del suo riconosciuto ruolo storico, in prima fila; cui, più recentemente, si sono aggiunte Invitalia, Sogei e Studiare Sviluppo.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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