2024-10-17
Macché integrazione. La piscina riservata alle donne con il velo è nuova sottomissione
Il corso nel Fiorentino è apartheid al contrario. Dal Ramadan in classe alla sharia nei municipi: quelli discriminati siamo noi.Islam, in lingua araba, significa «sottomissione». Ad Allah, si intende. Ma in Italia, a quanto pare, la sinistra ha semplicemente interpretato questa sottomissione come un ben più prosaico calarsi le braghe. Del resto, non ci sono altri modi per leggere l’ultima trovata dell’Uisp di Figline Valdarno, in provincia di Firenze. L’Unione italiana sport per tutti, infatti, ha deciso di organizzare nella piscina comunale un corso di nuoto riservato alle sole donne musulmane. Si tratta di un’ora a settimana, e più precisamente il martedì dalle 8.30 alle 9.30. Pure gli istruttori, va da sé, saranno rigorosamente di sesso femminile. Anche se, è stato specificato dagli organizzatori, non avranno obblighi di vestiario. Pericolo scampato: niente burkini per poter insegnare nuoto in Italia.L’iniziativa, che per ora conta già sette iscritte, è stata illustrata così da Marco Ceccantini, il presidente della Uisp di Firenze, associazione di promozione sociale che da due anni ha preso in gestione la struttura: «A causa del loro credo e di usanze particolari», ha dichiarato Ceccantini alla Nazione, queste donne islamiche «non potevano fare sport, soprattutto attività fisica in acqua, e questo non è giusto: abbiamo organizzato un corso che rispetti il loro diritto allo sport». Inoltre, ha aggiunto, «in vari Paesi di religione musulmana, inclusa la moderna Dubai, ci sono spiagge e piscine solo dedicate alle donne, perché possano fare il bagno senza problemi». Grazie a questa iniziativa, ha concluso Ceccantini a trombe spiegate, «rispecchiamo i valori Uisp, che parlano di inclusione, integrazione e di parità di opportunità nel nome e attraverso lo sport».Qui si fatica persino a capire da dove cominciare. Innanzitutto non sembra particolarmente «inclusivo» - né tantomeno giusto - escludere buona parte della popolazione di Figline Valdarno (a occhio, circa il 99%) da una struttura pubblica adibita a uso pubblico. Fosse anche per solo un’ora alla settimana. Se un povero padre di famiglia potesse farsi una nuotata unicamente alle 9 di martedì, perché mai dovrebbe prendersela in saccoccia? Del resto, Ceccantini converrà che qui siamo in Italia e non negli Emirati (che peraltro non brillano affatto per inclusione). In secondo luogo, il presidente dell’Uisp dovrebbe sapere che integrazione e inclusione non sono la stessa cosa. Se ti vuoi integrare, infatti, accetti le leggi e le usanze della nazione ospitante e non pretendi di imporre le tue. Tradotto: se vuoi accedere a una piscina pubblica, devi accettare che nella corsia vicino alla tua ci sia anche il signor Mario Rossi a torso nudo. Altrimenti, è logico, stai solo escludendo il signor Rossi da un servizio che gli spetta di diritto.Insomma, l’argomentazione dalla Uisp - è proprio il caso di dirlo - fa acqua da tutte le parti. E infatti non si sono fatte attendere le vive proteste di diversi politici di centrodestra. «Questo non è un progetto di integrazione, è un progetto di segregazione che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile», hanno per esempio dichiarato Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, ed Elena Meini, capogruppo del Carroccio presso il Consiglio regionale della Toscana. «Siamo di fronte», hanno proseguito, «all’ennesimo, orribile esempio di falsa integrazione, come è immediatamente evidente dal fatto, sbandierato, che ci saranno “solo istruttrici e vasche blindate”. Come si fa a parlare di “inclusione” se i corsi sono, per l’appunto, “esclusivamente” per donne musulmane?».Ma non è finita qui: «Quanto alle parole del presidente Uisp, siamo alla follia totale», hanno rincarato la dose Ceccardi e Meini. «Ceccantini, che è componente dell’assemblea metropolitana del Pd Firenze, dice di “rispettare i diritti”: parla forse del diritto di buttare via secoli di conquiste civili femminili? Per non parlare dell’esempio che fa per giustificare l’ingiustificabile, ovvero che anche a Dubai si fa così. Davvero un modello da seguire, quello di una monarchia assoluta in cui vige la legge della sharia!». Insomma, hanno concluso le due esponenti della Lega, «basta con l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile. La verità è che sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con le conquiste faticosamente raggiunte dalle donne in Occidente. E il Pd è colpevolmente complice, per biechi motivi elettorali, di questo pericoloso arretramento subculturale che sta prendendo sempre più piede nella nostra società».Anche per Andrea Barabotti, parlamentare della Lega, il corso di nuoto di Figline Valdarno «è l’ennesimo caso di discriminazione per così dire “al contrario”. Per la Lega si tratta di una proposta assolutamente incostituzionale e razzista da fermare in tutti i modi. Chiediamo al Pd toscano e al sindaco di fare un passo indietro, nel rispetto degli italiani e della nostra Costituzione». Gli stessi concetti sono stati espressi anche da esponenti di Fratelli d’Italia: «La discriminazione nuota in una piscina solo per donne islamiche. Questa è la sinistra che parla di integrazione e cancella anni di diritti conquistati dalle donne», ha affermato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Mentre il vicecoordinatore regionale toscano di Fdi, Francesco Michelotti, e il capogruppo del partito a Figline, Enrico Venturi, hanno annunciato che presenteranno presto un’interrogazione.Questo di Figline, purtroppo, non è l’unico caso in cui si spacciano per inclusione veri e propri atti di sottomissione alle regole della sharia. Basti pensare al Comune di Ancona che, pochi mesi fa, ha notificato il ripudio unilaterale della moglie da parte di un cittadino bengalese (che la maltrattava), permettendogli così di non pagare gli alimenti a lei e ai figli. Ma si pensi anche alla poligamia registrata (e quindi avallata) da alcuni Comuni, oppure alla scuola di Pioltello, in provincia di Milano, che ha chiuso le aule per il Ramadan. Ecco, chiamatela come vi pare, ma questa è tutto tranne che integrazione.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».