2023-12-21
M5s chiede fondi per il «suo» teatro
Il senatore grillino Luca Pirondini presenta un emendamento alla manovra per far stanziare 2,5 milioni al Carlo Felice. Era membro del consiglio dell’istituzione. Non l’ha segnalato.Una perla della doppia morale sul conflitto d’interesse del M5s è quella sul caso del senatore Luca Pirondini. L’esponente grillino, infatti, ha presentato un emendamento alla manovra di bilancio per un contributo di 2,5 milioni al Teatro Carlo Felice di Genova dove lui stesso, nominato dall’allora ministro grillino Alberto Bonisoli e poi confermato dal ministro Franceschini nel 2020 è membro del consiglio di indirizzo del Teatro. Una situazione che lo rende assolutamente incompatibile e che lo stesso Pirondini ha omesso di registrare nelle apposite dichiarazioni che i senatori devono presentare una volta eletti. Un conflitto di interesse evidente per il senatore, aggravato da ulteriori aspetti quali l’essere capogruppo in Commissione cultura del Senato (commissione di riferimento per i Teatri), e soprattutto dal fatto che, essendo un musicista, ha avuto negli anni numerose collaborazioni professionali con il teatro stesso. Immediata la difesa del grillino: «Spiace constatare che nel centrodestra c’è chi parla a vanvera e rivolge accuse ridicole senza conoscere i fatti: come è facile ricostruire dal 6 dicembre scorso, infatti, ho rassegnato le mie dimissioni da membro del consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice, incarico che ho ricoperto a titolo assolutamente gratuito, comunicandolo al presidente della Fondazione. L’ho fatto perché non posso più rappresentare in quella sede il ministero della cultura di un governo che taglia risorse a una delle istituzioni culturali più importanti della mia città e del Paese. Già a inizio novembre avevo denunciato il taglio dei finanziamenti e annunciato che mi sarei battuto per il ripristino con un emendamento in manovra. Lo riscriverei e rifirmerei mille volte perché provare a difendere un presidio culturale dai tagli del governo Meloni è un mio preciso dovere di parlamentare e di rappresentante del territorio in cui sono stato eletto». Epperò le date non coincidono, visto che la richiesta di erogazione straordinaria a favore del Carlo Felice risale al 21 novembre scorso, data in cui, per sua stessa ammissione, Pirondini era ancora in carica come consigliere ed inoltre, fino ad una settimana fa, «al ministero della Cultura, non era ancora pervenuta alcuna lettera di dimissioni». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi rispondendo a un’intervista in cui Pirondini affermava di aver dato le dimissioni «perché non ci sono più, per me, le condizioni per rappresentare il ministero, dal momento che ha deciso di tagliare sia la cosiddetta legge Genova, che dal 1999 garantisce un contributo extra al teatro Carlo Felice, che il Fus per tutte le Fondazioni lirico sinfoniche italiane». Mazzi invece ha sottolineato che «nel 2022, al Carlo Felice, sono stati erogati dal MiC contributi pari a 28 milioni e 920.000 euro, che equivalgono, giusto per dare un’idea, a 80.000 euro al giorno, considerando anche sabati, domeniche e festività». Pane per i denti degli azzurri che chiedono una presa di posizione del M5s dopo «le serie e gravi dichiarazioni del sottosegretario Mazzi» visto che «questo conflitto di interesse, questa mancata segnalazione dell’incarico, le bugie sulle mancate dimissioni, coprono di vergogna i finti moralisti, che dovranno rendere conto di questa sconcertante vicenda di Pirondini». Del resto per il senatore Pierantonio Zanettin il collega «Pirondini predica bene e razzola malissimo, come è nel Dna del M5s e la sua appassionata difesa della cultura musicale sarebbe stata più credibile se indirizzata a un ente lirico diverso da quello in cui ha lavorato». Chiedono invece chiarezza sul «macroscopico conflitto di interessi sul caso che dimostra, ancora una volta, la doppia morale del Movimento» i senatori azzurri Roberto Rosso e Daniela Ternullo. Pirondini respinge al mittente le accuse di mancata trasparenza e ribadisce che i suoi interventi si sono rivolti contro «i tagli insensati del governo, il tradimento dei professionisti dello spettacolo con la finta indennità di discontinuità e per il ripristino di tutto il fondo per lo spettacolo dal vivo».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)