2024-02-27
Piantedosi spazza via le bugie sugli scontri: «Mediazione respinta dai capi del corteo»
Matteo Piantedosi (Imagoeconomica)
Il titolare del Viminale chiarisce: «Non c’è stato alcun preavviso. Gli organizzatori hanno ignorato la Digos e forzato i blocchi».Non vedevano l’ora. Acquattati dietro i banchi dell’opposizione, rimuginavano mesti: come addossare al governo l’ennesimo e supposto rigurgito autoritario? Ecco, dunque, l’imperdibile occasione: gli scatenati studenti dei cortei pro Palestina colpiti dagli agenti. Pretesto perfetto per rievocare la spauracchio dei fascisti immaginari. Segue pandemonio. Che il governo tenta di placare, dopo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ragguaglia dunque il governo con una dettagliata informativa. Premettendo che «i partecipanti hanno tentato di superare lo sbarramento delle forze di polizia a tutela di obiettivi sensibili».A Firenze i manifestanti si sono premurati di avvisare la questura solo 24 ore prima. «Durante lo svolgimento del corteo», chiarisce il Viminale, «dopo aver acceso numerosi fumogeni e imbrattato un esercizio commerciale, hanno cercato di raggiungere il consolato generale degli Stati Uniti, già oggetto di attentato incendiario lo scorso 2 febbraio». Inaspettato e bellicoso cambio di programma, quindi. «Hanno provato più volte a sfondare il cordone di sicurezza posto a protezione dell’obiettivo sensibile». A Pisa, ricorda invece il ministro, la Procura ha già aperto un'indagine. Grazie soprattutto alle foto e i video messi a disposizione dalla Digos. In questo caso, comunque, gli studenti pro Palestina non si sono nemmeno premurati di avvisare la questura. E durante il corteo, nonostante le richieste degli agenti, non hanno voluto fornire ulteriori indicazioni. Così mentre i poliziotti gli chiedevano di non andare verso piazza dei Cavalieri, forzavano il blocco della polizia, cercando lo scontro.Insomma, «nessuna sottovalutazione» da parte del Viminale. Per il ministro «siamo di fronte solo a casi isolati». E, ovviamente, a differenza delle scomposte accuse dell’opposizione, non c’è alcun cambio di strategia «in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico». Insomma, chi gestisce la sicurezza non segue «fantomatiche indicazioni da parte delle autorità politiche». I manifestanti dovrebbero piuttosto rispettare le indicazioni delle forze dell’ordine, «evitando comportamenti provocatori o violenti». «Vasto programma», avrebbe eccepito il generale Charles de Gaulle. Da mesi, dopo l’inizio della guerra tra Israele e Palestina, studenti, collettivi e autonomi si sono scatenati di tutt’Italia: 1.076 manifestazioni, dettaglia il Viminale. E solo «in 33 occasioni si sono registrate criticità». Mentre, nel 2023, tra le forze dell’ordine ci sono stati 120 feriti. Amara conta destinata ad aggravarsi: quest’anno sono 31 gli agenti colpiti, in nemmeno due mesi.Il ministro, difatti, incontra anche i vertici del sindacato. Esprime la «massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia». Aggiunge: «Sono servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità». Il Viminale stempera, anticipando la posizione poi ribadita nell’informativa al governo. Episodi singoli «in corso di valutazione». E nessuna deriva «in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico». Ricordando, tra l’altro, che «negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi». Soprattutto ai tempi in cui gli indignati piddini erano al governo, prima con Giuseppe Conte e poi con Mario Draghi a Palazzo Chigi.Piantedosi, durante l’incontro con i sindacati, anticipa pure di «condividere pienamente le parole del presidente Mattarella» Quelle pronunciate sabato scorso, dopo gli scontri di Pisa: «L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Piantedosi concorda e mutua: «L’autorevolezza non si nutre dell’uso della forza». Ma il ministro rievoca anche il richiamo precedente del presidente della Repubblica. Che, con identico cipiglio, aveva esecrato lo scorso venerdì i manichini con l’effige del premier bruciati in piazza e la vagonata di insulti al governo proferiti dal piddino Vincenzo de Luca, governatore campano. «Un’intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese». Galanterie su cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha preso timide distanze solo dopo il monito presidenziale. Dopo una settimana di imbarazzanti silenzi. Nemmeno un fiato invece da Giuseppe Conte, capopopolo in pochette. Che, al contrario, ha elogiato l’incendiario governatore campano: le proteste di De Luca e degli amministratori al suo seguito sono sacrosante. Dileggi al governo compresi: «Imbecilli, farabutti e delinquenti politici».In compenso, Giuseppi ieri si precipita a una manifestazione contro la deprecata repressione. Spera di aizzare la folla. Invece, finisce per essere contestato da una parte degli studenti. Uno di loro gli ricorda «il governo in cui eri in maggioranza con il Partito democratico». Infierendo sulla sua tripla morale: «La tua democrazia mi ha aperto la testa e mi hanno messo i punti in testa perché manifestavo per un ragazzo morto». Risposta piccatissima di Conte: «Tu sei fuori di testa, ragazzo». Ha ragione. Il giovanotto prenda nota. Le uniche manganellate buone sono quelle rifilate con la sinistra al governo. A scopo educativo, s’intende.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.