2024-01-23
Piano pandemico alla Conte, Fdi corre ai ripari: cambiamo
Galeazzo Bignami (Imagoeconomica)
Gli esponenti del primo partito si sono resi conto che non possono proporre un documento basato su dpcm e lockdown. Galeazzo Bignami: «Va specificato che è extrema ratio». Ylenja Lucaselli: «Correttivi in Conferenza Stato-Regioni».La questione del piano pandemico 2024-2028 non è chiusa. Già domenica, dopo le critiche del nostro giornale, un non meglio precisato «big» di Fratelli d’Italia aveva comunicato all’Agi il suo disappunto per il documento: «Sembra scritto dagli uomini di Speranza», ha commentato, alludendo ai passaggi che rispolverano il lockdown e i dpcm.L’imbarazzo scaturisce anche dal fatto che i protagonisti dell’infausta era Covid, l’ex ministro della Salute e l’ex premier, Giuseppe Conte, hanno prontamente raccolto l’assist, rivendicando la bontà del loro operato. «Dire che c’è un piano pandemico di sinistra o di destra a me fa paura», s’è messo a pontificare in tv, da Fabio Fazio, Roberto Speranza. «Il piano lo fanno gli scienziati che devono capire quali sono gli strumenti migliori per combattere una pandemia. Ed è giusto che al cambiare di un governo non ne vengano cambiati i punti fondamentali». Forse dimentica che, quando l’Italia si trovò a fronteggiare l’emergenza coronavirus, il governo non adottò alcun piano pandemico: quello esistente non era aggiornato (risaliva al 2006); e comunque fu messo nel cassetto, soppiantato da altri strumenti improvvisati, tipo le proiezioni sgangherate sull’andamento dell’epidemia stilate dalla Fondazione Kessler. Insomma, di «punti fondamentali» non c’era manco l’ombra. Intanto Conte, sui social, ha tirato una sberla alle «facce di bronzo» - ovvero, a Giorgia Meloni - che durante le fasi acute del Covid gli avevano rivolto «attacchi di ogni tipo». Ha gongolato per il «tempo galantuomo» e perché la sua «strategia» sarebbe stata ormai assorbita persino dal centrodestra. Era logico che, dinanzi a uno spettacolo del genere, nella maggioranza qualcuno fiutasse aria di autogol. Qualche chiarimento ha accettato di darlo, alla Verità, Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastruttura ed esponente di punta di Fdi. A lui abbiamo domandato se ci siano margini per modificare la bozza del piano pandemico, prima dell’approvazione definitiva in Conferenza Stato-Regioni. «Ci devono essere», ha confermato Bignami. «Bisogna sottolineare che, col nostro approccio, il lockdown sarebbe soltanto l’extrema ratio, qualora falliscano tutti gli altri provvedimenti attuati per fermare la diffusione di un ipotetico virus. È una differenza sostanziale rispetto al metodo caotico di Conte e Speranza. Allora, Walter Ricciardi ammise che la serrata nazionale fu una misura “di cieca disperazione”. Ma a essa si fece ricorso perché, nel frattempo, la situazione era sfuggita di mano. Ora, la filosofia cambia: prima si adottano altri rimedi e solo in caso di loro fallimento si attiva questa specie di “opzione nucleare”». Una gradualità che però, nel testo stilato dagli esperti, non emerge proprio in modo cristallino, benché il piano specifichi che le restrizioni devono essere «proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento» e tenute in vigore «solamente lo stretto necessario». «Ecco», aggiunge Bignami, «quello che si potrebbe fare è precisare meglio tutte le fasi di risposta all’emergenza che andrebbero seguite, anche facendo riferimento alle disposizioni del Regolamento sanitario internazionale. D’altronde, qui si tratta di una bozza e le bozze servono a precisare e dettagliare. Infine, va tenuto conto che il piano pandemico detta le linee generali: ogni Regione, poi, dovrà redigerne uno proprio».Secondo il numero due del Mit, non corriamo il rischio di assistere di nuovo all’abuso dei dpcm: «Conte li imponeva alla stregua di editti; per noi quello strumento è giuridicamente valido, purché sia subordinato a un passaggio parlamentare». Forse, anche questo aspetto merita di essere enucleato meglio nel piano pandemico. Giusto per evitare che qualcuno - non arrivi mai il giorno! - finga di aver frainteso...Quanto al richiamo fideistico ai vaccini, considerati a prescindere «le misure preventive più efficaci», Bignami suggerisce di qualificare l’affermazione: «Essa vale, ovviamente, nel caso di vaccini debitamente testati, approvati dalle autorità competenti e di comprovata sicurezza; non se per dei farmaci sperimentali». Anche su questa materia, il documento potrebbe essere meno parco di delucidazioni.C’è poi il tema del cortocircuito con la commissione parlamentare d’inchiesta. È bizzarro includere nel piano pandemico le misure che, in Aula, andrebbero sottoposte a una scrupolosa verifica, per stabilire se funzionano o non funzionano, se sono utili oppure inutili.Ne abbiamo discusso con Ylenja Lucaselli, eletta alla Camera con Fratelli d’Italia. Lei è tra gli onorevoli che si sono spesi per dare vita all’organismo parlamentare. «È chiaro», ci ha spiegato, «che il piano pandemico non poteva aspettare il risultato dei lavori della commissione. È stato scritto dai tecnici, alcuni dei quali erano in carica già all’epoca del Covid. E contiene dei principi generali; la differenza la farà la maniera di metterli a terra. Dopodiché, il documento deve passare per la Conferenza Stato-Regioni e lì, inevitabilmente, si aprirà una riflessione sui punti da sottoporre a revisione».Certo, bacchettare la manina dei burocrati serve fino a un certo punto: se il dicastero è pieno di funzionari di scuola Speranza, o se s’inceppa il sistema di trasmissione dell’indirizzo politico dall’ufficio del ministro a quello dei tecnici, spetta al governo rimediare. «Sicuramente», ammette la Lucaselli, «è un capitolo da aprire: il compito dei tecnici dovrebbe essere di tradurre in atti concreti la linea politica. Evidentemente, tanti anni di latitanza della politica hanno permesso loro di accrescere oltremisura la facoltà di compiere scelte autonome». Sì. Urge correre ai ripari. L’autorete è stata incassata. Speranza e Conte potranno pure esultare. Ma la partita non è ancora finita. Adesso, palla al centro: c’è il secondo tempo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.