2024-01-31
Piano di Londra per assicurare «case inglesi ai lavoratori inglesi»
Canale prioritario per i cittadini. Con la Brexit Downing Street ha le mani più libere.Con la Brexit, il Regno Unito sta tornando a rimarcare la sua sovranità. Ne è prova l’idea in arrivo da Downing Street che intende offrire la priorità alle famiglie britanniche che hanno bisogno di alloggi popolari. L’obiettivo, spiega il Guardian, è quello di offrire una priorità più alta agli inglesi all’interno dello schema «British homes for British workers», ovvero «case inglesi per lavoratori inglesi». Nelle prossime settimane verrà dunque lanciata una consultazione su come dare ai cittadini britannici un accesso più rapido alle case popolari.Ma la mossa ha suscitato lo scetticismo di alcuni membri del governo, secondo cui l’operazione potrebbe alimentare il sostegno al partito di destra Reform Uk, oltre al fatto che, secondo alcuni esperti di edilizia abitativa, l’iniziativa rischia di essere bocciata dai giudici.Va aggiunto, inoltre, che i consiglieri del primo ministro Rishi Sunak volevano inizialmente includere nel discorso del re una proposta di legge sulle «case britanniche per i lavoratori britannici», ma poi hanno deciso di concentrarsi sulla riforma del mercato degli affitti, priorità del segretario agli Alloggi, Michael Gove.A ogni modo, secondo le regole attuali, le amministrazioni locali che si occupano degli alloggi devono decidere l’assegnazione delle case popolari in base al bisogno, dando la priorità a chi è senza casa o vive in condizioni di sovraffollamento o reale indigenza. I rifugiati possono insomma richiedere l’assegnazione di alloggi sociali, ma solo nel caso abbiano diritto ai sussidi. Gli ultimi dati del governo mostrano che il 90% degli inquilini principali delle case popolari sono cittadini britannici. In alcune aree, però, questa cifra è molto più bassa. Nel borgo londinese di Brent, il 40% delle nuove case popolari è stato affittato a cittadini stranieri nel 2021 e nel 2022, mentre a Southwark la percentuale è del 29%. Anche l’ex premier laburista Gordon Brown aveva in passato cercato di assicurare appartamenti prima agli inglesi, introducendo norme in base alle quali i fornitori di alloggi che devono scegliere tra due famiglie con esigenze più o meno equivalenti sono tenuti a tenere conto di quanto tempo hanno vissuto nella zona o se hanno legami familiari locali. Questi criteri sono però già stati criticati in passato da organizzazioni di sinistra perché accusati di favorire chi è in possesso della cittadinanza. Ma il nuovo governo vuole introdurre un’ulteriore stretta.Nel Regno Unito la pressione sull’edilizia sociale è aumentata enormemente negli ultimi anni per colpa di un forte calo dell’offerta di nuovi alloggi. Nel 2010 e 2011 nel Paese sono state immesse sul mercato quasi 40.000 nuove proprietà a canone sociale, ma nel 2022/2023 la cifra è scesa a 9.561. Anche a causa di questa scarsità di offerta e di ondate migratorie importanti, il governo inglese sta facendo di tutto per dare priorità ai britannici in lista d’attesa. Un’opzione potrebbe essere quella di decidere sulla base della nazionalità, ma una simile mossa potrebbe essere in contrasto con la legge sulle pari opportunità. Un cambiamento più plausibile potrebbe essere quello di impedire agli immigrati di accedere agli alloggi sociali, ma questo sarebbe controverso dato che coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato dovrebbero avere pieno accesso a prestazioni sociali come gli alloggi popolari. Il nuovo piano per l’edilizia sociale doveva essere annunciato questa settimana, ma è stato rimandato all’ultimo minuto dopo che alcuni funzionari hanno avvertito che sarebbe stato negativo farlo nella stessa settimana in cui le vittime dell’incendio della Grenfell Tower del giugno 2017 testimoniavano le loro esperienze. L’idea è quella di annunciare le nuove regole tra pochi giorni, all’inizio di febbraio.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)