2020-12-16
«Piani fantasma e manager sciatti. Adesso serve un’indagine interna»
Il viceministro Pierpaolo Sileri: «L'amministrazione non funziona e il segretario generale Giuseppe Ruocco si deve dimettere. Il ministro è stato informato, ma con una paginetta. Nonostante quattro allarmi dell'Oms».Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha appena pubblicato un libro con Alessandro Cecchi Paone: Covid segreto (Paper First). E in effetti, in questi giorni, di segreti sulla pandemia ne sta svelando parecchi. E molti altri li svela nella lunga intervista concessa alla Verità. Che parte dal mistero più grande, quello sul piano pandemico. Lo avevamo oppure no? Era datato o aggiornato? «Avevamo un piano di risposta alla pandemia influenzale, ma è chiaro che non si può sapere che virus arriverà. Questo piano risale al 2006», dice Sileri. Eppure avremmo dovuto rinnovarlo già nel 2013. «Secondo me questo piano del 2006 è stato sì riconfermato, ma non è stato mai riletto, mai integrato nonostante fossero emersi altri rischi pandemici. Il punto, però, non è avere un piano “vintage", bensì avere un piano che, anche se vecchio, sia stato declinato a livello periferico». Vediamo se ho capito: anche un piano vecchio, se testato, avrebbe portato risultati. «Il piano deve funzionare lungo tutta la catena di comando, dal centro alla periferia. Ma che cosa è stato fatto a questo proposito? Immagino che voi abbiate un piano antincendio in redazione. Può anche essere vecchio, ma se vengono revisionati gli estintori, se con i colleghi avete fatto prove di evacuazione ha comunque una sua efficacia. È una base: tu non puoi sapere che pandemia arriverà tra dieci anni, ma se hai una base rispondi meglio. Nel caso del Covid invece quel meglio è stato garantito dagli enormi sforzi di medici e infermieri». Secondo lei, dunque, il piano del 2006 non è mai stato testato a livello «operativo», diciamo. «Guardi, possiamo anche fare giochini di parole. Possiamo dire che il piano riguardava soltanto una pandemia influenzale. Bene, allora ditemi: che cosa è stato fatto per l'influenza? Io, da quando sono tornato in Italia, cioè tra il 2005 e il 2018, in ospedale non ho mai fatto un corso sull'influenza. O sul bioterrorismo. O sugli attacchi nucleari». Mi scusi, però. Il giochino sul piano pandemico che serviva per l'influenza e non per il Covid lo ha fatto il ministro Speranza a Porta a Porta…«Non voglio attaccare Speranza. Anzi penso voglia chiarimenti anche lui. Io sono un medico, e quando leggo i documenti ho un certo approccio. Se sei un ministro, quando il tuo segretario generale ti presenta un testo e ti dice che sul piano pandemico è tutto a posto, tu ti basi su quello. È a figure così che mi riferisco quando parlo dei “mini-ministri", che stanno al ministero e rimangono per decenni e decenni». Uno di questi è Ranieri Guerra. Lui dice che, nel 2017, prima di lasciare il ministero, aveva informato l'allora ministro Lorenzin del fatto che il piano pandemico fosse da rivedere. Dunque la cosa era nota anche ad alto livello. «Guerra ha mandato una lettera datata 15.09.2017 in cui c'è un appunto sul rinnovo del piano. La stessa cosa ha fatto Claudio D'Amario nel 2018 con il ministro Giulia Grillo. E infatti Lorenzin e Grillo si sono mosse. La prima ha istruito la pratica, la seconda l'ha portata avanti con tanto di gruppi di lavoro, divenuti operativi nell'aprile 2019». Benissimo. Resta che siamo arrivati nel 2020 senza un piano. Come mai? «Dico questo: se fossi stato nel direttore generale avrei scritto una nota relativa al piano che riepilogasse quanto avvenuto negli ultimi dieci anni. Non una semplice paginetta. Altrimenti come fa un ministro a sapere a che punto è il lavoro? Come fa a sapere che nel 2018 l'Oms ha fatto quattro alert affinché gli Stati si dotassero di piani pandemici?». Mi sta dicendo che nel 2018 l'Oms ci ha detto per ben quattro volte di fare il piano pandemico? «Non si è rivolta direttamente all'Italia. Ha stimolato tutti i Paesi a completare i piani. E ha fornito uno scheletro, indicando come procedere alla formulazione di un piano pandemico antinfluenzale». E nonostante questo noi non abbiamo aggiornato il piano? Incredibile. E chi sono i responsabili? Quelli che lei chiama “mini-ministri", cioè i funzionari ministeriali? «Alcuni. Sileri passa. Speranza passa. Ma quelli restano. La data cardine è il 2013. Decisione 1082 del Parlamento Ue: ogni governo membro deve avere un piano pandemico. Se fai una paginetta di appunto su una cosa del genere…».E qui torniamo a Ranieri Guerra. Non è più al ministero, però è nel Cts. «Ma Guerra è una persona competente, ha gestito cose importanti. È l'amministrazione che non funziona. Per questo parlo di sciatteria. Non è solo Guerra, ci sono anche Ruocco, D'Amario. Ma scusi, nel 2013, dopo la decisione del Parlamento Ue, che cosa ha fatto Ruocco? Io non ci dormirei la notte». Giuseppe Ruocco ora è il segretario generale del ministero. Lei ne chiede ancora le dimissioni? «Io se fossi in lui darei le dimissioni. E inizierei a spiegare. Sa che cosa mi ha fatto incazzare? Mi scusi, poi divento volgare…». Si figuri. Dica pure. «Che trovi il tempo per andare a pranzo, negandosi ai giornalisti, mentre i medici non hanno nemmeno il tempo per un caffè. Io lavoro 120 ore a settimana, non ho mai tempo per pranzare. E tu non vai nemmeno alle riunioni del Cts? Scherziamo?». Capisco. Però è facile dare tutta la colpa a Ruocco, no? «Se qui al ministero ci fossero Guerra e D'Amario direi le stesse cose. Direi anche a loro di dimettersi. Io qui ho solo Ruocco». Ripeto: Guerra è nel Cts. Lavora con voi. «Io già a maggio gli ho detto: se fossi in te andrei a spiegare tutto. Mi ha detto che non aveva i documenti». Lei i documenti sul piano li ha chiesti, però. «Sì, e le sembra normale che io ancora non sia riuscito a capire che cosa sia accaduto esattamente con questo piano pandemico? Perciò faccio fatica ad andare contro i ministri della Salute, perché prima devono arrivare chiarimenti dagli amministrativi». Perché non li forniscono? «Io con una lettera del 18 aprile 2020 ho chiesto tutte le informazioni sul piano nazionale pandemico…»E nessuno le ha dato risposte chiare. Ma quindi noi, oggi, un piano aggiornato ce l'abbiamo oppure no? «Noi abbiamo sostanzialmente il piano del 2006». Mi ha detto però che sul nuovo piano si sta lavorando dall'aprile 2019. Sentiamo già i virologi parlare di una nuova futura pandemia. Per quando dovrebbe essere pronto un nuovo piano?«Se mi fa questa domanda le rispondo: ieri. Ma ormai il Covid è arrivato. Suppongo che un nuovo piano sarà pronto a metà 2021, e ormai dovrà tenere conto anche dell'andamento del Covid». Intanto però chi ha sbagliato in precedenza dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Ne ha parlato con Speranza? «Gliene ho parlato in passato, ora lo sto facendo con più forza. Gli ho detto che serve un audit interno, insomma una sorta di revisione. Ma non ho secondi fini politici. Penso che serva per lavorare meglio, per migliorare il modo di operare. Nascondere i problemi non serve a niente». Veniamo ora al famoso report sull'Italia curato da Francesco Zambon per l'Oms. Non crede che lui e gli altri ricercatori dovrebbero poter andare in Procura a Bergamo a fornire la loro versione sul ritiro del documento?«Per me è scontato che debbano poter andare. Non capisco questa cosa dell'immunità. Può servire a chi opera sotto i regimi, nei Paesi in guerra… Ma non mi pare che in Italia ci siano di questi problemi. Vale lo stesso discorso che facevo per l'audit interno al ministero: quel rapporto dell'Oms serviva a migliorare, a correggere eventuali errori per il futuro. Anche se poi non dice cose così terribili sull'Italia». Invece le email inviate da Guerra a Zambon e rese pubbliche nelle scorso settimane terribili lo sono... «Penso che fra Guerra e Zambon dovrebbe esserci un confronto. Se io mandassi mail così a qualcuno qui al ministero, dovrei dimettermi». Lei ha espresso dubbi anche sulla questione delle siringhe scelte dal commissario Domenico Arcuri per il vaccino. Del resto lo stesso Arcuri non ha detto chi lo abbia spinto a chiedere le siringhe luer lock. «Glielo ha detto il gruppo di lavoro del ministero. Io non ho visto che risposte siano arrivate alla richiesta di disponibilità di Arcuri, che secondo me ha fatto un buon lavoro. Ho detto solo che, se dovessi decidere io, in linea generale sceglierei le siringhe che costano meno, che non siano luer lock e che abbiano un ago che si chiude per evitare rischi. Poi sarà Arcuri a decidere». Non ha troppe cose da gestire Arcuri? Non potrebbe lasciare qualche compito a voi?«Ripeto, con la sua struttura ci troviamo bene e mi pare che lui abbia lavorato bene. Se mi sarà chiesto di fare lavoro in più, sono più che disponibile».