2020-06-06
Per il futuro del Paese meglio scegliere Wall Street
Caro direttore, scorrendo alcune proiezioni relative all'innovazione digitale apprendo che gli anni 2010-2020 sono stati basati sulla connettività mentre i prossimi 10-15 anni saranno basati su intelligenza artificiale e realtà aumentata. Nulla di nuovo, dirà lei (...)(...) è evidente che la tecnologia si stia evolvendo giorno per giorno e riguardi tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Solo qualche lustro fa questi sarebbero stati gli scenari di un libro di Isaac Asimov. Un altro esercizio interessante è osservare la concentrazione tecnologica che, per quanto riguarda le prime cinque società dello S&P500 cioè Amazon, Google, Microsoft, Apple e Facebook, ha raggiunto il 20% del peso negli indici (la media negli ultimi 30 anni è del 13%). È quindi evidente come gli Stati Uniti sono l'unico mercato mondiale che consente una vera esposizione alla tecnologia. Se a queste riflessioni aggiungiamo il fatto che dal 2010 il Nasdaq ha avuto un ritorno del 440% mentre il listino mondiale Msci world un ritorno del 200% e che il Pil italiano è pari a circa il market cap di Samsung, Tencent, Alibaba e Taiwan semiconductor, si comprende quanto siamo piccoli, quanto la tecnologia conti e quanto il mercato statunitense sia importante.Nelle ultime settimane la stampa riporta di eventuali cordate pronte ad acquisire Borsa italiana dal London stock exchange group.Ovviamente bisogna prima capire se l'Antitrust comunitario chiederà al Lseg di cedere Piazza Affari o se il Lseg deciderà sua sponte di farlo; di fatto però le voci e le ipotesi si sprecano.Euronext da Parigi ha mostrato più volte il proprio interesse, al di qua delle Alpi invece si parla di una cordata tutta italiana guidata da Cdp e l'ultima ipotesi ventilata, a seguito (forse casuale) dell'incontro Luigi Di Maio-Jean-Yves Le Drian, è quella di una cordata guidata dalle due Casse depositi e prestiti, quella nostrana e quella Transalpina. Insomma, si parla di Italia, di Francia (forse metonimia per Europa?) e di capitale pubblico.Sono tutte ipotesi rispettabili ma mi chiedo se dietro le stesse ci sia una visione tesa a creare valore ed espandere le potenzialità dei mercati finanziari italiani. Inutile dirlo: credo di no.Lo credo perché Milano può puntare a diventare un robusto hub finanziario per l'Europa e il Mediterraneo visto che geopoliticamente non siamo visti come una minaccia dai Paesi della sponda Sud e che la nostra storica alleanza con Washington può essere un'ulteriore leva. Temo che la visione di chi elabori le ipotesi di cui sopra sia inviluppata su se stessa e sopratutto contenuta in confini, politici e geografici, che non consentono lo sviluppo dei pieni potenziali.Una regola fondamentale, e che ho imparato in anni di lavoro, è che bisogna imitare i leader di mercato, chi traccia i trend e chi ha una visone ambiziosa del futuro.Nel caso dei mercati finanziari e alla luce dei dati snocciolati al principio di questa mia, il ministro dell'Economia e il primo ministro avrebbero dovuto prendere un volo per New York tempo fa e confrontarsi con Wall Street.Invece sembra che per i sinecure del governo Conte bis gli Stati Uniti siano un alleato scomodo, quasi da dimenticare, con cui nemmeno parlare.A prescindere da eventuali operazioni di M&A e dei relativi protagonisti, credo che Milano debba puntare in alto e affermare il proprio ruolo nella finanza, nel design, nella moda e in tutti gli altri settori che la caratterizzano in modo ambizioso e a livello globale. Credo lo debba fare non tanto per se, ma per il bene dell'Italia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)