2021-12-16
Per blandire i pattisti Donnet mette sul tavolo 5,6 miliardi di dividendi
Nuovo piano di Generali: l’ad, nel mirino di Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, annuncia maxi cedole entro il 2024 e il 60% di fondi in più sul digitale.Philippe Donnet addolcisce e al tempo stesso spunta le armi dei pattisti che vorrebbero togliergli la poltrona, o quantomeno depotenziarlo, assicurando che le Generali distribuiranno ai soci fino a 5,6 miliardi di dividendi entro il 2024 e prevedendo anche 1,1 miliardi di investimenti nella trasformazione digitale e tecnologica, in aumento del 60% rispetto al piano industriale precedente. Con la nuova strategia triennale battezzata Lifetime Partner 24: Driving Growth, l’ad del Leone punta a 5 miliardi di utili con un +6%-8% di range del tasso annuo composto di crescita dell’utile per azione (piazzandosi, quindi, davanti alla rivale tedesca Allianz, che punta a un aumento dal 5% al 7% nello stesso periodo). Prevista, inoltre, una crescita superiore al 4% della raccolta premi nel danni non auto (2021-24) con un importo tra 2,3 e 2,5 miliardi di valore della nuova produzione al 2024 (1,9 miliardi nel 2020). Donnet ha poi annunciato a sorpresa un piano di riacquisto di azioni proprie da 500 milioni, il primo del gruppo in 15 anni, e si è appunto impegnato a restituire 6,1 miliardi in totale agli azionisti, circa un terzo in più rispetto al periodo 2018-2021. Nell’arco dei due piani strategici il gruppo ha erogato finora, complessivamente, oltre 7 miliardi di dividendi.Per l’M&A, ovvero per le eventuali fusioni e acquisizioni, sono destinati 3 miliardi (nel precedente piano erano 4): una «buona cifra», ha sottolineato l’ad, perché «quello che vogliamo raggiungere è un buon equilibrio tra la cassa restituita agli azionisti e il capitale investito nella crescita. La parte più importante del piano non è l’M&A, anche perché questa non si può pianificare e se un piano è basato solo sull’M&A non è un piano», ha sottolineato il manager francese che comunque a livello geografico per un’eventuale espansione del business assicurativo guarda all’Asia. Per quanto riguarda l’asset management, «dove vogliamo essere un leader globale, il target è più ampio e include soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti», ha aggiunto.I dettagli del nuovo business plan sono stati illustrati al mercato ieri, ovvero all’indomani del cda durato oltre otto ore che lo ha approvato a maggioranza ma non all’unanimità. La compagnia triestina è al centro ormai da mesi di una contesa tra Mediobanca (socia al 12,9% e al 17,2% dei diritti di voto) da una parte, e il patto di consultazione che riunisce Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt (insieme hanno il 15,6%) dall’altra, che hanno messo nel mirino la governance in vista dell’assemblea di primavera nella quale si consumerà il redde rationem sulle poltrone. I due imprenditori, lo scorso settembre, avevano già votato in consiglio contro la riconferma di Donnet, mentre al cda di martedì il piano è passato con i voti favorevoli di 11 membri su 13 visto il voto contrario dell’imprenditore romano e l’assenza di Romolo Bardin, consigliere espressione di Del Vecchio. Ieri Donnet, incalzato sull’argomento, si è limitato a un no comment, ribadendo che il cda ha approvato la nuova strategia. «Oggi Generali ha una solida posizione finanziaria e patrimoniale, fonti di utile diversificate, una crescita costante e profittevole e una comprovata capacità di generare ritorni per gli azionisti ai vertici del settore. Siamo pronti a costruire i prossimi tre anni a partire da questi risultati» che «dimostrano che Generali è nella posizione ideale per raggiungere una crescita sostenibile a beneficio di tutti gli stakeholder», ha sottolineato. «Il mercato sta dando un primo commento al piano di Generali», è stata la prima reazione filtrata alle agenzie nel pomeriggio mentre il titolo segnava in Piazza Affari un +0,1% per poi chiudere la seduta con un +0,27% a 18,5 euro contro il +0,41% del Ftse mib e il +0,28% dello stoxx europeo di settore. Dal canto loro, fonti vicine alla compagnia triestina sottolineano come dal novembre 2016, cioè da quando Donnet ha presentato il suo primo business plan, il Leone è cresciuto del 58% in Borsa battendo tutti i competitor europei e oggi si trova peraltro su livelli molto elevati. Di certo, il mercato avrà un ruolo importante nell’assemblea di primavera perché le azioni della compagnia per il 34,98% sono in mano a fondi e assicurazioni e per il 7,98% ad altri attori istituzionali come le fondazioni, con il 22,74% controllato da retail. Ora i riflettori si spostano sull’eventuale «contro piano» che, presumibilmente a gennaio, sarà presentato dai pattisti, Caltagirone (che tra il 10 e il 13 dicembre ha continuato lo shopping di azioni portandosi al 7,9%), Del Vecchio (6,3%) e Crt (1,47%). E in particolare sul nome del manager alternativo a Donnet che potrebbe attuarlo per raggiungere Axa, Allianz e Zurich. In che modo, con quali ritorni e con quali obiettivi, ancora non è molto chiaro.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)