2019-07-08
La Chiesa parla solo di migranti e dimentica il suo popolo
Caro don Nazzareno, Giorgio Gandola, a cui era indirizzata, mi ha «girato» la sua lettera, dicendomi che secondo lui meritava la nobiltà di un titolo in prima pagina, al pari di un editoriale. Condivido il giudizio: la sua lettera sintetizza in pieno ciò che sta accadendo e quanto noi della (...)(...) Verità, nel nostro piccolo, cerchiamo ogni giorno di far capire alle gerarchie ecclesiastiche, le quali, tutte prese da un nuovo terzomondismo, dimenticano la realtà italiana, con il rischio di allontanare sempre di più i fedeli dal cattolicesimo.Le confesso: la sua non è la prima lettera che mi arriva da parte di un sacerdote e nemmeno il primo segnale di condivisione delle battaglie che quotidianamente portiamo avanti. Alcuni parroci mi fanno sapere che non si perdono un numero della Verità, altri ci spronano a non rinunciare a raccontare i fatti per come sono e, soprattutto, a non tacere la condizione di disagio che molti all'interno della Chiesa cattolica percepiscono. Su questo giornale noi affrontiamo temi che dovrebbero essere il pane quotidiano di chi difende la vita. Il caso Lambert, i bambini strappati ai loro genitori in nome di un'ideologia che vede nella famiglia il male assoluto, il gender come evoluzione della specie, quasi che il mondo non fosse fatto di maschi e femmine. Eppure, a leggere i giornali delle gerarchie cattoliche, sembra che in Italia ci sia un solo problema da affrontare e sia rappresentato dall'accoglienza dei migranti. Ogni giorno vescovi e stampa predicano la tesi dell'apertura allo straniero, senza curarsi dei problemi di integrazione e ignorando la strisciante islamizzazione che l'immigrazione si porta dietro. Non solo: all'apertura ai profughi corrisponde spesso la chiusura ai poveri, quasi che i soli da assistere siano gli extracomunitari e non le persone che, pur essendo nate in Italia, non hanno i mezzi per sopravvivere. Una volta da noi esisteva la questione meridionale. Oggi per le gerarchie vaticane pare esserci solo la questione africana.L'esemplificazione di ciò che sta accadendo, ovvero della lontananza della Chiesa dai problemi delle persone che soffrono, l'ha mostrata qualche tempo fa l'elemosiniere del Papa, calandosi in una botola per riattivare l'energia elettrica di un edificio occupato. Con un solo click, il delegato di Francesco ha dato al mondo intero, ma soprattutto a tanti fedeli, un esempio negativo. Compiendo un atto illegale in difesa di chi aveva commesso un abuso.Da noi, e lo posso dire con cognizione di causa avendo condotto in tv una trasmissione che spesso dava voce ai poveri, molti italiani non hanno i soldi per pagare la bolletta o l'affitto. E tuttavia, nonostante siano alla canna del gas, il gas non lo rubano. Magari si mettono in fila alla mensa dei poveri per avere un chilo di pasta, ma lo fanno con dignità, senza rubare niente e senza occupare nulla. Invece, nel caso che ha visto protagonista l'elemosiniere del Papa, siamo davanti a una specie di comune, dove si è illegalmente requisito uno stabile per farci i propri comodi, concerti a pagamento compresi. Il tutto con la benedizione dell'elemosiniere, che agisce per conto del Pontefice.Tutto ciò, non solo crea disagio in chi crede e pur avendo bisogno rispetta la legge, ma scava un solco profondo fra gerarchie ecclesiastiche e fedeli. Uno dei comandamenti impone di non rubare per essere in regola con la legge di Dio. E rubare una casa anche se ne si ha bisogno o rubare l'energia elettrica non può essere la legge di Dio. Eppure, in nome dell'accoglienza, anche i principi come non desiderare la roba d'altri vengono travolti. Se sei un migrante puoi desiderare e occupare gli appartamenti degli altri e anche allacciarti abusivamente alle forniture comunali. I vescovi dicono che questa è la nuova teologia e che se non si aprono le porte ai migranti non si è buoni samaritani. Ma più gli alti prelati benedicono gli stranieri, più gli italiani che credono si sentono stranieri.Vede, caro don Nazzareno, io non penso che Matteo Salvini sia un dittatore e nemmeno credo alla storia dei sovranisti. Il ministro dell'Interno è semplicemente uno con i piedi per terra, che ai voli pindarici preferisce le passeggiate fra la folla, per ascoltarne i problemi. Un rito che forse oggi manca a molti porporati i quali, in mezzo alla gente, forse capirebbero che la Chiesa del popolo deve stare con il popolo e non con l'élite.Le gerarchie vaticane, al contrario, stanno commettendo lo stesso errore che ha fatto e fa la politica, ossia demonizzare le richieste che salgono dal basso, confondendo il problema con chi lo rappresenta. Salvini può anche non piacere e può perfino essere combattuto, ma non si può pensare che sia lui il problema. Lui è solo uno che lo rappresenta, ma il problema esisterebbe anche a prescindere da lui. Altro che fomentatore d'odio, come qualcuno semplicisticamente pensa. L'odio lo alimenta proprio chi continua a ignorare il problema per inseguire i propri pregiudizi. Questo atteggiamento, in politica, ha avuto come risultato una Lega che sfiora il 40 per cento. In chiesa quale obiettivo si prefiggono di raggiungere i vescovi? Già oggi si vedono gli scollamenti fra i vertici vaticani e chi, indossando l'abito talare, sta in mezzo alla gente. Continuando così, a meno di tanti don Nazzareno, vedremo le chiese svuotarsi e le moschee riempirsi. Ma forse è proprio questo ciò che qualcuno vuole. Altrimenti certe benedizioni non si capiscono.