
La Serbia continua a stringere legami con Pechino. La scorsa settimana, il presidente cinese, Xi Jinping, si è recato a Belgrado, dove ha incontrato l’omologo serbo, Aleksandar Vucic.“Il presidente Xi ha sottolineato che l’amicizia ferrea tra Cina e Serbia ha superato la prova del mutevole panorama internazionale. Tale amicizia è caratterizzata da profonde radici storiche, solide basi politiche, ampi interessi comuni e un forte sostegno popolare”, recita un comunicato del governo cinese. “Le relazioni bilaterali hanno fatto un balzo in avanti, registrando progressi storici”, si legge ancora. “Il presidente Xi”, prosegue la nota, “ha sottolineato che la Serbia è il primo partner strategico globale della Cina nell'Europa centrale e orientale”. “La cooperazione di alta qualità sulla Belt and Road tra Cina e Serbia ha ottenuto risultati notevoli”, continua il comunicato. “È importante che Cina e Serbia rifiutino congiuntamente l’egemonismo e la politica di potere e si oppongano alla politica dei blocchi o al confronto tra i blocchi”, si legge ancora. “Gli ho detto che come leader di una grande potenza sarà accolto con rispetto in tutto il mondo, ma la riverenza e l'amore che incontrerà nella nostra Serbia non si troveranno da nessun'altra parte”, ha dichiarato, dal canto suo, Vucic, riferendosi a Xi dopo la cerimonia di benvenuto. In particolare, i due presidenti, firmando un accordo per un “futuro condiviso”, hanno annunciato che “approfondiranno e miglioreranno il partenariato strategico globale tra Cina e Serbia” e “costruiranno una nuova era di comunità con un futuro condiviso tra Cina e Serbia”. Il rafforzamento dei legami tra i due Paesi non è una novità. A gennaio scorso, Pechino aveva accettato di investire in Serbia 2,2 miliardi di dollari per realizzare centrali eoliche e solari, oltre a un impianto finalizzato alla produzione di idrogeno. Era invece ottobre, quando i due Paesi avevano siglato un accordo di libero scambio. Senza poi dimenticare che, ad aprile del 2022, l’Associated Press riportò che Pechino aveva consegnato a Belgrado “un sofisticato sistema antiaereo”. Questo vuol dire che i due Paesi si stanno avvicinando non soltanto sul piano economico, energetico e infrastrutturale, ma anche su quello - assai delicato -- della difesa. È chiaro che una simile situazione complica ulteriormente i rapporti di Belgrado tanto con Bruxelles quanto con Washington. D’altronde, non dobbiamo trascurare che, nel suo recente tour nel Vecchio Continente, Xi ha visitato anche Francia e Ungheria: due Paesi membri dell’Unione europea con cui Pechino intrattiene rapporti sempre più saldi. Il Dragone sta quindi cercando di adottare un approccio che, a fianco delle infiltrazioni economiche, punta a dividere l’Ue al suo interno e ad allontanare da Bruxelles un Paese, la Serbia, che presentò domanda d’ammissione nel 2009. In tutto questo, l’obiettivo della Cina è ovviamente anche quello di indebolire il più possibile le relazioni transatlantiche. Si tratta di rischio significativo per l’Occidente, soprattutto alla luce di un quadro internazionale particolarmente problematico tra la crisi ucraina e quella mediorientale.
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Dopo aver sconvolto l’Unione, Pechino taglia dal piano strategico i veicoli green. E punta su quantistica, bio-produzione e idrogeno.
Roberto Burioni (Ansa)
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