2023-07-10
Caso La Russa, il Pd strumentalizza l’indagine. Nel mirino finisce pure la Roccella
Eugenia Roccella (Imagoeconomica)
Fischiato il ministro. E i dem vogliono cacciare Filippo Facci dalla Rai per una frase sgradita.Reazioni a catena. Il caso del presunto abuso nei confronti di una ventiduenne di cui è accusato Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, scatena la strumentalizzazione della sinistra. Contestata ancora una volta (dopo Torino da parte delle femministe) il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella che è intervenuta sul caso Santanchè («Da garantista, credo che non ci sia necessità di dimettersi. Sottolineo che nessuno ha pagato per il caso Tortora») e ha preso le parti del «collega» La Russa: «Non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo, è il padre dell’eventuale indagato. Quello che posso dire è che La Russa è quello che per la prima volta ha proposto una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne, perché questo non è un problema solo delle donne ma anche degli uomini. Mi sembra questa già una risposta». Queste parole, pronunciate durante un festival letterario a Polignano a Mare, le sono valsi un coro di «buu» da parte del pubblico radunato in piazza per la presentazione del suo libro Una famiglia radicale. Ma la Roccella ha ribadito: «Io sono per la libertà di parola, mia e di chi contesta». All’attacco del ministro anche Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera: «Meraviglia l’eccesso di cautela politica della ministra rispetto ai due casi che chiaramente mettono in difficoltà il governo. Desta stupore il paragone fuori luogo tra la ministra Santanchè e Tortora, mentre nel caso La Russa non ci sono dubbi che la seconda carica dello Stato avrebbe dovuto avere un maggiore senso di responsabilità nella vicenda che vede al centro suo figlio». Sulla stessa linea il deputato dem Alessandro Zan che in un tweet ha scritto: «Basta. Il presidente del Senato mina la credibilità delle donne che denunciano violenza e la ministra delle Pari opportunità lo giustifica». Ma il caso La Russa jr irrompe anche in viale Mazzini dopo la richiesta del Pd di rivedere la decisione dei vertici Rai di affidare una striscia a Filippo Facci a causa di un suo articolo sulla presunta violenza. Questo il passaggio incriminato: «Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo». Affermazioni denigratorie secondo Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd: «Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista», ha scritto in una nota. «Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma a Facci che si esprime così sul giornale? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?». Anche Ordine dei giornalisti, Usigrai, Federazione nazionale della stampa e l’associazione Giulia giornaliste hanno definito «intollerabile» quella frase riservandosi una denuncia al consiglio di disciplina. Tra i vertici della Rai, secondo il Corriere, si sarebbe «aperta una riflessione». Dal canto suo, Facci ha detto: «Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto: che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintendere un intero articolo». Ha poi parlato di una polemica «costruita sul nulla» e detto che da giorni si cercava un incidente su Viale Mazzini.Hanno invece battibeccato sul caso il conduttore tv di Quarta Repubblica Nicola Porro e il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani dal palco del Petruzzelli di Bari. Secondo Porro, prima di condannare bisognerebbe attendere di conoscere nei dettagli quanto successo mentre per Cruciani, invece, ad aver commesso un errore è stato proprio Ignazio La Russa: «Ma perché il presidente del Senato si mette a parlare difendendo il figlio dicendo che la donna ha assunto cocaina? Qual è il collegamento tra la cocaina e lo stupro? Errore da matita blu per La Russa. La questione è molto semplice, anche se tuo figlio è implicato in una storia grave, tu non devi parlare». «Non ho elementi per commentare», si è limitato a dire in un’intervista il vicepremier e ministro degli Esteri di Forza Italia, Antonio Tajani, che però a proposito di giustizia ha chiarito: «Non vedo alcun attacco contro i magistrati e la loro autonomia. Andremo avanti con la riforma della giustizia che è un preciso impegno preso di fronte agli elettori e cioè con la separazione delle carriere tra giudici e pm che era un sogno di Berlusconi».