2024-11-21
Dopo averla tagliata, il Pd scopre la sanità
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Venuta meno l’arma del referendum sull’Autonomia, la Schlein ha cavalcato lo sciopero dei medici per aizzare le piazze. Peccato che in un decennio sia stata la sinistra a ridurre gli investimenti di 37 miliardi e gli organici di ben 25.000 operatori.Le prossime settimane Elly Schlein le passerà in ospedale. I suoi sostenitori però non hanno motivo di preoccuparsi: la giovane segretaria del Pd non ha alcuna malattia, né ha bisogno di qualche tagliando in corsia per riprendersi dalle fatiche della campagna elettorale. Semplicemente, la Salute è l’ultima spiaggia della sinistra, nel senso che è il suo più recente cavallo di battaglia. Dopo che la Corte costituzionale ha levato di mezzo il referendum sull’autonomia differenziata, cancellando così l’illusione di una primavera all’opposizione della riforma per guadagnare consensi, i compagni avevano necessità di trovare un altro argomento per aizzare le piazze. E così eccoci alla propaganda sulla Sanità e alla guerriglia in nome del diritto alle cure. A convincere Schlein che cavalcando la Salute si possono prendere voti, pare sia stato il risultato dell’Umbria, dove la candidata del campo largo avrebbe vinto sposando la causa dell’ospedale Santa Maria di Terni. E quindi vai con una campagna di denuncia dei tagli al settore, sulla pelle di malati, medici e infermieri. L’occasione migliore poi l’ha fornita la recente protesta dei camici bianchi e dei colleghi in uniforme azzurra. Gli operatori sanitari lamentano mancanza di fondi, ma soprattutto stipendi al palo. Così Elly Schlein ha preso la palla al balzo: «Sosteniamo il personale in sciopero». E poi ha annunciato una mobilitazione nazionale, con presidi in molti ospedali da Nord a Sud, in difesa della Sanità pubblica. Iniziativa, quella di Largo del Nazareno, che però richiede alcune precisazioni sostanziali. La principale è che ad aver fatto cassa sui fondi della Sanità sono stati i governi di sinistra che si sono succeduti nel corso degli ultimi 10-15 anni. Il primo Mani di forbice a spese della Salute fu senz’altro Mario Monti, che avendo contribuito a far cadere l’ultimo governo di Silvio Berlusconi, a sinistra fu accolto come un salvatore della Patria e applaudito ogni volta che metteva il naso fuori da Palazzo Chigi. Poi è venuto il trio Letta-Renzi-Gentiloni, che per cinque anni ha governato l’Italia in nome del Riformismo, sostantivo che ha colpito anche la spesa sanitaria, falcidiando piante organiche e investimenti. Passato l’intermezzo del governo giallo-verde, alla guida dell’esecutivo è rimasto Giuseppe Conte, ma con l’ausilio di un tipo come Roberto Speranza, il quale da ministro della Salute ha scoperto la necessità di mettere mano al portafogli per aumentare il personale sanitario e per retribuire meglio gli «eroi» che stanno in corsia solo dopo il Covid, senza però applicare nessuna delle sue intuizioni neppure dopo, con il governo Draghi. In pratica, fino a due anni fa a guidare il ministero c’era un compagno di Elly, la quale dovrebbe pure rammentare che dal 2011 al 22 ottobre di due anni fa, data in cui si è insediato l’esecutivo di centrodestra, in quel dicastero si sono succeduti solo ministri che pendevano a sinistra, compresa Beatrice Lorenzin e la pentastellata Giulia Grillo. Dunque, se la Sanità sta andando a scatafascio e le persone non vengono curate, Schlein dovrebbe cercare le colpe in casa propria. In un decennio, gli investimenti si sono ridotti di 37 miliardi e gli organici hanno perso 25 mila operatori senza che nessuno dentro il Pd aprisse bocca. Poi, un’altra precisazione necessaria riguarda il sostegno allo sciopero del personale medico e paramedico. Capisco aprire gli occhi all’ultimo, senza aver prestato attenzione a ciò che è accaduto prima, ma se la segretaria del partito democratico appoggia la protesta degli operatori sanitari, c’è da chiedersi perché non lo abbia fatto in anni precedenti. Se si srotola il nastro dei ricordi infatti, si scopre che dal 2011 fino al 2018 non c’è stato anno che medici e infermieri non abbiano incrociato le braccia per protesta contro gli esecutivi. Che, giova ricordarlo, erano di sinistra. Ma allora la Salute non era argomento da campagna elettorale. Anzi, a chi si lamentava dei tagli, i compagni tappavano la bocca dicendo che stavano salvando l’Italia. Risultato, adesso sono costretti a fare la questua dei voti proprio fra coloro che hanno duramente colpito, sperando che si bevano la storiella del loro ritrovato amore per la Sanità. Ps. Segnalo che l’altroieri una bambina di 9 anni è morta mentre compiva un viaggio della speranza dal Mezzogiorno, con destinazione un ospedale ligure. Ora vorrei che qualcuno della sinistra mi spiegasse come possono ancora continuare a difendere il malgoverno delle regioni del Sud in materia di Sanità. La salute è un diritto costituzionale. È vero: comincino a spiegarlo a coloro che negli anni in cui hanno governato alcune regioni, invece di curare i malati si dedicavano alla cura delle clientela. Poi ne parliamo.
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