2020-08-21
Pax Christi, centro sociale cattolico pacifista
Giovanni XXIII, santo patrono dell'esercito italiano (Archivio Cameraphoto Epoche, Getty Images)
Il movimento ha pubblicato un documento in favore di una ideologica «campagna scuole smilitarizzate». Con un linguaggio assai duro ci si «rammarica e indigna» per le iniziative in collaborazione con le forze armate. Perché «non educative»..Che il rispetto delle forze dell'ordine sia calato negli ultimi anni e negli ultimi decenni è una di quelle verità fattuali che solo un non vedente volontario potrebbe negare. E senza risalire al '68 e al suo ribellismo anarchico, o agli anni Settanta in cui decine di poliziotti e carabinieri furono uccisi e feriti, basta girarsi intorno nelle grandi città secolarizzate della decadente Europa per leggere sui muri minacciose scritte come «Guardie infami» o Acab. Ovvero All cops are bastard (tutti i poliziotti sono bastardi).Ma anche i numeri sono chiari in tal senso. Il sito Asaps.it, il portale della sicurezza stradale, ha istituito un Osservatorio dal curioso (e discutibile) titolo di «Sbirri pikkiati». Tale Osservatorio è «dedicato alle aggressioni subite dagli agenti delle forze dell'ordine», ovviamente nell'esercizio delle loro funzioni.E vi si nota che «l'aggressività nei confronti delle forze di polizia è rimasta anche nel 2019 su picchi elevati». Benché l'Osservatorio registri «i soli attacchi fisici che hanno provocato lesioni refertate agli operatori di polizia durante i controlli su strada», il 2019 ha visto 2.682 episodi violenti ai danni delle forze dell'ordine. In media, oltre 7 al giorno e 36 in più del 2018. Durante i primi 4 mesi del 2020, e malgrado l'inizio del lockdown, si è registrato un nuovo picco delle violenze, con un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma al di là della violenza fisica, è una cultura anarchica, incivile e antisociale a produrre odio e pregiudizio verso chiunque indossi una divisa. Fosse pure un militare in pensione, un pompiere, un boy scout o un sacerdote. E questa cultura del disprezzo, rispetto a tante campagne anti odio, non viene mai o quasi mai posta sotto i riflettori dei media.Alla luce di ciò e di altre considerazioni che potrebbero farsi, stupisce - anzi, dà fastidio - che una associazione cattolica, un tempo benemerita, si esprima in modo simile a coloro che hanno fatto dell'odio alla polizia di Stato una bandiera. Così Pax Christi Italia ha appena pubblicato un comunicato anti polizia in favore di una ideologica «campagna scuole smilitarizzate».Il movimento Pax Christi, per chi lo ignorasse, nasce in Francia nel 1945 per favorire la pace tra popoli europei, in primis tra tedeschi e francesi, ed evitare possibili nuovi conflitti mondiali. E nessuno, cattolico o meno, saprebbe contestare una finalità del genere. Il comunicato di questa nuova campagna, afferma che «con l'inizio del prossimo anno scolastico, segnato da tante difficoltà ed incertezze ma anche da nuove sfide e nuove prospettive, il Mir (Movimento internazionale della riconciliazione) e Pax Christi Italia (Movimento cattolico internazionale per la pace), desiderano essere a fianco di docenti e alunne/i, per ripartire da una scuola che sappia cogliere, dal dramma della pandemia, l'occasione per rigenerare la nostra società, guardando al futuro con fiducia e speranza e promuovendo la pace». Bene.Ma per favorire la pace tra studenti e docenti, Pax Christi si esprime con un linguaggio da centro sociale: «Ci rammarica e ci indigna constatare la presenza e l'incremento, in ambito scolastico, di molteplici attività, iniziative e progetti in collaborazione con le forze armate e quindi in palese contrasto con le finalità educative, formative e culturali dell'istituzione scolastica».Insomma, se dei poliziotti della brigata anti droga, dei carabinieri in alta uniforme o dei valorosi soldati italiani, mettono piede in una scuola della repubblica, ebbene questo sarebbe «in palese contrasto» con le finalità educative della scuola! Anche perché, prosegue il comunicato, «la scuola non è e non può essere il luogo “dell'opzione militare", essa al contrario è il luogo ove coltivare la pace e educare ad essa. La prevenzione dei conflitti, la loro trasformazione nonviolenta, l'implementazione dei diritti e il rispetto della vita umana in tutti i suoi aspetti, sono i mezzi per costruire una cultura di pace e di nonviolenza».Non si capisce proprio in cosa polizia e forze dell'ordine minerebbero il «rispetto della vita umana e l'implementazione dei diritti». Forse nella lotta che conducono, rischiando la vita, contro assassini, terroristi, mafiosi, pedofili e camorristi? O nel servizio che svolgono su strade e autostrade? O nella lotta allo spaccio, al traffico di stupefacenti, al contrabbando, alle rapine e agli stupri?Ma si rendono conto questi cattolici pacifisti, più pacifisti che cattolici per la verità, che con certi comunicati e certe campagne tendono a sabotare le basi su cui poggia la società tutta intera, lo Stato, la repubblica italiana, la sicurezza e la libertà dei cittadini? E come la mettiamo poi con i tantissimi santi militari (la lista è lunghissima), con i cappellani cattolici presenti nelle caserme di mezzo mondo e con la proclamazione di san Giovanni XXIII come santo patrono dell'esercito italiano fatta con l'autorizzazione di papa Francesco nel 2017?