2023-05-02
Patti digitali tra genitori, niente smartphone fino a 14 anni
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I rischi connessi allo scorretto utilizzo degli smartphone tra i giovani preoccupa sempre di più. Fioccano in tutta Italia comunità di genitori per educare i propri figli al loro corretto utilizzo. Bambini, ragazzi e smartphone, navigare sul web, avere a che fare con i social sta diventando sempre più rischioso. Cyberbullismo, violenze, truffe e infine anche le famose challenge competizioni online che, in alcuni casi, i più gravi, hanno portato anche a incidenti mortali. I bambini ricevono il primo smartphone sempre più piccoli. Alcuni già 5, 6, 7 anni. L’età media rimane ancora un po’ più alta, fortunatamente si attesta ancora intorno ai 10-11 anni. Secondo gli esperti però l’età ideale sarebbero i 14 anni. «Il cervello del pre-adolescente è in assoluto il più vulnerabile nel gestire le complessità dell’online. Proprio perché i nostri figli reagiscono fortemente a tutto ciò che genera eccitazione e fornisce soddisfazione immediata, sono più a rischio di perdersi e generare dipendenza». È per questo che sempre con più frequenza stanno nascendo delle intese tra genitori: si chiamano patti digitali. Esiste una vera e propria piattaforma che si chiama così e sulla quale ognuno può creare la sua comunità. L’iniziativa ha l’ambizione e l’obiettivo di promuovere una educazione di comunità al buon uso della tecnologia: una comunità educante che vada oltre i genitori e la scuola. Una delle comunità più grandi si chiama “aspettando lo Smartphone”, nata a Milano, per aderire bisogna seguire poche semplici regole. La prima è la partecipazione attiva dei genitori al progetto. Quindi partecipare a incontri e iniziative di approfondimento e formazione, promuovere il patto e le iniziative del progetto «Aspettando lo smartphone», fare rete tra genitori e, ove possibile, coinvolgere le istituzioni e le realtà della propria zona di appartenenza. Il tutto cercando il più possibile di coinvolgere anche ragazzi e ragazze. La seconda prevede la consegna dello smartphone personale connesso liberamente in rete non prima della fine della seconda media. Nei casi in cui questo, benché principio condiviso, non sia stato possibile per il contesto attuale di molte realtà scolastiche, si può comunque aderire al patto promuovendo l’idea che ritardarne l’arrivo resta una scelta valida. Infine 5 semplici regole lo smartphone deve essere trasparente fino ai 14 anni, non si usa a tavola come a letto. Bisogna seguire le leggi e le indicazioni di età per social, app e giochi e soprattutto rispettare le regole concordate all’interno della singola famiglia. Ma sono moltissime le esperienze: a Ponte nelle Alpi più di 50 genitori hanno sottoscritto un impegno condiviso per educare i propri figli all’utilizzo consapevole della tecnologia digitale. A Modena nessun accesso alla rete, in particolare ai social e alle app. Insomma, niente Whatsapp, niente Telegram, niente Tik Tok e niente video condivisi con i compagni di scuola o il gruppo di amici. Nessun incontro con il virtuale almeno fino alla fine della seconda media. Ancora in Veneto, Friuli, isola d’Elba, Macerata e Torino.
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