2021-03-31
Altro pasticcio di Speranza sui viaggi. Quarantena e test al rientro in Italia
Max Cavallari/Getty Images
Invece di consentire agli italiani che vogliono passare le vacanze in patria la possibilità di farlo alle stesse condizioni di chi va all'estero, un'ordinanza del ministro pone nuovi limiti a chi decide di andare oltreconfine.Nei giorni scorsi il governo ha deciso che non ci si può spostare tra regioni in Italia se non con un biglietto aereo in tasca, non si può accedere alle seconde case, ma si può andare all'estero. Si scatenano le proteste, gli albergatori insorgono chiedendo che la logica alla base dell'autorizzazione dei viaggi oltreconfine sia estesa ai confini nazionali. Al ministero della Salute capiscono di aver fatto un gran pasticcio. Il risultato? Per rimediare, ieri mattina il ministro Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell'Unione europea, tampone in partenza, al rientro quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Ue. L'ordinanza sarà in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e fino al 6 aprile compreso. Chi rientra (o arriva) dovrà comunicare il «proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per territorio», e poi sottoporsi al periodo di quarantena a prescindere dall'esito del test effettuato prima della partenza, fatti salvi motivi di necessità e urgenza. Di fatto, dunque, dovrà sottoporsi alle nuove regole chiunque entri in Italia da un Paese straniero e chiunque sia uscito dall'Italia e debba rientrarci. Quando la toppa è peggio del buco. Anzi. È l'ennesimo provvedimento deciso «per reazione». Se non fosse scoppiata la polemica, cosa avrebbe fatto il ministero? E sulla base di quale criterio scientifico sono stati decisi i dettagli dell'ordinanza? Di certo, qualsiasi intervento venga messo in campo è sempre ancor più limitativo delle libertà. Tradotto: invece di consentire agli italiani che vogliono andare in vacanza in Italia la possibilità di farlo alle stesse condizioni con cui altri italiani possono andare in vacanza all'estero, il governo ha posto nuovi limiti a chi vuole andare in vacanza all'estero. Senza per altro spiegare come mai la logica del tampone molecolare non valga anche per il turismo italiano «infraregionale». Chi controlla, inoltre, le quarantene? Le Asl? Saranno fiduciarie? E come sono stati calcolati i 5 giorni? Il rischio è poi quello di far passare il messaggio che i tamponi rapidi non riescono a «tracciare» le varianti del virus e che comunque, se si deve stare cinque giorni in quarantena, non sono così affidabili. Non solo. Con questa mossa implicitamente l'Italia dichiara tutti i Paesi Ue come ad altro rischio di infezione. Chissà cosa ne pensano i nostri vicini e cosa penseremo noi se la Germania o la Francia dovessero fare lo stesso con noi.Gli operatori, intanto, restano sul piede di guerra. E alle polemiche degli albergatori si sono aggiunte ora anche quelle dei tour operator. Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, si tratta di un altro pasticcio: «Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all'estero né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all'estero deve valere anche in Italia». L'ordinanza del ministero della Salute è «alquanto incomprensibile» e finisce per creare «maggiore confusione», ha commentato ieri anche Ivana Jelinic, presidente della Fiavet, la federazione delle agenzie di viaggio di Confcommercio. «Non capisco la ratio di 5 giorni di quarantena, una novità assoluta, e poi la scelta di pubblicare l'ordinanza il 30 marzo mi sembra più una risposta alle polemiche di questi giorni. Desta solo ulteriore confusione e non porta soluzioni a nessuno, né al turismo italiano né ad altri». La presidente Fiavet fa inoltre notare che «altri Paesi stanno attivando i corridoi per tornare a un minimo di normalità mentre da noi chi trascorre qualche giorno in un luogo sicuro sembra che si stia facendo un attentato alla pubblica sicurezza». Per raggiungere la Spagna è sufficiente presentare l'esito negativo di un test molecolare fatto nelle 72 precedenti. Lo stesso per andare a Malta, o in Albania, dove dal primo giugno l'ingresso da Paesi dell'Unione europea è libero, senza neppure l'obbligo del tampone (salvo, poi, dover fare la quarantena al rientro in Italia). Non è un caso che Canarie, Malta e Albania siano le mete straniere più ricercate in questi giorni sul sito booking.com. E in Grecia il prossimo 14 di maggio si potrà entrare con il tampone e il certificato vaccinale. Entro giugno arriverà anche il passaporto vaccinale europeo. Chi ha ricevuto il vaccino contro il coronavirus potrebbe usare il documento per salire in aereo o viaggiare con maggiore facilità. Il documento è destinato a rimanere comunque facoltativo (e le limitazioni resteranno comunque quelle dei singoli Paesi). Sarà sia in formato cartaceo sia digitale, dotato di «codice QR», indicherà il tipo di vaccino ricevuto, se si è stati portatori della malattia e se si hanno gli anticorpi. In mancanza di un certificato sarà richiesto un tampone negativo.
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.