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Pasticcio Biden: fa il duro su Taiwan. Casa Bianca costretta a rettificare

Pasticcio Biden: fa il duro su Taiwan. Casa Bianca costretta a rettificare
Yuko Kishida, Joe Biden e Fumio Kishida (Ansa)
  • Il presidente americano dice di essere disposto a difendere militarmente l’isola dai cinesi, l’entourage deve di nuovo correre ai ripari. Verso una riduzione dei dazi a Pechino: bastone e carota o apparati divisi?
  • I sauditi vogliono la Russia nell’Opec. Il ministro dell’Energia di Riad chiama Mosca nel cartello dei produttori di petrolio. «Si tratta di un’alleanza necessaria. Ma la politica resti fuori dall’organizzazione».

Lo speciale comprende due articoli.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 25 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 25 novembre con Carlo Cambi

Le toghe sbroccano sulla riforma: «Peccato voti chi ha studiato poco»
Ernesto Lupo, presidente emerito della Cassazione (Ansa)
Ernesto Lupo, presidente emerito della Cassazione, disprezza i futuri elettori del referendum.
Il Veneto si affida al delfino del Doge: Stefani stravince, la Lega doppia Fdi
Alberto Stefani, eletto presidente del Veneto (Ansa)
Trionfo scontato del Carroccio, grazie anche all’eredità di Zaia. Il neo presidente: «Lo vorrei in squadra per i prossimi 30 anni». Szumski, radiato per i suoi dubbi su vaccini e pass, prende oltre il 5%: «Un’impresa».

Il Veneto resta al centrodestra. Risultato scontato, meno scontato superare di gran lunga il 60% come fatto dal nuovo presidente leghista Alberto Stefani, il governatore più giovane d’Italia con i suoi 33 anni. Centrosinistra più che doppiato a confermare l’assoluta irrilevanza sul territorio di Pd e alleati.

Il piano di Trump sarà pure una resa ma l’alternativa sono altri massacri
Donald Trump (Ansa)
Nessuna seria analisi militare contempla il trionfo di Kiev. Al massimo c’è spazio per poche migliorie suggerite dall’Ue.

Il piano di pace per l’Ucraina messo a punto dai negoziatori americani con la controparte russa non mi piace. Ha ragione chi lo critica: l’accordo somiglia molto a una resa incondizionata di Kiev e a una vittoria totale o quasi di Putin. Un esercito ridotto, la rinuncia ai territori conquistati da Mosca, la mancata adesione alla Nato sancita nella Costituzione, le poche garanzie in caso di un nuovo attacco, l’amnistia per tutti i crimini di guerra, con impegno a non avanzare alcuna richiesta di risarcimento o a presentare denunce contro gli aggressori.

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