2019-09-25
Pasini rompe il fronte del Nord. Fca pensa di entrare in Confindustria
I romani vicini all'attuale presidente Vincenzo Boccia tentano di spaccare il lombardoveneto.A due giorni dalla decisione dell'Aib (Associazione industriali Brescia) di lanciare la candidatura di Giuseppe Pasini alla guida di Confindustria, dentro viale dell'Astronomia si respira già un clima da lunghi coltelli in vista della successione a Vincenzo Boccia nel 2020. Il blitz di lunedì infatti, su cui ci sarebbero le impronte della vicepresidente Antonella Mansi e del direttore generale Marcella Panucci, ha creato un forte malumore in tutte le presidenze del Nord. Non a caso è stato chiesto a Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, di prendere una dura presa di posizione di censura, anche perché è stato di fatto scavalcato: era stato deciso di discutere dei candidati il prossimo 10 ottobre. Altro regista della manovra è stato il bresciano Aldo Bonomi, che punta a prendere il posto di Fabrizio Landi in Reti impresa nel nuovo organigramma confindustriale. La «mossa Pasini» non sarebbe altro che l'ennesimo tentativo del fronte romano, vicino a Boccia, di spaccare il fronte nordista, in attesa della candidatura di Aldo Bonomi, l'attuale presidente di Assolombarda. Il numero uno di via Pantano non ha rilasciato commenti, di sicuro parlerà il 3 ottobre alla Scala di Milano in occasione dell'assemblea, di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che a organizzare il blitz siano state Mansi e Panucci non è neppure una notizia, perché sono entrambe in uscita da viale dell'Astronomia, la prima in scadenza, la seconda perché la sua sostituzione è stata messa al primo punto dell'ordine del giorno nell'ultima riunione dei presidenti lombardi. Del resto già da tempo vanno avanti le manovre di accerchiamento su Bonomi. Prima dell'estate c'è stato un tentativo su Edoardo Garrone, attuale presidente del Sole 24 Ore. Il patron Erg però non avrebbe alcuna intenzione di presentarsi, anche perché ci potrebbero essere estremi di conflitto di interesse, in quanto il suo gruppo energetico è fornitore di diverse associate. Poi c'è stato un abboccamento con Marco Tronchetti Provera, che però ha declinato l'offerta. A quanto pare per spaccare il fronte settentrionale è saltata fuori un'altra idea nelle ultime ore. Cioè quella di far rientrare dopo 8 anni Fca dentro Confindustria. L'idea era già stata ventilata prima dell'estate. L'offerta sarebbe stata questa. Portare Dario Gallina, presidente di Unione industriale Torino, alla presidenza di viale dell'Astronomia e in cambio riaccogliere la nuova Fiat senza Sergio Marchionne. Il tentativo non è andato in porto, l'assalto è ripartito, secondo quanto può rivelare La Verità. In questo modo, oltre alla Lombardia, si spaccherebbe anche il Piemonte, frammentando così il voto di gennaio quando sarà votato e si insedierà il comitato dei saggi. A quel punto scatteranno le autocandidature che poi saranno scremate. Il presidente sarà quindi votato dal consiglio generale di marzo e nominato nell'assemblea del maggio 2020. Mancano 9 mesi, ma la battaglia appare già infuocata.